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martedì 22 ottobre 2019

Recensione "Sette lettere, un destino" di J.P. Monninger



Cari lettori,

oggi vi parlo dell'ultimo romanzo di J.P. Monninger, "Sette lettere, un destino" uscito lo scorso 8 ottobre grazie a Sperling & Kupfer. Una storia ambientata nel paese dei folletti delle fate dove il tempo si ferma per fare innamorare Kate e Ozzie, due anime così distanti che solo l'amore può unire.





Titolo: Sette lettere, un destino
Autore: J.P. Monninger
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: Contemporary romance
Uscita: 8 ottobre
Pagine: 336


Doveva essere un semplice viaggio alla scoperta delle affascinanti isole Blasket, un tempo cuore dell'Irlanda e della sua letteratura e ora abitate soltanto dal vento e dal silenzio. Un anno sabbatico per completare la tesi di dottorato sulle donne che avevano abitato quei luoghi circondati dal mare, poi Kate sarebbe tornata nel New Hampshire, alla sua vita che era riluttante a lasciare. Ma quando arriva sulle coste irlandesi, i suoi piani vengono inaspettatamente sconvolti: la ragazza è investita dal fascino di quei luoghi magici e selvaggi, di quelle distese color verde brillante battute dai venti, accarezzate dall'aria salmastra e dalla foschia del mattino. E dall'amore per un uomo misterioso: Ozzie Ferriter, un pescatore americano di origini irlandesi, reduce dalla guerra in Afghanistan, che nella solitudine di quella terra cerca rifugio da un passato che lo tormenta. Kate e Ozzie, travolti da una passione incontenibile, iniziano a costruirsi una vita sulla costa rocciosa dell'Irlanda, dove è il mare a scandire il tempo, tra la pesca di sgombri e merluzzi e il calore dei fuochi di torba. Insieme credono di poter cambiare il corso del destino rifugiandosi su un'isola tutta loro, costruita a proteggerli dagli obblighi e dalle pressioni dell'oceano che li circonda, convinti che il loro folle amore possa spazzare via ogni ostacolo. Quando, però, i vecchi demoni di Ozzie e i sogni ambiziosi di Kate busseranno alla porta della yurta in cui vivono, quell'amore e la fiducia reciproca saranno messi a dura prova. E l'isola felice, solitaria e pacifica che si sono costruiti sembrerà d'un tratto a Kate una prigione da cui voler scappare. Ma così come ci sono ferite che resistono alla forza dell'amore, è anche destino che alcune storie debbano fare giri immensi per trovare il proprio lieto fine.









Miei cari lettori,
oggi vi faccio fare un bel viaggio nel paese dei folletti e delle fate. Eh sì! Si parte per l’Irlanda. Lì, tra paesaggi mozzafiato e rovine abbandonate che rendono ancora più suggestiva l’atmosfera, due personalità agli antipodi s'incontreranno e vivranno la loro storia d’amore.

Tutto ha inizio con un viaggio che la nostra protagonista Kate Moreton, dottoranda alla Dartmouth, intraprende per scrivere la sua tesi e che la porterà nel suo luogo del cuore: l’Irlanda e in particolare le isole Blasket, luogo impervio oramai abbandonato ma che conserva ancora tra i vecchi ruderi la storia della popolazione che vi abitava. Una storia che Kate sente sua come non mai.






Il suo unico scopo è conoscere e comprendere fino in fondo l’argomento della sua tesi, ovvero le donne delle isole Blasket e le loro storie complicate, ma che agli occhi della studiosa che è in lei diventano qualcosa di affascinante e che la fa sentire a casa. Le letture le aprono un mondo a lei in parte sconosciuto e in parte no. Ricordi di fiabe raccontatele da bambina unite alla meraviglia del paesaggio che la circonda compiranno la magia. Kate è commossa e stregata dal luogo in cui si trova, incapace di dare nome alle migliaia di emozioni che questo viaggio le sta regalando.



Lessi fino a quando il mondo delle Basket mi diventò più familiare di quello in cui vivevo, fino a quando le isole diventarono un sogno in cui potevo immergermi con la stessa facilità con cui si apre una porta. 


L'Irlanda però non le regalerà solo la bellezza di un luogo magico e selvaggio, ma anche un rude pescatore dal cuore tormentato, Ozzie Ferriter. Un uomo che farà battere forte il cuore della nostra rossa e che ha scelto il mare come casa per allievare i dolori causati dalla guerra in Afghanistan. Ozzie è un uomo difficile e misterioso come le amate isole Blasket di Kate: incredibilmente bello e affascinante, ma anche pieno di ferite ancora non rimarginate e che forse non lo saranno mai.



È un uomo così affascinante e talmente bello che ancora mi toglie il fiato. Un uomo capace di citare Yeats a memoria. L'uomo dei miei sogni da mille punti di vista, ma è ferito e tormentato. 


Travolti da un sentimento che nessuno dei due riesce a spiegarsi per quanto repentino e travolgente, Ozzie e Kate vivranno la loro personale storia d’amore, circondati dal mare che culla il loro sonno e stretti vicini davanti al fuoco di un camino, guardando le milioni di stelle sopra la yurta che li custodisce nel suo ventre. Cioè, chi noi vorrebbe essere al posto di Kate? Alzate la mano!



Avremmo vissuto secondo le fasi lunari, le maree e il vento. Il pensiero mi suscitava una strana serenità. Mi sentivo felice, appagata… volevo stare con lui. 


Un luogo tutto loro, dove non devono rendere conto a nessuno se non a loro stessi. Una bolla personale che li ripara dalle intemperie della vita. Un covo segreto dove vivere il loro amore senza mai dire basta. Un vasto oceano di possibilità che aspetta solo loro. Basta solo mollare gli ormeggi e partire. E Kate parte per questo viaggio con Ozzie e per un attimo dimentica tutto: le sue ricerche, i motivi del suo viaggio e soprattutto i piccoli grandi interrogativi su quel bellissimo uomo che la vuole accanto a sé.



Ma l’idillio durerà poco e presto Kate dovrà fare i conti con i demoni che assillano il povero Ozzie e allora tutti quei interrogativi lasciati da parte per perseguire un piccolo momento di eterna felicità tornano a galla prepotenti, mettendo in dubbio tutte le scelte fatte e soprattutto se l’amore possa bastare per poter superare ogni tempesta che si abbatterà su di loro.


Tutti i viaggi sono interiori, ha detto qualcuno, ma io cominciavo a dubitare che noi due avessimo la stessa meta, e persino che fossimo uniti in una cosa sola. 


Che dire, sono ancora con gli occhi sognanti, immersa con tutte le scarpe nelle meravigliose e magiche descrizioni di un pezzo d’Irlanda che l’autore ha fatto in questo libro. C’è qualcuno che mi può dare un pizzicotto? No? Fa niente... Mi riscuoto giusto un attimo dal mio personale sogno ad occhi aperti per darvi qualche mia personale considerazione su questo libro e poi torno a sognare beatamente. XD

Allora, comincio col dirvi che amerete come l’autore descrive i luoghi lasciandovi fare un viaggio da seduti e facendovi sentire parte del tutto. Questi momenti che troverete soprattutto nella prima parte della storia sono la parte più bella e meravigliosa del libro.
Difficile poi tornare alla realtà, ti assale solo una irrefrenabile voglia di partire per vedere questi luoghi mozzafiato. Ma dopo un inizio quasi stellare con l’incontro tra Kate e Ozzie e il loro divertente scambio di battute e conseguente accettazione del loro amore, tutto è precipitato con mio sommo dispiacere.

Il vero assente, direi quasi un fantasma in questo libro, è il personaggio di Ozzie. All’inizio ci dà un assaggio sul suo carattere diretto che va subito al dunque e che con poche ma semplici parole sa conquistare il tuo cuore. Inutile dire che mi ha fatto innamorare immancabilmente di lui proprio per la sua imperfezione e per queste sue meravigliose esternazioni, che seppure imperfette nascondono un velo di dolcezza.




Dopo il primo assaggio, mi aspettavo però ad un certo punto un andare in fondo ai meandri nascosti di questo personaggio, ma purtroppo quello ci viene mostrato a sprazzi è poco e non appaga la voglia di conoscenza. A mio modesto parere, il libro aveva bisogno del POV alternato, che avrebbe dato una visione più completa dell’intera storia. Alla fine ciò che mi è rimasto è un grande interrogativo su chi è Ozzie Ferriter e ahimè resterà solo l’idea che mi sono fatta di lui.

Protagonista centralissima di questo libro è invece Kate. Lei è una donna concreta e determinata che difficilmente si lascia prendere dalla follia del momento e che non corre qualche rischio se non calcolato. L'Irlanda e Ozzie faranno venire fuori una Kate più spavalda e genuina, portando a galla in qualche modo il suo essere per metà irlandese. Ma dopo un primo momento di follia, Kate tornerà in sé e vedrà la dura realtà davanti ai suoi occhi. I suoi dubbi ci accompagneranno per tutto il libro, mostrandoci tutte le incertezze e paure dell’amore e della consapevolezza che per quanto ami una persona non puoi salvarla da se stessa.


Ho paura di essermi innamorata di un bellissimo vaso di porcellana che però ha una crepa alla base. Ancora non si è rotto, ma non è più in grado di svolgere la sua funzione. Un vaso che perde acqua smette di essere un vaso. È solo un pezzo d’argilla. 


La mancanza di un’altra voce nel coro ha reso il suo l’unico punto di vista possibile e non sempre ho condiviso le scelte di questo personaggio. Una protagonista femminile sicuramente forte, ma forse troppo esasperata verso le ultime battute del libro.


Chiudendo il libro sono rimasta con tanti punti interrogativi, il più grande è il personaggio di Ozzie, e con un mezzo dispiacere perché togliendo le mie aspettative personali su questa storia, mi è mancato pathos per tre quarti del libro ed è stato difficile trovare anche un solo appiglio a cui aggrapparmi durante la lettura che capovolgesse la situazione. A malincuore, il libro si guadagna tre manette per le dettagliate e straordinarie descrizioni dell’Irlanda e la prima parte, che mi ha dato modo di vedere come poteva essere la storia, parti che rimangono indelebili nella mia memoria, ma il resto per me non è salvabile. Rimane una storia meravigliosamente inespressa che non è riuscita a trovare un suo degno finale.







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