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sabato 19 gennaio 2019

Segnalazione Made in Italy -->> Cristiano Pedrini e Maria Lucia Ferlisi


Ciao carissimi amici,

oggi per la nostra rubrica settimanale, Made in Italy, abbiamo come ospiti: Cristiano Pedrini e Maria Lucia Ferlisi.

Vi lascio in compagnia delle loro opere.

Buona lettura e alla prossima!


Titolo: Il piano inferiore
Autore: Cristiano Pedrini
Genere: Narrativa
Data di uscita: 10 novembre 2018
Editore: Self Published
Prezzo: € 12,90 cartaceo - € 2,90 ebook
Pagine: 124

«Può un pesciolino domare uno squalo?» Per Charles Spencer Hoynes la risposta a questa domanda arriverà dopo l’incontro insolito e fortuito con Mathis Owen, un giovane avvocato fresco di laurea. La sua presenza lo costringerà ad ammettere che oltre ai suoi metodi spregiudicati può esistere anche un altro modo di vivere la sua professione, opponendosi con pazienza, perseveranza e con voce gentile alle ingiustizie. Immersi in una candida Washington imbiancata dalla neve, i due giovani impareranno che non sempre è facile amarsi e accettarlo, può far paura. Ma sotto la neve e alla vigilia del magico Natale, tutto può essere possibile!



ESTRATTO:
Quattro anni di università chino su libri e dispense, innumerevoli notti insonni, una lista interminabile di fine settimana sacrificati e molte occasioni sfumate. Ecco riassunto in poche parole il risultato della carriera studentesca di Mathis al quale aggiungere due anni di specializzazione e il superamento dei test della scuola di legge e, infine, quell’unico ma fortunato stage in uno studio legale, quello di Horace Hasting, un caro amico di famiglia che si era offerto di fargli muovere i primi passi nel mondo dell’avvocatura.

«E ora eccomi qui» commentò ad alta voce Mathis, fissando quello stanzino nel quale avrebbe voluto morire e lasciare il suo epitaffio sostituendo quella targhetta di cartone appesa precariamente con del nastro adesivo accanto alla porta. Chi l’aveva scritto perlomeno non aveva sbagliato il suo nome, Mathis Owen, anche se aveva usato un discutibile color verde.

«E ora cosa racconterai a tua nonna quando ti chiederà del tuo primo giorno di lavoro?» chiese poggiando le spalle alla parete e rivolgendo lo sguardo al lungo corridoio illuminato da alcune lampade al neon che irradiavano una luce spenta dove, sul fondo, intravedeva la rampa di scale dalla quale era sceso pochi minuti prima.

La sua lunga discesa verso gli inferi… letteralmente e realmente parlando.

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Titolo: Amara libertà
Autore: Maria Lucia Ferlisi
Genere: Narrativa
Data di uscita: 10 ottobre 2018
Editore: Augh!
Prezzo: € 12,27 cartaceo
Pagine: 116


Sullo sfondo di una Sicilia immobile e impenetrabile, si svolge la storia di Angela, una ragazza che sogna di evadere da quella terra ottusa e rigida per vivere la propria esistenza senza l'imposizione di un matrimonio e il dovere di mettere al mondo dei figli. La giovane è combattiva e fiera, non vuole restare impigliata nella rete di un mondo cristallizzato in regole e pregiudizi e cercherà di sottrarsi a un destino già scritto. Una donna non può sognare l'indipendenza né amare liberamente; la protagonista lo capirà a sue spese, quando incontrerà Corrado e Pietro, due uomini differenti ma che in modi diversi la calpesteranno. Per Angela la libertà avrà un sapore amaro, ma lei non sarà più sola ad affrontare le sfide della vita. 


BIOGRAFIA
Maria Lucia Ferlisi è nata a Marsala (tp), ma si è trasferita a Mantova nel 1973. Laureata in Scienze della Comunicazione, vive a Grazie di Curtatone e lavora al Comune di Mantova. È autrice del blog “La lettrice di carta”. Collabora con il sito “Cultura al femminile”. Ha vinto e ha partecipato a diversi concorsi letterari. Ha pubblicato Un leggero caldo vento di scirocco (Leucotea, 2015), finalista alla vii edizione del Premio Artistico Nazionale “Sirmione Lugana 2016”.

ESTRATTO
«Avete deciso come chiamare questa creatura?» ripeté per la seconda volta l’impiegato della casa comunale, con tono indispettito; infatti, era stato interrotto nel momento più bello della sua giornata lavorativa, la pausa per mangiare il pane con le olive preparato dalla moglie Ferdinanda. Questa babbea lo aveva interrotto e non si decideva a parlare, doveva solo dire il nome di quella bambina appena nata, non era una cosa complicata.

«Allora, se non me lo dite, chiudo lo sportello e voi ritornerete domani, non ho tempo da perdere».

«Unità. Così la voglio chiamare» disse tutto d’un fiato Angela, infondendosi coraggio.

«Unità? Che minghia di nome è, allora è vero quello che dicono in città. Siete proprio scimunita».

«A voi non deve interessare il nome che le voglio mettere, prendete il registro e scrivete: Unità Mangiaracina, come me. Il mio cognome lo sapete, vero?».

«Certo che lo so, chi non vi conosce qui a Marsala» rispose con un sogghigno l’impiegato.

Tutti conoscevano Angela Mangiaracina, anni venti, capelli lunghi, ricci e spettinati, occhi scuri come la pece, sguardo fiero e orgoglioso.

Era sempre stata il cruccio della famiglia, ribelle fin dalla nascita. Angela non si era voluta sposare, nessun ragazzo le piaceva, a tutti rispondeva di no. Tre delle sorelle si erano sposate appena raggiunta l’età del matrimonio, mentre Anna di diciotto anni, presa dal rimorso, aveva deciso di espiare le sue colpe nel convento del Sacro Cuore di Gesù e aveva pronunciato i voti.

Angela, quando i suoi genitori in passato le avevano proposto un buon partito, era scappata di casa non facendosi ritrovare da nessuno.

Il padre e la madre alla fine avevano desistito, poi nessun uomo, degno di tale nome, sarebbe stato interessato a prendere come moglie una ragazza che voleva sempre l’ultima parola, lei, una donna.
Bastonate bisogna dare a una figlia femmina, così quando si sposa, il marito non deve faticare per addomesticarla. Invece, con lei sono stati troppo teneri, e i risultati si vedono. Questo pensava l’impiegato comunale, mentre Angela si allontanava, scrollando i lunghi capelli con un sorriso esplicitamente forzato. Nessuno avrebbe mai visto le sue lacrime, non avrebbe dato questa soddisfazione ad alcuno, men che meno ai suoi compaesani.


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