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giovedì 16 febbraio 2017

Segnalazione "Come hai detto che ti chiami?" di Simona Fruzzetti

Ciao a tutti lettori,

vi presentiamo "Come hai detto che ti chiami?" di Simona Fruzzetti, uscito il 14 Febbraio. Una famiglia come tante, qualche equivoco e un'irrefrenabile passione per i nomi. Questi gli ingredienti principali di una commedia dai toni leggeri ma mai superficiali.


Autore: Simona Fruzzetti
Titolo libro: Come hai detto che ti chiami?
Genere: chick lit (commedia romantica/ironica)
Pubblicazione: self publishing - Amazon
Data di uscita: 14 febbraio 2017
Prezzo: eBook € 3.89 – Cartaceo € 13.00

Giulia fin da piccola ha dovuto fare i conti con qualcosa di scomodo: il suo nome che non è semplicemente Giulia, ma Giulia Agrippina Augusta. Appassionata conoscitrice del significato dei nomi, figlia di un insegnante di storia e di una istruttrice di pilates vegetariana fissata con la forma fisica, vive in un appartamento della nonna insieme al fratello gemello.
La comparsa di Erika, nuova fidanzata del fratello, e l'arrivo di Valerio, il nuovo coinquilino, scombineranno le carte e l'equilibrio già precario della sua vita.


Tra scontri per lo spazio della casa, gelosie, tradimenti e prese di coscienza, Giulia riuscirà nella difficile impresa di collocare al posto giusto tutti i pezzetti dell'intricato puzzle famigliare e a ricredersi sull'idea dell'amore.
Situazioni comiche, scene grottesche e personaggi bizzarri fanno da cornice a una commedia romantica, ironica e frizzante dove la famiglia ne esce protagonista in ogni sua sfaccettatura.


L'autrice


Simona Fruzzetti vive in provincia di Pisa dove, oltre alla scrittura, si dedica al suo blog acasadisimo.blogspot.it. Ha vinto numerosi premi letterari e ha curato una rubrica di salute e benessere su un portale tutto al femminile. Dopo aver esordito in self publishing con “Il male minore” (2013) e “Chiudi gli occhi” (2014), è approdata alla casa editrice Piemme per la quale ha pubblicato nel 2015 “Mi piaci, ti sposo” e “Parigi mon amour” per la collana digitale In love. 
“Come hai detto che ti chiami?” è il suo quinto romanzo

Blog dell’autrice: https://acasadisimo.blogspot.it/


Leggi l'estratto

Ciao, sono Giulia e sono sobria da un mese.
Ora voi tutti in coro dovreste dire «Ciao Giuliaaaaa» e mostrare un misto di ammirazione e compassione per il mio risultato.
In realtà sono quasi astemia, ma avrei almeno dieci motivi per trovare in una bottiglia di whisky tutto il conforto di cui ho bisogno.
Il primissimo motivo mi accompagna dalla nascita o meglio da quando ho avuto la facoltà di intendere e di volere, di capire che il mio nome in realtà non è solo Giulia ma... rullo di tamburi...
Giulia Agrippina Augusta.
Un minuto di raccoglimento, prego.
Agrippina Augusta. Nomi aggiunti che ometto sempre, ovviamente. Voglio dire, quale genitore sano di mente metterebbe un nome simile alla propria figlia? Nessuno, tranne mio padre che di mestiere fa l'insegnante di italiano e storia al liceo Pasteur di Roma. Sia chiaro, non lo sto giustificando, non potrei, visto che non si è limitato a dare alla sottoscritta un nome di cui vergognarsi a vita, ma ha segnato anche quello di mio fratello gemello chiamandolo Marco Aurelio.
Se mia madre non si fosse impuntata in tutta la sua vita mammesca a chiamarci semplicemente Giulia e Marco, a quest'ora non starei scrivendo la mia storia, ma sarei davvero davanti a un gruppo di persone racchiuse in cerchio davanti a me, a incolpare mio padre di avermi rovinato l'infanzia.
Ho trent'anni e ancora non mi sono arresa. Mi sono pure informata in Comune per cambiare una volta per tutte il mio nome, ma pare ci voglia una motivazione valida e Giulia Agrippina Augusta Randazzo evidentemente non lo è. Senza contare che mio padre mi avrebbe prima diseredato e poi ucciso il gatto.
Per mio fratello è diverso, lui non la vive male. Anche perché Marco Aurelio, detto con una certa intonazione, è anche molto figo. Peccato che addosso a lui stia bene come starebbe bene un rutto del Presidente della Repubblica in mondo visione.
E comunque tutto questo preambolo per dirvi che il nome è importante e può modificare la sorte di chi lo porta, creare scompiglio, cambiare le carte in tavola o far svoltare una serata. Credete che stia farneticando? Tzè, pivelli. Non sarei qui a raccontarvi la mia storia, se no.
E sono sicura che una volta finito di leggere tutto questo presterete molta più attenzione a una risposta. La risposta che vi daranno quando domanderete:
«Come hai detto che ti chiami?»


1 commento:

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