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giovedì 9 maggio 2024

Recensione "Mia inquieta Vanessa" di Kate Elizabeth Russell

 


Lettori, tra le tante letture dello scorso mese una spicca su tutte per le tematiche trattate e per le riflessioni che innesca nella mente di chi legge. Un romanzo potente per i messaggi che lancia e per la storia in sé che difficilmente lascia indifferenti. Sto parlando di "Mia inquieta Vanessa" dell'autrice Kate Elizabeth Russell, edito Mondadori.





Titolo: Mia inquieta Vanessa
Autrice: Kate Elizabeth Russell
Editore: Mondadori
Genere: Contemporary romance/Dark romance/Thriller
Uscita: 25 agosto 2020 (prima edizione)
Pagine: 360


2000. Delusa dalla fine di un'amicizia e alle prese con le prime difficoltà della vita ma ambiziosa e impaziente di diventare adulta, Vanessa Wye ha quindici anni quando affronta il secondo anno di liceo alla prestigiosa Browick School e inizia una travolgente relazione con Jacob Strane, il suo magnetico insegnante di letteratura di quarantadue anni.

2017. Quasi vent'anni dopo, quando iniziano il movimento #MeToo e l'ondata crescente di accuse verso uomini potenti, arriva infine la resa dei conti. Strane viene accusato di abusi sessuali da un'altra ex allieva, che contatta Vanessa chiedendole di fare lo stesso e denunciare il professore. Vanessa è inorridita, perché è sicura che la relazione che ha avuto con Strane non sia stata un abuso. Era amore. Di questo è certa. Costretta a ripensare il suo passato, a ripercorrere tutto ciò che è accaduto, Vanessa deve ridefinire la storia d'amore mai davvero finita che ha segnato la sua esistenza, e deve affrontare la possibilità di essere una vittima, e solo una delle tante. Si ritrova improvvisamente di fronte a una scelta impossibile: rimanere in silenzio, ferma nella convinzione di avere agito volontariamente quando ha iniziato la relazione da adolescente, o guardare con altri occhi se stessa e gli eventi del suo passato. Ma come può rinnegare il suo primo amore, l'uomo che l'ha trasformata radicalmente ed è stato una presenza costante nella sua vita? È davvero possibile che colui che tanto ha amato da ragazzina e che ha sempre professato di adorare solo lei possa essere così diverso dall'uomo in cui ha sempre creduto?

Alternando il presente di Vanessa e il suo passato, la storia affianca memoria, trauma e l'emozione mozzafiato di una adolescente che scopre il potere che può esercitare il proprio corpo.









Lettori, oggi vi parlo di una lettura molto intensa a livello emotivo che tratta un argomento spinoso e difficile da affrontare. In Mia inquieta Vanessa, versione precedente di My Dark Vanessa, si parla di abuso sessuale ma soprattutto psicologico. Tematica purtroppo sempre attuale. Fin da subito, il romanzo mi ha confusa. Mi ha profondamente disturbata per i pensieri dissociati della sua protagonista Vanessa Wye che a quindici anni si invaghisce del suo professore di letteratura più vecchio di lei di trent’anni. Togliendo tulle le implicazioni negative di una storia tra un docente e una studentessa e della grande differenza d’età, rimane da chiedersi chi è la vittima e chi il carnefice. Ed è proprio questa la domanda che il lettore si pone di continuo per l’intera durata della lettura. Senza trovare una risposta.
La narrazione attraverso la voce diretta della inquieta protagonista dai suoi quindici anni fino ai trenta, non ci mostra una linea di demarcazione netta, potendola definire una VITTIMA, anzi spesso sembra proprio il contrario. Difficile per chi legge farsi un’idea ma soprattutto dare un giudizio.



“È così che all’epoca definivo la nostra differenza di età: perfetta. Mi piaceva la relazione numerica tra i nostri anni, i suoi tre volte i miei. Mi immaginavo tre piccole me che trovavano posto dentro di lui: la prima avviluppata al cervello, la seconda al cuore, la terza liquefatta a scivolargli nelle vene.



La storia parte dai quindici anni della protagonista del romanzo. Corrono gli anni 2000 e Vanessa Wye è una giovane ragazza che sta per iniziare il suo secondo anno di liceo alla prestigiosa Browick School. Fin dalle prime pagine, traspare un animo tormentato, una teenager con un rapporto difficile con i genitori e molto solitaria. Fin qui, niente di anomalo, no? Tutti a quell’età abbiamo avuto un rapporto conflittuale con mamma e papà e persino con noi stessi, con il nostro corpo che cambia. Vanessa ha un’indole quasi masochista, oserei dire, e una spasmodica voglia di essere notata e qui avviene l’incontro fatale che segnerà per sempre la sua vita con Jacob Strane. Una presenza oscura e tossica di cui non si libererà mai più.

La fragile e ingenua Vanessa attira l’attenzione di una persona più grande di lei e assolutamente off-limits. Strane dal canto suo sembra sin da subito getta benzina sul fuoco per attirare Vanessa tra le sue grinfie. Lui è l’unico a riservarle fin dalla prima lezione uno sguardo attento e parole che nessuno mai le ha dedicato. Decisamente fuori luogo. Il giovane animo di Vanessa, in piena fase adolescenziale, in apparenza sembra sbocciare e trovare un appiglio nel caos esistenziale che sembra abitare il suo cuore. Ma è solo una mera illusione.






Inizia così tra sguardi intensi, parole dal significato nascosto, stralci di poesie e consigli di lettura come “Lolita” di Nabokov che diventa un’ossessione per Vanessa, una “relazione” pericolosa e malata da un lato per la mente facilmente influenzabile e fantasiosa di Vanessa e dall’altra parte per l’atteggiamento manipolatore di Strane che si nasconde in piccole e impercettibili sfumature di comportamento da predatore sessuale che il lettore riesce subito a notare. Strane è un uomo che abilmente rimaneggia la realtà a suo favore e sa imporsi su una coscienza suscettibile come quella di Vanessa che è incapace di cogliere di essere una facile preda e quindi scegliere di fuggire.






Vanessa vede Strane con gli occhi dell’amore. La protagonista idealizza questo rapporto facendo diventare Strane l’amore della sua vita, incapace di scorgere la sua reale natura. In un’alternanza di capitoli ci rituffiamo nel passato di Vanessa, e le parole e i comportamenti di Strane si accendono come piccole lampadine rosse, segnali di pericolo che ci avvertono che qualcosa non quadra. Questa non è la storia d’amore proibita che si nutre di buoni sentimenti. Un rapporto alla pari dove entrambe le parti sono libere di esprimere il proprio essere e decidere autonomamente. L’inquietudine della protagonista comincia piano piano a diventare la nostra, ricordo dopo ricordo.



"«Ho idea che io e te siamo molto simili, Nessa» sussurra. «Lo capisco da come scrivi che sei una romantica dark come me, un’anima inquieta.»"



L'essere di continuo compiaciuto ed ergersi a padrone della verità sono due cose che contraddistinguono il suo aguzzino e diventano anche ciò che alimenta questo rapporto malato e non fa comprendere a Vanessa cosa stia accadendo realmente. Quello che fa è per sua volontà o solo frutto di un’abile manipolazione di uomo in grado di soggiogarti e tenerti al guinzaglio a livello emotivo per sfamare la sua mente disturbata?





La narrazione si alterna anche con il presente della protagonista, dove rivediamo una Vanessa decisamente più cresciuta. Una donna, oramai. Un animo ancora inquieto e purtroppo ancora profondamente legato a Strane e alle ammalianti parole che hanno oramai definito la sua esistenza in maniera irreversibile. Succube ancora di lui, la vita di Vanessa sembra andare avanti a stento e con difficoltà, al limite dell’autodistruzione.



"A volte ho l’impressione che io non faccia altro, ogni volta che lo contatto: cercare di ossessionarlo, di trascinarlo indietro nel tempo, di chiedergli di raccontarmi ancora una volta cos’è successo. Di aiutarmi a capire, una volta per tutte. Perché io sono ancora bloccata qui. Andare avanti, per me, è impossibile."


Vent’anni dopo i fatti della Browich, la società sta affrontando l’ondata del movimento #MeeToo con valanghe di denunce di violenze di donne verso uomini potenti che hanno abusato di loro. In poco tempo si crea un movimento compatto di stampo femminista difficile da arrestare. In questo clima accesso, arriva una denuncia di abusi sessuali di una ex allieva di Strane che sembra riaprire una profonda voragine in Vanessa. Incoraggiata a parlare e raccontare la sua storia, la ragazza con i capelli rossi come le foglie dell’acero, è costretta a rivedere il rapporto con Strane con occhi diversi. Era veramente amore o anche lei è stata un’altra vittima inconsapevole di Strane?






Ve lo devo dire, anche adesso non riesco a trovare le parole per descrivere al meglio ciò che ho letto. Volevo da tempo leggere questo libro ma non mi decidevo mai perché l’argomento non è decisamente facile da digerire, soprattutto per come l’autrice ha deciso di impostare il romanzo. Adesso, dopo averlo terminato vi confesso che la storia mi ha toccata profondamente.

La narrazione si muove tra passato e presente facendoci conoscere bene i protagonisti di questa storia. I capitoli del passato sono veramente duri da leggere perché viviamo tutto attraverso gli occhi di Vanessa, percependo le sue sensazioni e molte scene sono decisamente forti. Spesso ho provato empatia per lei ma non sempre purtroppo... È un personaggio complesso a livello psicologico e l’autrice ha saputo perfettamente delineare questa complessità caratteriale.






Interessante è percepire quasi sottotraccia la riflessione sull’atteggiamento di istituzioni come la scuola o la stessa famiglia, di come hanno reagito o meglio non reagito di fronte a determinate situazioni. Minimizzando e non scavando a fondo, si sono resi complici di quello che è accaduto. Avrei preferito una maggiore attenzione sul movimento #MeeToo o comunque sulle storie personali delle altre vittime di Strane ma l’autrice ha preferito focalizzarsi esclusivamente su Vanessa e i suoi sentimenti contrastanti. Va bene così.



“Quale ragazza non lo intuisce, in realtà? Incombe su di noi, la minaccia della violenza. Ti inculcano un senso di pericolo finché non inizia a sembrarti inevitabile. Cresci chiedendoti quand’è che alla fine ti accadrà per davvero.”



Complicato per tutta la durata della lettura è definire l’atteggiamento di rifiuto ostinato della protagonista di non definirsi come le altre: una VITTIMA. Vanessa non riesce a sentirsi tale e rifiuta di omologarsi. Nega costantemente e ripete come un robot quello che le è stato inculcato da Strane per anni e quello che la sua mente fragile si è imposta per non soccombere sotto il peso di quello che ha subito. Questo lo si capisce solo verso la fine del romanzo perché per tutto il libro la testardaggine di Vanessa nel non volere spezzare questo cordone ombelicale con il suo aguzzino, è prevalente. Vanessa si sente l’unica fra tutte quelle che lui ha amato e per lei è inconcepibile tradirlo accusandolo. Una chiara forma di trauma.



"Potrei unirmi a questo movimento in cui schiere di donne mettono in piazza ogni loro singola esperienza negativa, ma non ho intenzione di mentire per integrarmi nel gruppo. Non ho intenzione di definirmi una vittima."



Da un certo punto in avanti si capisce come sia difficile per la protagonista connettersi alla realtà e analizzare quello che è successo realmente quando aveva solo quindici anni. Una difficoltà che vive lo stesso lettore perchè la narrazione è molto nebbiosa su alcuni punti centrali. La storia viaggia sulla linea grigia del CONSENSO.
Vanessa ha un caos interiore che la sta logorando e la verità che potrebbe forse liberarla da queste catene invisibili, diventa qualcosa di cui avere paura e fuggire perché le racconterebbe chi è il vero MOSTRO della storia. Lì finalmente ho provato un po' di compassione per la protagonista, e sono riuscita ad umanizzarla.







L’autrice non lascia niente di non detto e tutto viene racconto anche spesso in maniera cruda. Quello che sinceramente a me ha sconvolto di più rimane il livello del trauma della protagonista. I suoi pensieri sono veramente la parte più sconcertante e anche triste da leggere. Ancora più allucinante è stato leggere di Strane e comprendere prima della protagonista la sua indole da predatore. Strane è un abile manipolatore di giovani menti. Usa le insicurezze degli altri e la sua instancabile voglia di essere rassicurato come un bambino per ottenere quello che vuole. Subdolo è l’aggettivo che meglio lo identifica.



“«Non posso perdere una cosa a cui mi sono aggrappata così a lungo. Capisci?»
«È la mia vita» dico. «Questa è stata tutta la mia vita.»”



Mi sono dilungata anche troppo forse e spero di aver reso chiaro cosa mi ha suscitato questo racconto. Spero non spoilerandovi troppo. Questa lettura lascia un segno in me perché per la prima volta affronta da una prospettiva diversa un tema caldo della nostra società. Un racconto profondo sulla vita travagliata di un’adolescente e poi di una donna che prova a psicanalizzare con tanta difficoltà ciò che ha subito e cosa più importante cerca di non lasciarsi definire da quello che ha subito. Da leggere.



"Capisco cosa intende: non eravamo inermi per scelta, ma il mondo ci ha costrette a esserlo. Chi ci avrebbe credute, a chi sarebbe importato?"





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