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mercoledì 27 luglio 2022

Recensione "Il rosmarino non capisce l'inverno" di Matteo Bussola

 




Cari amici lettori,

oggi vi parlo di IL ROSMARINO NON CAPISCE L’INVERNO di Matteo Bussola, uscito il 28 giugno per Einaudi.


Titolo: Il rosmarino non capisce l'inverno
Autore: Matteo Bussola
Editore: Einaudi
Genere: Narrativa contemporanea
Uscita: 28 giugno 2022
Pagine: 160

A cosa pensa una donna quando, assordata dalle voci di tutti, capisce all’improvviso di aver soffocato la propria?» In pochi come Matteo Bussola sanno raccontare, con tanta delicatezza e profondità, le contraddizioni dei rapporti umani. In pochi sanno cogliere con tale pudore il nostro desiderio e la nostra paura di essere felici. Una donna sola che in tarda età scopre l’amore. Una figlia che lotta per riuscire a perdonare sua madre. Una ragazza che invece non vuole figli, perché non sopporterebbe il loro dolore. Una vedova che scrive al marito. Una sedicenne che si innamora della sua amica del cuore. Un’anziana che confida alla badante un terribile segreto. Le eroine di questo libro non hanno nulla di eroico, sono persone comuni, potrebbero essere le nostre vicine di casa, le nostre colleghe, nostra sorella, nostra figlia, potremmo essere noi. Fragili e forti, docili e crudeli, inquiete e felici, amano e odiano quasi sempre con tutte sé stesse, perché considerano l’amore l’occasione decisiva. Cadono, come tutti, eppure resistono, come il rosmarino quando sfida il gelo dell’inverno che tenta di abbatterlo, e rinasce in primavera nonostante le cicatrici. Un romanzo in cui si intrecciano storie ordinarie ed eccezionali, che ci toccano, ci interrogano, ci commuovono. «Ho deciso di scrivere di donne perché non sono una donna. Perché ho la sensazione di conoscerle sempre poco, anche se vivo con quattro di loro. E perché è piú utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già» (Matteo Bussola).
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“Ho deciso di scrivere di donne perché non sono una donna. Perché ho la sensazione di conoscerle sempre poco…” 
È stata questa frase di Matteo Bussola ad incuriosirmi e a farmi decidere di prendere in mano questo libro. Un libro che si allontana un po’ dai miei generi, ma che ho voluto leggere anche per esplorare qualcosa di nuovo e aggiungerlo alla mia lista di libri. È la prima volta che leggo Matteo Bussola e devo dire che sono entrata subito in empatia con le storie narrate. Storie di donne, storie di vita, la storia di Sara, Margherita, Aurora, Giuseppina, Maddalena, Vera, Marika, Rosi, Daisy e le tante altre protagoniste di questo libro. In poche pagine, Matteo Bussola ha saputo trasportarmi nel loro mondo e a farmi vivere nelle vite di queste protagoniste percependo ogni loro sensazione ed emozione, i loro pensieri e desideri, le loro sofferenze più grandi e le loro fragilità più nascoste. In fondo siamo donne e in ognuna di noi regna situazioni differenti e molteplici, siamo coerenti ma anche contradditorie, abbiamo i nostri pregi ma anche i nostri difetti, siamo complicate, forti e determinate. Tutto questo è l’essere donna che è quanto Matteo Bussola ha voluto descrivere attraverso le vite delle protagoniste di questo libro.



Entriamo in varie ambientazioni: case, uffici, ospedali, bar, cimiteri, treni. Si conoscono tante donne ognuna con la propria storia da raccontare, apparentemente così distanti tra loro, che a volte si incontrano, a volte si scontrano e a volte le loro vite si incrociano.
Sono donne diverse per età, per il loro stato sociale, per le loro condizioni economiche e culturali, per l’identità di genere. 
Donne che fuggono da una vita di compromessi alla ricerca di conforto e sostegno per accettare loro stesse; donne che riescono a perdonare nonostante tutto; donne che non hanno paura di dichiararsi consapevoli delle conseguenze. Donne che vogliono sentirsi libere di vivere la propria sessualità e di non essere giudicate per questo. Donne di ogni genere che vogliono vivere senza i pregiudizi che ancora oggi purtroppo sono presenti. 

"Siamo costantemente prigioniere dei pregiudizi, delle aspettative sociali, delle speranze mal riposte."

Conosciamo alcune di queste donne nei momenti di sofferenza, di crisi e di rassegnazione; per altre invece arriva il momento di svolta, acquisiscono più sicurezza o riescono a realizzare un loro desiderio. Sono storie di dolore, di trasformazione, di rinascita e riscatto.


Matteo Bussola punta l’attenzione sul mondo lavorativo dove la donna ancora oggi è penalizzata, dove per farsi sentire e farsi strada deve combattere ogni giorno e abbattere muri enormi. Molti i temi trattati come quello della malattia e del lutto, quello dell’amore in tutte le sue sfaccettature, e delle seconde possibilità.

Seppure il vissuto di queste donne sia diverso e le vicende narrate molto lontane, le legano il filo invisibile dei sentimenti, che le portano ad essere vicine fino ad essere arrivate a me e a legarmi a doppio nodo con loro. Una sorta di viaggio che inizia nelle vite di altre donne e che si conclude nella mia anima. Dei piccoli scorci di vita, di esistenze in cui mi sono immedesimata e riconosciuta.

Sono storie uniche che sembrano urlare varie vite possibili che noi tutti dobbiamo accettare e rispettare. La vita delle persone non va mai giudicata, ma compresa e magari riuscire a metterci nei panni dell’altro per poter capire meglio.

“Ci sono giorni in cui penso che stiamo insieme per proteggerci a vicenda, ciascuno custode del limite o delle scelte dell’altro. Ci teniamo reciprocamente al sicuro. Non è questo, In fondo l’amore?”

È un libro toccante che mi ha fatto piangere e sorridere, mi ha fatto sperare in un futuro diverso se è possibile, migliore. Scritto in maniera profonda ma allo stesso tempo scorrevole, fluido e di piacevole lettura, è un libro molto delicato dove non c’è banalità e con molti spunti di riflessione. Un libro introspettivo che punta dritto al cuore, senza tanti fronzoli o giri di parole. Alla fine, mi sono resa conto che è un libro che parla certamente delle donne ma anche degli uomini.





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