vi presentiamo in anteprima IO SONO ZELDA, romanzo d'esordio di Andrew David MacDonald, in uscita il 3 giugno per Sperling & Kupfer. Già al centro attenzione alla fiera del libro di Francoforte, dove è stato conteso dai principali editori internazionali, È ora segnalato tra i libri più attesi dell'anno ed è consigliato dai librai indipendenti americani.
Titolo: Io sono Zelda
Autore: Andrew David MacDonald
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: Narrativa Contemporanea
Uscita: 3 giugno
Pagine: 368
«Non serve essere perfetti per diventare eroi.» per Zelda macleish «il mondo è un posto dove le cose che contano di più sono il coraggio e far parte di una tribù, in cui siamo tutti Vichinghi che remano insieme al ritmo dello stesso tamburo.» Zelda adora i Vichinghi: ne conosce a memoria tradizioni e miti, ne ammira il coraggio e la possibilità che offrivano a tutti di diventare eroi di una leggenda. Anche alle donne (le Valchirie erano più forti di tutti). anche alle persone quasi invisibili come lei. Zelda è invisibile perché è diversa, che, come è solita spiegare, «è un modo più carino per dire ritardata». è nata con un disturbo cognitivo per il quale gli altri non la ritengono in grado di decidere per se stessa, anche se ormai ha ventun anni e ha le idee molto chiare sulla vita, che organizza rigorosamente in liste da seguire. A prendersi cura di lei è Gert: il suo fratello, il suo guerriero, l'unica famiglia che le resti. Gert è bravissimo a sopravvivere alle battaglie della vita, ma anche a mettersi nei guai. Così, quando Zelda scopre che il fratello ha trovato un metodo discutibile e pericoloso per guadagnare i soldi necessari a mantenere entrambi, decide di prendere in mano la situazione. Ben presto, si ritroverà alle prese con una sfida che mettere a dura prova il suo coraggio vichingo e si scoprirà disposta a tutto pur di scrivere da sola la sua leggenda. Anche ad andare contro le regole, se si tratta di salvare la sua tribù.
«Ecco la nuova Eleanor Oliphant»
Corriere della Sera
«Lo sguardo di Zelda è una lente di ingrandimento che permette di osservare la trama fine della vita. Il suo carico di empatia è travolgente. Davvero un bel romanzo»
Fabio Geda, autore di Nel mare ci sono i coccodrilli
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