Pagine

mercoledì 16 ottobre 2019

Recensione in Anteprima "Where the Blame Lies" di Mia Sheridan



Cari lettori,

oggi Dana vi parla in anteprima di "Where the Blame Lies" di Mia Sheridan, romantic suspense dalle tinte quasi thriller uscito lo scorso 15 settembre in lingua originale. Andiamo a vedere di che cosa parla e il parere della nostra Dana...





Titolo: Where the Blame Lies
Autrice: Mia Sheridan
Genere: Romantic suspense/Thriller
Uscita: 15 settembre (Inedito in Italia)



Rapita.
Terrorizzata. 
Imprigionata.
A diciannove anni, la studentessa universitaria Josie Stratton è stata rapita da un pazzo e tenuta incatenata per dieci mesi in un magazzino abbandonato prima che di riuscire a fuggire finalmente dalla sua prigione infernale. 
Otto anni dopo, quando il corpo di una giovane donna viene trovato incatenato nel seminterrato di una casa vuota, il detective della polizia di Cincinnati Zach Copeland si ricorda immediatamente del crimine commesso contro Josie Stratton. Zach era solo un novellino sul perimetro di quel caso, ma non ha mai dimenticato la donna traumatizzata con gli occhi inquieti. Man mano che emergono ulteriori informazioni, i crimini assumono una somiglianza ancora più sinistra. Ma l'aggressore di Josie è morto suicida. La città ha tra le mani un emulatore? Un assassino che ha ripreso da dove era stato interrotto lautore originale? O stanno affrontando qualcosa di molto più insidioso? Josie ha trascorso gli ultimi otto anni nel tentativo di rimettersi in carreggiata, ma ora c'è una reale possibilità che possa essere il prossimo obiettivo del sospetto sconosciuto. Mentre Zach promette di tenerla al sicuro e Josie si ritrova a rispondergli in un modo in cui non ha risposto a nessun uomo in quasi un decennio, l'indagine assume un livello di pericolo più intricato. Mentre passato e presente si scontrano, Josie e Zach sono spinti verso una verità scioccante e agghiacciante. Una rivelazione che minaccia non solo la vita di Josie, ma tutto ciò che ha combattuto così disperatamente da rivendicare.




*Traduzione trama ed estratti a cura dello staff TuTTa ColPa dEi LiBrI







Vi è mai capitato di liquidare frettolosamente un autore e di pentirvene in seguito?

A me è successo con Mia Sheridan. Avevo letto qualche anno fa un libro di quest'autrice e non mi era piaciuto. Credo che fosse il primo pubblicato da lei o in ogni caso uno dei primi. Dopo aver concluso faticosamente quella lettura, avevo evitato di leggere ancora i suoi libri. Negli ultimi anni il suo nome è tornato spesso alla mia attenzione. Sentivo tessere le lodi di altri suoi romanzi ma io continuavo a ignorarli, 
perché mi fidavo di quella prima impressione e poi mi è successo di sentir parlare di questa sua ultima storia e mi sono incuriosita. Per fortuna. Sono stata attratta dalla trama e ho cominciato a leggerlo. 

Ogni libro è un incontro. A volte è solo una questione di tempismo. Il libro giusto nel momento sbagliato finisce per passare inosservato, ma se ti arriva nel momento giusto ne cogli tutta la forza e ti lascia un'impressione duratura. Al di là del potenziale effettivo di uno scritto, oltre al valore letterario che gli viene attribuito o anche sottratto, credo che sia questo uno dei motivi per il quale un libro venga percepito diversamente da ogni lettore. Si tende a pensare a chi legge come a qualcuno di passivo; il lettore ascolta quello che qualcun altro ha già pensato o immaginato e non può aggiungervi nulla. In realtà ogni volta che viene letto, quel libro rivive, la storia assume sfumature diverse, i personaggi cambiano i lineamenti. Non a caso i lettori sono i critici più feroci nei confonti delle trasposizioni cinematografiche di opere letterarie. Non possono perdonare, infatti, di vedere tradita non solo la visione dell'autore ma anche e forse soprattutto la "loro" visione.

Questo libro è decisamente arrivato al momento buono per me. Ero da qualche settimana in balia del famigerato "blocco del lettore" e niente mi attirava. Mi sentivo così annoiata che pensavo di accantonare la lettura per un pò e poi è arrivato quello "giusto". Mi ha sorpreso in più di un modo. Mi aspettavo di leggere un romantic suspense e sebbene la definizione non sia inesatta, questa storia è molto più complessa.

Where The Blame Lies comincia presentandoci Josie Stratton, una bella studentessa di diciannove anni che frequenta il college di Cincinnati, che in una sera come tante altre è uscita a bere e ballare. Quella sera per Josie non termina come si aspetta. Josie quella notte viene rapita da un uomo che la tiene segregata per molti mesi, sottoponendola a varie forme di abuso.




Il suo incubo termina dieci mesi dopo,  quando la ragazza riesce finalmente a scappare. Il suo aguzzino, braccato dalla polizia si suicida e la ragazza può infine sentirsi al sicuro. Il caso è chiuso per la polizia e alla fine anche per i media, che prevedibilmente all'inizio ci sguazzano ma che col tempo perdono interesse. Per Josie non è così semplice. Il suo rapitore le ha cambiato la vita per sempre lasciandole ferite fisiche e psicologiche insanabili, ma Josie va avanti e a distanza di otto anni la donna si dibatte ancora tra un passato che non riesce a lasciare andare e un futuro che fatica a prendere forma. Quando ormai sembra che sia rimasta solo Josie a pensare al caso, ecco che una nuova vittima di un sequestro simile al suo viene ritrovata dalla polizia. Questa volta la ragazza rapita è stata meno fortunata perché non è riuscita a scappare dal suo carnefice e viene ritrovata morta. Zach Copeland, il detective incaricato del recente omicidio, scopre molte similitudini col rapimento di Josie alle cui indagini aveva partecipato all'epoca, ma l'uomo accusato in quel caso è morto, quindi l'assassino deve essere un emulatore, un copycat. Che cosa hanno veramente in comune i due casi? Zach capisce che è necessario contattare Josie, non solo perché è l'unica che può dare informazioni utili per l'indagine ma anche perché la donna potrebbe essere nuovamente in pericolo. 

A questo punto devo fermarmi e non rivelare nessun dettaglio che potrebbe rovinarvi la lettura che vi assicuro è davvero avvincente.

L'autrice narra in terza persona e all'inizio questo mi ha provocato un certo distacco dalla storia, ma alla fine è stato un bene. Quei primi momenti in cui viene raccontata la prigionia di Josie sono duri da digerire, anche se la Sheridan non esagera mai nelle descrizioni non è possibile ingentilire la crudeltà della situazione. La narrazione si concentra sulle indagini del presente ma troviamo lungo il racconto diversi flashbacks della prigionia di Josie. Questa alternanza non risulta irritante o dispersiva, perché è stata ben dosata dalla scrittrice. Come da tradizione, per un buon thriller la verità viene centellinata e consegnata al lettore poco alla volta, lasciandogli il piacere di formulare ipotesi, di perdersi in vicoli ciechi come succede anche ai protagonisti e come da manuale si arriverà alla fine per scoprire che la verità è sotto gli occhi e basta solo guardare bene. Mi rendo conto che dalla descrizione che ne ho fatto sembrerebbe che la storia sia da catalogare come thriller e basta, e soprattutto all'inizio è vero. La prima parte è incentrata decisamente sulla ricerca del colpevole e quindi sulla ricostruzione e l'analisi dei sequestri. La storia d'amore che nel libro è presente occuperà la scena solo più tardi, ma sarà comunque coinvolgente.






La bravura della Sheridan per me sta proprio qui. Non era facile far coesistere in unico libro il romance e il thriller. Normalmente uno dei due generi prende il sopravvento e soffoca l'altro, rendendo il racconto in qualche modo irrisolto. Al contrario, mi è sembrato che la scelta di dedicare un preciso spazio ad ogni cosa abbia in qualche modo funzionato. Nella seconda parte del libro la parte investigativa viene messa brevemente in stand- by e i protagonisti Josie e Zach smettono di essere solo gli elementi di un rompicapo da risolvere. Josie non è più solo una vittima ai nostri occhi, ma una donna coraggiosa e combattiva che cerca di riprendersi la sua vita e magari anche la chance di amare ancora.




Nel libro si parla di responsabilità, di sacrificio e di colpa. Si, la colpa è l'inizio e la fine, il motore di tutto. Le nostre scelte, le nostre azioni modificano non solo il corso della nostra esistenza ma anche quella di chi ci circonda. Anche quando non ce ne accorgiamo, la strada che prendiamo può deviare insospettabilmente il percorso di persone che neanche conosciamo. Come in un castello di carte per cui è sufficiente che una sola cada per far crollare tutte le altre, allo stesso modo le persone sono connesse tra di loro in maniera imprevedibile.

Sapendo che le prime opere della Sheridan sono romanzi d'amore mi ha piacevolmente sorpreso la padronanza con cui ha gestito questo cambio di genere. Il racconto ha un buon ritmo, mai frenetico ma neanche troppo statico. L'atmosfera, visto il soggetto che tratta, poteva essere opprimente, invece non indugia nei momenti bui più del necessario. La trama forse non è molto originale, ma del resto in questo genere è difficile inventare qualcosa di nuovo. C'è tanta carne al fuoco in questa storia e non era facile gestirla. Poteva facilmente venire fuori un pasticcio, invece tutto è dosato bene, le emozioni, le riflessioni, la caratterizzazione dei personaggi, i twists nell'intreccio e infine il cambio di focus dal thriller al romance risultano del tutto efficaci.

Mi ha tenuta incollata e curiosa fino alla fine e l'ho letto in poche ore.

C'è un tema importante trattato nel libro che riguarda le conseguenze del rapimento sulla protagonista, ma non voglio rivelare troppo. Dirò solo che ha contribuito a dare profondità al suo personaggio con cui è impossibile non empatizzare.

Ammetto di aver sbagliato nel giudicare frettolosamente la Sheridan. Non basta un libro per giudicare un autore, le persone evolvono e con loro evolve il loro sguardo sul mondo. In questo caso lo sguardo di uno scrittore può disegnare scenari ancora più ampi di un osservatore comune.

Where the blame lies per me è un ottimo esempio di come la prospettiva può cambiare la visione delle cose, di come il giudizio sia suscettibile di cambiamento. Esattamente come accade nel libro giudicare ed essere giudicati può essere una questione di prospettiva. È facile che ci sia un'inversione di ruoli, tra giudicante e giudicato, tra vittima e carnefice.

Where the blame lies è misterioso e incalzante ma anche struggente ed emotivo.

Giudizio assolutamente positivo.











Nessun commento:

Posta un commento

Il Blog si nutre dei vostri commenti, quindi se vi fa piacere lasciateci il vostro pensiero riguardante l'articolo. E se avete gradito quello che avete letto, condivideteci 💓