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giovedì 14 marzo 2019

Recensione "Il nostro giorno imperfetto" di Emmanuelle Dyson

Cari amici lettori,

oggi vi parlo de IL NOSTRO GIORNO IMPERFETTO di Emmanuelle Dyson, uscito il 5 marzo in edizione self published. Una storia appassionante carica di sentimento da leggere tutta d’un fiato… 




Titolo: Il nostro giorno imperfetto
Autrice: Emmanuelle Dyson
Editore: Self Published
Genere: Contemporary Romance
Uscita: 5 marzo 2019


Astrid e Michele hanno 17 anni quando si ritrovano per la prima volta da soli, chiusi in una stanza d’albergo, durante una gita scolastica. Due anime opposte: lei povera, lui ricco; lei scontrosa, lui più naturale; lei solitaria, lui più socievole; lei gioca a tennis per arrabbiarsi solo con se stessa, lui gioca a pallavolo per essere il leader del gruppo. Quello che succede lascia in loro un ricordo indelebile. 

Vogliono incontrarsi ancora, ma la realtà che c’è fuori da quella stanza glielo impedisce. Accadrà solo quattro anni dopo. In un’altra città. Sempre nello stesso giorno: il 29 febbraio, nell’anno in cui si svolgono altre Olimpiadi. Un caso? Forse. Ma qualcosa li separerà ancora. E così andranno avanti per gli anni a venire, tra promesse, menzogne, desideri e voglia di un’altra vita.

Quando si capisce di essere innamorati? Quando invece è solo passione che cala col tempo? Quando è una combinazione di amore e passione? Quando è il tempo che dà una risposta a queste domande? Per stare insieme Astrid e Michele dovranno trovare il modo di essere se stessi.


"Ci si vedrà solo il 29 febbraio" ribadisce lui mentre lei gli infila le mani sotto la cintura.
"Una città diversa ogni volta. Lo decideremo alla fine di ogni incontro" aggiunge lei. "Non si parlerà per strada, solo in camera da letto".
"Non si parla del mondo da cui si viene" ribadisce lei.
"Saremo solo noi, come se fossimo visti il giorno prima".
"Si potrà parlare del passato, ma non della famiglia con cui vivremo il resto del tempo".
"Si trascorre un giorno intero insieme, malati, feriti, o quant'altro. Nessun impedimento dovrà fermarci. Se ancora lo vorremo"


Finalmente dopo una lunga assenza torna, e devo dire alla grande, Manuel Sgarella sotto lo pseudonimo di Emmanuelle Dyson. Un nuovo romanzo che, in poche pagine, coinvolge per la sua intensità in un perfetto equilibrio di sentimenti e tormenti. Non potevo aspettarmi niente di meno da Manuel, che ogni volta riesce a creare storie uniche e profonde, in grado di travolgere il lettore sotto diversi aspetti. In particolare, questa storia ruota intorno ad un unico giorno, un giorno particolare, il 29 febbraio, che andrà a scandire la vita dei nostri due protagonisti: Astrid e Michele.

Tutto ha inizio nella splendida Barcellona, dove Astrid e Michele si trovano in gita scolastica. Lasciati qualche ora liberi dai professori, i due colgono l’occasione per appartarsi e decidono di salire in una camera d’albergo dove alloggiano insieme ai loro compagni. Mentre gli altri sono in giro per comprare dei souvenir da portare alle proprie famiglie, Astrid e Michele decidono di rimanere da soli e stare in intimità, chiudendosi in una bolla, per sentirsi speciali e viversi quel momento così importante, tagliando tutto fuori. 



A scuola Astrid è etichettata come la ragazza facile, quella di cui i ragazzi parlano e si vantano di esserci stati; alle spalle ha una famiglia umile e con pochi soldi, ama giocare a tennis che è il sogno della sua vita, come quello di avere l'amore di un padre.
Michele invece è agli antipodi: cresciuto in una famiglia benestante legata rigorosamente all’etichetta per mantenere una certa reputazione, un giorno sarà lui a dirigere l’azienda di famiglia. E’quello che si può definire un rampollo della buona società, ricco e viziato ma con un sogno: diventare un campione della pallavolo anche se ad ostacolarlo è proprio la sua famiglia. Tutto in Michele è già scritto e programmato, ma nessuno poteva immaginare che si potesse innamorare di una ragazza appartenente ad un ceto sociale inferiore al suo.

Sin da quel momento in quella stanza d’albergo, Michele, forse appartatosi con Astrid per poter raccontare anche lui la sua esperienza con la ragazza, capisce subito che in realtà lei non è come tutti la descrivono. Tra loro nasce immediatamente una sorta di complicità, di stima e sensazioni che entrambi non avevano provato mai con nessuno. Tutto è stato semplice e intenso, complici anche un walkman e una canzone… Si sono raccontanti, si sono capiti, si sono sfiorati, si sono guardati, creando in pochi minuti un legame indissolubile.
Poi quel momento viene interrotto, la loro bolla scoppia e, usciti dalla quella stanza che li ha cullati teneramente, tutto ha ricominciato a muoversi allo stesso modo, come se quell’incontro, quel momento rubato, non fosse mai avvenuto.

Questo getta Astrid nello sconforto, è amareggiata perché Michele non la cerca più e tutto quello che aveva sperato in lui, è svanito in un soffio. Il destino, però, non è della stessa idea e per Astrid e Michele ha altri progetti che potranno scoprire solo ogni quattro anni, sempre in quel particolare e speciale giorno: il 29 febbraio… 





Un romanzo intenso e viscerale che fa vivere fortissime sensazioni; una storia che ci racconta di un amore nato in età adolescenziale in grado di imprigionare il cuore di chi legge. Il 29 febbraio è per Astrid e Michele il giorno che ha segnato per sempre le loro esistenze; un giorno caratterizzato da attesa, felicità, speranza, fiducia, desiderio, sofferenza, tradimento, perdono, tormento e amore. Di comune accordo, decidono che si potranno incontrare solo il 29 febbraio senza mai cercarsi durante quei lunghissimi mesi o anni che dovranno passare da separati… 



Sono le emozioni. Quel formicolio alla pancia che senti ogni volta che ti guarda, che si avvicina, che ti sfiora. È quel brivido nell’attesa di poterlo incontrare, di poter stare con lui da sola. È quella sensazione che lascia il tempo fuori da qualsiasi muro, da qualsiasi barriera, creando un tempo che assume un’altra dimensione. Un tempo che non ha giorni, mesi o anni. È un tempo che conta solo i battiti dei momenti che si trascorrono insieme.




E se all’inizio incontrarsi ogni quattro anni era solo un modo per staccare la spina dalla loro vita, con il passare del tempo quei momenti diventano un vero bisogno, il puro desiderio di ritrovarsi per essere loro stessi, per completarsi a vicenda, per stringersi e assaporarsi… Ma tutto questo quanto potrà durare?

E come ormai Manuel ci ha abituato, nelle sue storie non poteva mancare “il tempo”, che anche qui rimane il protagonista indiscusso, quello che intreccia il tutto, che ci fa fremere, che scandisce la nostra vita e che ci fa capire quanto sia importante per ognuno di noi, perché il tempo sprecato non può essere recuperato.

Il libro è narrato in terza persona a pov alternati: Manuel ha scelto di non raccontarci cosa fanno i protagonisti nei mesi durante i quali non si vedono, ma soltanto il giorno del loro incontro e questo mi ha reso la lettura quasi spasmodica, perché volevo sapere e volevo vivere insieme ad Astrid e Michele quei quattro anni di distacco… Si ha la sensazione che ad ogni loro incontro il tempo si sia fermato, così come i loro sentimenti…



"Passare anche solo pochi minuti con lui è come se il tempo lo avessero fermato. Come se quei quattro anni non fossero davvero mai passati: non per i giorni, i mesi, gli anni che li hanno separati, ma per le emozioni che non sono mai cresciute davvero. Come se quelle emozioni, quelle sensazioni fossero state chiuse in un cassetto refrigerante, congelate, ibernate." 



Credo che sia per questo che il romanzo risulti disperatamente travolgente, facendoti entrare dentro la storia per viverla insieme ai protagonisti. Con il suo stile semplice e scorrevole, Manuel riesce sempre ad incollarmi alle pagine e ogni volta, non mi ricordo mai, mi fa andare in apnea, perché in tutti i suoi libri riesce sempre a farmi trattenere il respiro fino all’ultima pagina, sia per le emozioni che è in grado di suscitare, sia per le storie che è in grado di creare e sia per i messaggi che vuole trasmettere… 



In particolare, in questo libro, il messaggio fondamentale è quello di non essere timorosi, di essere audaci, di fare in modo che la paura non prenda il sopravvento sulle nostre emozioni, di guardare dentro noi stessi, nel profondo della nostra anima e andare al di là delle apparenze, guardare oltre le convenzioni, di essere in grado di rimediare ai propri errori… Avere sempre il coraggio di esternare le nostre emozioni e dire sempre la verità nel bene e nel male…

Quindi se state cercando un romanzo in grado di suscitarvi sensazioni contrastanti e di farvi riflettere sul senso della vita, allora leggete “Il nostro giorno imperfetto”… 







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