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mercoledì 2 novembre 2016

Recensione in Anteprima "Dark Games" di Anna Carey, #1 BlackBird





Salve a tutti,

oggi Stella ci parlerà di un nuovo distopico/thriller arrivato in Italia grazie alla Newton Compton Editori. Dark Games è il titolo del primo volume della serie BlackBird, ecco a voi la sua recensione.
Buona lettura :*







Titolo:
Dark Games

Autore: Anna Carey
Genere: Distopico
Editore: Newton Compton Editori
Serie: #1 BlackBird


Una ragazza senza nome e senza memoria si sveglia sui binari della metropolitana e l’unica cosa che è in grado di ricordare è che qualcuno la vuole morta. Con sé ha solo uno zaino e un coltello e sul polso ha uno strano tatuaggio con un uccello nero. Sunny deve scoprire chi è davvero e perché qualcuno sta cercando di ucciderla. Sente che la sua vita è in pericolo e l’istinto le dice che deve darsi da fare per salvarsi. Non è facile riuscire a capire cosa stia succedendo. Probabilmente è in corso una caccia all’uomo… E la preda è lei.









Cari lettori, oggi sono qui per parlarvi di Dark Games, un romanzo che vede intrecciarsi i generi thriller e distopico, creando un'atmosfera piuttosto accattivante. È una storia molto curiosa, dove parte della sua originalità risiede nel metodo narrativo che Anna Carey ha scelto di usare. Infatti, questa storia, è raccontata in seconda persona dalla protagonista per quasi tutta la durata del libro, dove qua e là compaiono anche capitoli raccontati in terza persona da personaggi secondari che servono a tentare la curiosità del lettore (cosa che con me è riuscita, devo dire). Con questa particolare scelta stilistica è come vivere la storia sulla propria pelle: vediamo solo quello che la protagonista vede, sappiamo solo ciò che lei sa, temiamo ciò che lei teme , e si ha la sensazione di indossare i suoi panni.







È la vibrazione a svegliarti, alla fine, le palpebre sbattono e si aprono, metti a fuoco il soffitto a volta sopra di te. Le tempie pulsano forte. Le tue spalle sono in mezzo alle rotaie, la spina dorsale premuta nell’ incavo del suolo


 Tutto inizia sulle rotaie di una metropolitana di Los Angeles. La nostra protagonista (di cui non si conosce il nome) si risveglia in mezzo ai binari, senza più alcuna memoria di chi lei sia, del suo passato e di cosa l'abbia portata a trovarsi in quella alquanto bizzarra situazione. Gli unici indizi che ha sono una ferita al braccio, una cicatrice sul collo, un tatuaggio sul polso destro e uno zaino contenente alcune istruzioni su come muoversi e cosa fare.

Ti volti sul fianco, ed è allora che noti il segno sul polso destro, all’interno. È ancora dolorante e il tatuaggio è ricoperto da una crosticina sottile. La sagoma di un uccello dentro un riquadro. Sotto, una serie di lettere e di numeri: FNV02198. Che significa?
Confusa e frastornata, scappa dalla metropolitana in preda al panico prima che la polizia possa intervenire. Chi è? Cosa le è capitato?  Perché ha la strana sensazione che qualcuno le stia dando la caccia? Interrogativi che per gran parte della storia saranno il tema principale. Sola e sperduta sente che la paura sta vincendo su di lei, fino a che, rifugiandosi in un supermercato per sfuggire ai poliziotti, si scontra letteralmente con Ben, un ragazzo dallo sguardo gentile e il sorriso rassicurante. Con lui si sente al sicuro, per la prima volta dopo il traumatico risveglio. Nonostante lei cerchi di mantenere le distanze per proteggerlo dai pericoli che la inseguono, tra loro si instaurerà un rapporto speciale e molto dolce. Ben è un ragazzo così comprensivo e privo di pregiudizi, che con lui sente di potersi lasciare andare.




Ma il passato non tarderà a tornare a cercarla, un passato fatto di volti minacciosi, volti che non conosce ma che ha la sensazione di avere già visto prima di perdere la memoria. Volti che non le daranno tregua e le daranno la caccia come in un perverso gioco di cacciatore e preda.




Il velo che ricopre l'effimera realtà che la ragazza senza nome vive, presto si squarcerà e le rivelerà una verità con la quale non è pronta a fare i conti. Chi sono queste persone? Chi manovra tutto? Può davvero fidarsi di Ben e rischiare di invischiarlo in questa faccenda? La rocambolesca ricerca della sua identità è inframezzata da sogni e ricordi del passato che cominciano a riaffiorare... Ricordi di un'isola, di inseguimenti, scontri corpo a corpo, e un ragazzo tatuato a cui sente di essere legata... La caccia è in atto e la ragazza senza nome corre, corre per la sua vita, corre per il suo passato e per il suo futuro.



Non senti paura, né preoccupazione, solo la certezza di esserci già stata in passato. Il luogo era familiare. Con lentezza, ti sta tornando alla mente. I ricordi giungono poco a poco. Quanto tempo dovrà passare prima di rammentare tutto? Prima che tu sappia chi sei?
Dark Games ha suscitato in me una grande curiosità, ma devo ammettere che nonostante il grande potenziale di questa storia , un po' di delusione mi è rimasta: tutto appare spesso sfocato  e sospeso. La scelta di Anna Carey di scrivere il romanzo direttamente in seconda persona ha i suoi pro e i suoi contro: se da una parte ti fa entrare in un'ottica molto coinvolgente, dall'altra ci sono troppi elementi in sospeso, troppe situazioni irrisolte che non trovano risposta. Il continuo fuggire della protagonista a volte diventa un elemento disturbante. Nel momento in cui si cominciano a raccogliere i pezzi del puzzle per ricostruire una vicenda passata, ci si ritrova catapultati dall'altra parte della città con una ragazza piena di domande che fugge e fugge senza sosta. Ammetto però che le piccole briciole che vengono lasciate sul sentiero tramite i ricordi e gli sporadici POV di altri misteriosi personaggi secondari sono davvero molto intriganti, il romanzo comincia a farsi più interessante circa dalla metà in poi e alcuni avvenimenti acquistano sempre più sostanza. La storia prende una piega nuova, i sogni della nostra protagonista acquistano una collocazione reale e sorprendente. Quello strano tatuaggio sul polso si rivelerà essere qualcosa di decisamente inquietante.






La cosa che però mi ha irritato di più in assoluto è stato il finale: solitamente i finali sospesi mi sorprendono e mi fanno appassionare ancora di più alla storia; in questo caso invece il finale più che essere sospeso, è proprio interrotto e mi ha letteralmente fatto cascare le braccia! Voglio pensare che questa scelta di Anna Carey sia dovuta al fatto che la storia ha un suo seguito nel secondo romanzo, che a questo punto sono davvero impaziente di leggere, e dove spero che finalmente si possano trovare le risposte alle mille domande in sospeso di questa vicenda che nonostante tutto ha suscitato il mio interesse e acceso la mia curiosità. La brevità del libro (in tutto solo 183 pagine) ha contribuito a lasciarmi quel senso di incompletezza; penso che se la scrittrice avesse ampliato il racconto di almeno 100/150 pagine, avrebbe sicuramente ottenuto una presa maggiore su di me, ma questa è puramente una mia opinione. L'originalità della storia e dello stile della scrittura, molto conciso e diretto, lo rendono comunque un buon libro dai contenuti interessanti e misteriosi. Con la speranza di un continuo più soddisfacente e mozzafiato, voglio dare a questo libro il beneficio del dubbio.

Il mio giudizio complessivo su questo particolare romanzo è:




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