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martedì 8 settembre 2020

Recensione "La verità è che non sei distante abbastanza" di Chiara Parenti






Cari lettori,

oggi vi parlo de "La verità è che non sei distante abbastanza", commedia romantica dell'autrice italiana Chiara Parenti, uscita lo scorso 10 agosto in edizione Self Publishing. Un’ipocondriaca costretta in casa con l’ex fidanzato durante una pandemia globale. Riuscirà a sopravvivere al lockdown? Venite a scoprirlo...





Titolo: La verità è che non sei distante abbastanza
Autrice: Chiara Parenti
Editore: Self Publishing
Genere: Commedia romantica
Data pubblicazione: 10 agosto
Pagine: 181


Marzo 2020.

Elena Tonelli è furiosa. L’Italia è in lockdown e lei è rimasta bloccata a Reggio Emilia in un appartamento che odia insieme a Lorenzo, l’ex fidanzato fedifrago che l’ha tradita e dal quale vorrebbe stare a molto più di un metro di distanza. Le cose precipitano quando l’agenzia per la quale lavora la licenzia a causa dell’annullamento degli eventi dovuto alla quarantena e lei si ritrova improvvisamente disoccupata.

Pasti separati, letti separati, spesa separata. Le regole della prigionia sono chiare ma, anche così, le battaglie sono all’ordine del giorno.

Ipocondriaca nel mezzo di una pandemia globale, Elena trascorre le giornate a disinfettare qualsiasi tipo di superficie, dalle 3564 fughe dei pavimenti di casa alle zampe del cane. Lorenzo invece è molto più rilassato su questo punto: entra ed esce di casa ogni giorno con disinvoltura, senza mai dire dove vada, cosa che manda Elena fuori di testa.

Come se non bastasse, ci sono anche i vicini a darle il tormento: l’anziano scorbutico al piano di sopra che lancia secchiate d’acqua dal balcone, e quelli del piano di sotto, una coppia di musicisti da balera a cui la faccenda del flashmob delle 18 è sfuggita di mano e ogni giorno si sente in dovere di intrattenere il quartiere con il meglio delle canzoni italiane anni ’60.

Per fortuna ci sono le amiche Rebecca, Asia e Giulia che, anche se lontane, le fanno sentire la propria vicinanza tra messaggi e videochiamate.

Ma a riempire di colore le giornate grigie di Elena è Alessandro, un affascinante giovane imprenditore che aveva conosciuto qualche mese prima durante un evento organizzato dalla sua agenzia e che sembra intenzionato a volere molto di più che chattare con lei.

Tutto cambia la sera del 18 marzo, quando alla tv passano le immagini dei mezzi dell’esercito che trasportano le bare via da Bergamo: per la prima volta, Elena e Lorenzo si rendono conto della gravità di quello che sta succedendo fuori dal loro appartamento, e allora anche la lite sulla tavoletta del wc rimasta alzata perde di significato.

Inaspettatamente ricominciano a parlare e in casa inizia il cessate il fuoco. Sarà solo una tregua provvisoria o, intrappolati insieme, riusciranno anche a riscoprire quello che li univa prima? E Alessandro cosa farà? Resterà a guardare?











Cari lettori, oggi è tempo di parlarvi di un nuovo romanzo, una nuova lettura, come sempre una nuova avventura librosa. Stavolta niente viaggi oltreoceano, rimaniamo a casa, in Italia e in un periodo non troppo felice della nostra storia. Un periodo da cui siamo usciti reduci da poco e che ancora aleggia minaccioso all’orizzonte. Un periodo che sicuramente ci ha cambiati, a chi in male a chi in bene. Eh sì, sto proprio parlando del lockdown che abbiamo vissuto tutti solo pochi mesi fa e che sembrava non finisse più. Chiara Parenti ha deciso come hanno fatto tante altre autrici di immortalare su carta questo difficile periodo sdrammatizzandolo, perché no, ma puntando anche il riflettore sulle cose veramente importanti che ci hanno fatto riflettere durante i mesi di chiusura forzata. Riflessioni che nella vita frenetica di ogni giorno sicuramente non avremmo potuto fare. Ma andiamo a conoscere i protagonisti di questa storia che vi annuncio già in alcuni momenti vi faranno sbellicare dalle risate. XD

La protagonista principale della storia è Elena Tonelli che come tutti si ritrova bloccata, causa lo scoppio della pandemia, nel piccolo appartamento che condivide con il suo fidanzato. Anzi è meglio dire ex, perché Lorenzo ha deciso di confessarle di averla tradita poco prima della chiusura forzata e ora Elena si ritrova a vivere 24h su 24h con l’ultima persona che vorrebbe vedere, l’ultima persona al mondo che vorrebbe così vicina.




“Disegno crocette sul calendario dei giorni che passano come un naufrago su un’isola deserta che aspetta di essere salvato. Ma magari la mia isola fosse deserta! Io sono in prigione con la sola persona che odio di più al mondo”



A peggiorare già lo stato di guerra fredda arriva anche l’inaspettato licenziamento dalla sua agenzia di organizzazioni eventi, che come tutte cerca di rimanere a galla in questa difficile situazione. Elena già esasperata dal suo mondo che le è crollato addosso e con una ipocondria cronica è pronta a trasformarsi in una donna decisamente fuori di sé. Il suo obiettivo preferito su cui sfogare tutta la sua frustrazione diventa naturalmente Lorenzo. Dalla guerra fredda alla guerra vera e propria è un attimo. Le quattro mura del piccolo appartamento divento il terreno perfetto dove Elena e Lorenzo combattono questa battaglia a colpi di oggetti che volano, ma soprattutto inconfondibili sono le grida d’aquila della nostra protagonista che rendono vivace l’atmosfera.




"Ah, la bellezza di essere bipolari in quarantena: un attimo prima fumi dalla rabbia e quello dopo muori dal dolore. Il tutto rigorosamente nello stesso metro quadrato di spazio vitale."


Aggiungiamo al quadretto, un vicino scorbutico che se non stai attenta ti lancia secchiate d’acqua addosso dal piano di sopra e due vicini del piano di sotto che hanno deciso di movimentare il clima un po' cupo a suon di canzoni rigorosamente anni ’60 e voilà, benvenuti al manicomio.


I giorni passano e le cose non diventano certo più facili per Elena che deve gestire tutta questa situazione super stressante ed è quindi sempre pronta a scoppiare come una bomba ad orologeria. Membro attivo del club Mai Una Gioia, Elena si lascia confortare telefonicamente dalle sue amiche Giulia, Rebecca e Asia, la sua insegnante di Yoga/amica. Anche loro stanno cercando di sopravvivere a questa situazione, chi dando anima e corpo alla cucina, chi adottando una filosofia zen e chi in altre attività extracurriculari. Improvvisamente arriva anche un intraprendente e affascinante giovane uomo a farle compagnia con le sue lusinghe e distogliendole l’attenzione dal pianificare un possibile omicidio ai danni del suo ex traditore.


Un giorno indistinto di questo lockdown arrivano le immagini terribili delle bare trasportate dalle camionette dei militari via dalla città di Bergamo e allora Elena e Lorenzo con lei per la prima volta rimangono ammutoliti di fronte a queste scene strazianti e capiscono quanto invece sono fortunati.







Nessuno può rimanere immune di fronte a questa sfilata di dolore che porta con sé la consapevolezza che quello che sta accadendo è tutto reale. C’è gente che combatte ogni giorno negli ospedali per sconfiggere un virus infimo e non sempre ci riesce e quelle tante, troppe bare ne sono la prova.


Gridarsi addosso a vicenda e covare odio verso l’altro vanno in secondo piano e allora Elena e Lorenzo firmano una sorta di tregua iniziando a convivere pacificamente e chissà, riscoprendo qualcosa di dimenticato da tempo.


"Ecco, sta succedendo di nuovo.
Ridiamo di gusto, come ieri sera, e a un tratto temo che queste pareti sbiadite possano crollare di fronte a questo suono che qui non si sentiva più da troppo tempo."


Confesso che ho letto questo romanzo in poche ore completamente rapita dalla storia. Ne ho lette di storie ambientate durante il periodo del lockdown, ma questa ha quel qualcosa in più che me ne ha fatto innamorare. Stile di scrittura come sempre semplice e diretto che arriva sempre a destinazione. L’autrice ha saputo toccare tutti i punti fondamentali che hanno contraddistinto questi mesi che abbiamo vissuto e ha creato una storia vera con cui il lettore entra subito in sintonia. Il tutto è stato condito con una ironia che ha spezzato un po' la cupezza dell’argomento raccontato. La protagonista con le sue “maraschinate”, come le chiama affettuosamente Lorenzo, ha dato brio al racconto. Ero quasi in lacrime per le troppe risate. XD


Naturalmente non mancano momenti seri che puntano invece l’attenzione sulla gravità del momento che stanno vivendo i protagonisti. Ho amato alla follia il fatto di circondare i protagonisti, due ragazzi giovani da quelli che possiamo solo chiamare nonni, per dare un significato affettuoso e caloroso al termine. Perché i vicini di Elena e Lorenzo sono veramente la cosa più vicina all’affetto di una famiglia per loro e poi non parliamo della super nonna di Elena che con i suoi consigli enigmatici ma saggi mi ha conquistato.




Se da sfondo abbiamo il lockdown con tutte le sue conseguenze, al centro c’è la storia d’amore tra Elena e Lorenzo. Una storia che sembra al capolinea e quindi è arrivato il momento di allontanarsi da quel sogno ad occhi aperti dell’amore che non finisce mai. Ma la pandemia arriva cambiando le carte in tavola e allora una convivenza forzata potrebbe essere anche il momento giusto per fermarsi e guardarsi dentro. Finalmente si potrebbe dire quello che non si ha mai avuto il coraggio di dire e chissà iniziare un nuovo capitolo della propria vita.




Tirando le somme, romanzo promosso a pieni voti e naturalmente consiglio vivamente di leggerlo per ritrovarvi anche voi a riflettere, ridere di gusto e vedere il lato positivo in questa epoca incerta come quella che stiamo vivendo. Grazie Chiara, per avermi dato l’opportunità di leggere questa storia.





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