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lunedì 15 aprile 2019

Recensione "Verso il frastuono del caos" di Carmen Jenner

Ciao a tutti amici,

il romanzo di cui vi parlo oggi è VERSO IL FRASTUONO DEL CAOS di Carmen Jenner, uscito lo scorso 8 Aprile grazie a Hope Edizioni.
Un ex marine devastato dalla guerra e una madre single forte e coraggiosa danno vita ad una storia intensa capace di imprigionare il lettore tra le sue pagine.

Buona lettura!



Titolo: Verso il frastuono del caos
Autrice: Carmen Jenner
Editore: Hope Edizioni
Data di Pubblicazione: 8 aprile 2019
Genere: Contemporary Romance



L’amore è guerra. Solo il più forte sopravvive, e la resa è inevitabile.


Jake Tucker è un uomo a pezzi. A ventidue anni, ingenuo e inquieto, si è arruolato nel Corpo dei Marines. Nove anni e quattro missioni dopo, Jake ritorna sul suolo americano, anche se la sua mente è rimasta saldamente radicata nelle sabbie dell’Afghanistan, insieme agli uomini che non ce l’hanno fatta.
Ferito, annientato e gettato via dalla guerra, Jake ha come compagnia solo il suo cane, Nuke, una sindrome da stress post-traumatico e il senso di colpa del sopravvissuto. Per nove anni non è passato istante senza che non si sia chiesto quando per lui sarebbe stato l’ultimo giorno, ma c’è ben poco conforto nel fatto che sia ancora vivo, quando nessuno del suo plotone lo è più.

Ellie Mason non ha tempo per gli uomini spezzati dalla vita. È troppo impegnata a cercare di portare del cibo in tavola. E fare fronte alle esigenze di Spencer, suo figlio, affetto da autismo, talvolta è come combattere dietro le linee nemiche. Come se destreggiarsi nei campi minati dell’essere una madre single non fosse sufficiente, Ellie si sente attratta da quel tranquillo Marine, solitario quanto lei. Ma ha già amato uomini traumatizzati, e ne è uscita straziata.
Ambientato nel pittoresco scenario di Fairhope, Alabama, Ellie e Jake si ritrovano coinvolti nel frastuono del caos.


Mi sono lanciata nella lettura di questo romanzo aspettandomi di trovare un certo tipo di storia e ho finito per trovarci dentro dei contenuti totalmente diversi, qualcosa che proprio non mi aspettavo.


«Fa male tutto.

Sono un fascio di sinapsi bruciate e nervi scoperti, e darmi fuoco sarebbe più semplice che permetterle di vedere quanto sono veramente distrutto» 

Sono sempre stata attratta dalle storie che hanno come protagonisti i marines che per quanto siano spezzati dentro e fuori, riescono comunque a farti girare la testa.

Questa è stata una lettura che mi ha totalmente spiazzata perché, diversamente dagli altri romance di questo genere che ho letto, qui il protagonista racconta in modo dettagliato l’orrore che ha vissuto mentre era in missione, e poi non avrei mai immaginato di trovarci all’interno, tra i protagonisti principali, anche un bambino di 8 anni affetto da autismo.

Per cui, se come me pensavate di leggere la classica storia d’amore tra il soldato distrutto e guarito dalla bella ragazza di turno, la risposta è NO! Certo, la storia d’amore c’è, altrimenti non sarebbe un romance, però l’attenzione viene posta principalmente sui problemi del disturbo post traumatico da stress del marine e sull’autismo del bambino, e su come i cani da terapia siano un valido aiuto per le persone che si trovano in queste condizioni. Quindi preparatevi ad un romanzo bello tosto.


Ellie Mason è una mamma single in fuga da un passato poco piacevole, e che sembra aver trovato pace insieme al figlio nella cittadina di Fairhope in Alabama, dove tutti gli abitanti, bene o male, si conoscono tra di loro. L’unico che non conosce personalmente e per cui sbava ogni mattina da 10 mesi, incrociandolo per strada, è Jake Tucker, un eroe di guerra solitario e super sexy.

Ho amato molto il personaggio di Ellie. È una donna forte, una vera roccia in grado di affrontare i problemi che la vita le ha messo davanti impegnandosi a superarli a testa alta. È quel tipo di donna che quando cade sa rialzarsi senza guardare indietro e ho ammirato la sua tenacia e la forza d’animo che riesce a mantenere ogni momento della giornata dovendo crescere un figlio affetto da autismo con disturbo dell’integrazione sensoriale, a cui poi si viene ad aggiungere un certo marine ancora più difficile da gestire. Ma essendo il piccolo Spencer l’unica vera ragione di vita per lei, ovviamente mette da parte i suoi sentimenti per Jake, rinunciando alla prospettiva di poter creare insieme a lui una vera famiglia.



«…allontanarmi da lui, voltare le spalle all’unica cosa che abbia mai desiderato in così tanto tempo, è come una pugnalata nello stomaco» 

Malgrado in alcuni momenti davvero difficili Ellie pensi di essere una pessima madre, in realtà non è assolutamente così, e leggendo il romanzo sono sicura che anche voi la apprezzerete tanto quanto l’ho apprezzata io. Non è facile sentirsi dire dal proprio figlio in preda alle sue crisi “ti odio” anziché “ti voglio bene”, ma nonostante lo sconforto, lei è in grado di stringere i denti e concentrarsi solo sul bene del bambino, cercando di calmarlo e riportarlo alla realtà. Insomma, come potete immaginare non vive una vita semplice e spensierata e oltre a doversi preoccupare di Spencer, si ritrova a doversi preoccupare anche dello stato mentale di Jake, che dal canto suo contribuisce a renderle le cose ancora più difficili…



«Piango per me, perché sono così dannatamente stanca di essere forte, di affrontare i problemi e di rialzarmi quando cado. Piango perché l’unico uomo che abbia mai amato, e per cui ne valesse la pena, non potrà aiutarmi a rialzarmi. È troppo impegnato a rimettere insieme i propri pezzi» 

Dopo 9 anni di servizio militare, Jake Tucker è un uomo a pezzi. Si porta dietro tutto ciò che ha vissuto durante la guerra; che sia sveglio o che stia dormendo non fa alcuna differenza, la sua mente è affollata da suoni, odori e grida di terrore che gli danno il continuo tormento. La sua testa è totalmente devastata, corrosa dalle continue visioni di morte e di sangue. Dilaniato dal dolore e prigioniero del suo stesso corpo, trova sollievo soltanto attaccandosi alla bottiglia che non fa altro che tirare fuori il peggio di lui e renderlo…non so bene che termine usare, perché leggendo dei suoi ricordi mi sono sentita impotente e triste. Triste nel rendermi conto sempre di più quanto la guerra non faccia altro che rovinare la gente buona e innocente.

Per certi versi, Jake è un personaggio decadente, circondato dall’oscurità che solo grazie ad Ellie riuscirà a squarciare, anche se la strada per risorgere non sarà semplice da risalire. È come se in lui albergassero due personalità: il Jake uomo, o meglio il fantasma dell’uomo che era, pronto ad aiutare e che sa il fatto suo, e Jake il soldato spezzato, distrutto dal senso di colpa per essere sopravvissuto, desideroso di trovare la morte ma incapace di procurarsela… Un personaggio parecchio impegnativo, soggetto nel corso della narrazione ad un processo evolutivo di rinascita.



«Non ho niente per cui vivere, eppure non riesco a premere il grilletto. Non è la guerra a distruggerti, è il senso di colpa. È diventare quello rimasto indietro, quello salvato.» 

Ciò che ho trovato maggiormente in evidenza nel corso della lettura è stato l’intento dell’autrice di voler sensibilizzare il lettore oltre che sul disturbo post traumatico da stress di Jake, anche e soprattutto sulla forma di autismo di cui soffre il piccolo Spencer, un ragazzino davvero speciale che col suo modo di essere così schietto e diretto ha saputo conquistarmi sin dalle prime battute. L’attenzione è posta sul fatto che tale sindrome non deve essere considerata una malattia contagiosa, la mente del bambino è solamente composta da frammenti di un puzzle che bisogna cercare di ricomporre, tentando di trovare il modo giusto per riuscire a comunicare con lui.

Tirando le somme, come ho già detto, non è stata affatto la lettura che mi aspettavo, è stata intensa e capace di colpire dritta al cuore. Ho adorato Spencer, ho ammirato la forza e il coraggio di Ellie e ho provato molta empatia verso Jake, ho sentito il suo dolore, la sua amarezza, il suo senso di solitudine e il desiderio di voler fare qualcosa per uscire dal buco nero che lo imprigiona e allo stesso tempo la consapevolezza di non poterlo fare, almeno finchè non riceve quello schiaffo emotivo che gli fa aprire gli occhi.


Per cui, se avete voglia di una lettura che vi faccia imprecare e far venire la pelle d’oca per l’orrore vissuto da Jake, ma anche sospirare per un amore che tenta di raggiungere il suo lieto fine, allora questo romanzo fa assolutamente al caso vostro! Quindi, leggetelo!



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