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giovedì 27 giugno 2019

Recensione "Aria" di Marzia Sicignano



Carissimi lettori,

oggi Noemi ci parla del romanzo "Aria" dell'autrice Marzia Sicignano, uscito lo scorso 30 aprile per la collana Novel di Mondadori. In Aria si racconta la storia di Silvia e Guido, due ragazzi estremamente fragili abituati a nascondere al mondo le loro cicatrici. Cicatrici che, non appena cominciano a raccontarsi l’una all’altro, si rivelano ancora aperte. 







Titolo: Aria
Autrice: Marzia Sicignao
Editore: Mondadori
Collana: Novel
Genere: Narrativa Contemporanea/ Poesia
Uscita: 30 aprile 2019
Pagine: 180



Ci sono rare volte in cui incrociare per la prima volta lo sguardo di uno sconosciuto non è semplicemente un vederlo, ma un riconoscerlo. È sentire che chi hai di fronte, se anche all'inizio ti sembra strano, o addirittura insopportabile, è qualcuno che, in realtà, prima o poi ti salverà. Questa è la storia di Guido e Silvia, giovanissimi eppure già in debito d'ossigeno con la vita, costretti a fare i conti con un passato che si infila nel loro petto come lame, nell'indecisione di un vuoto dentro che sembra parlare, che sembra dire: "Andrà tutto male". Incontrarsi, conoscersi, amarsi - e tutto quello che c'è nel mezzo - per loro è come tornare a respirare, è trovare finalmente quel qualcuno che capisce che ciò che mostri agli altri non sei davvero e pienamente tu, perché dentro nascondi un mondo, e lo fai solo per paura che te lo rovinino. Quello che si preoccupa che tu sia felice nelle piccole cose, che osserva i tuoi occhi come nessuno vuol fare mai e ascolta i tuoi silenzi come canzoni lente, quasi potessero parlare, soprattutto in mezzo alla gente. Quello che non odia i tuoi difetti perché sa che senza non saresti tu, e che quando pensa lo fa pure per te, come se la sua felicità e la tua corrispondessero. Quello che non ti abbandona anche quando è difficile starti vicino, anche quando dici a voce alta che non vuoi nessuno, ma proprio nessuno accanto. E che così, a suo modo, ti sta sussurrando: "Ti amo". Con il suo stile inconfondibile, che si muove liberamente dalla prosa alla poesia, Marzia Sicignano ci mostra che, quando incontri quel qualcuno, l'unica cosa da fare è tenerlo con te, prendendotene cura come si fa con i tesori più preziosi, perché quel primo respiro che ti ha rimesso al mondo duri il più a lungo possibile.



Questa recensione probabilmente andrà archiviata e conservata tra le recensioni più brevi della storia e non perché il libro sia brutto, anzi, tutto il contrario; mi succede sempre quando mi capita un libro così bello, che ti regala tante emozioni e soprattutto di un genere diverso dal solito (come i libri di poesia) o con una struttura straordinariamente bella, tutte cose che questo libro ha.
Silvia e Guido, due anime diverse, tormentate, due anime perse che con un solo sguardo si riconoscono, si piacciono, si amano…




Con un solo sguardo si insegnano come fare per tornare a respirare, si donano ossigeno, aria per tornare a farlo, proprio quando tutto sembra soffocarli.
La paura di non essere abbastanza, la paura di amare e di essere amati, la paura di non essere accettati per come si è, la paura di essere se stessi, difetti inclusi, la paura di abbandonarsi, la paura di un passato che ritorna col suo carico di ricordi che li travolge, la paura di essere abbandonati, di nuovo, per l'ennesima volta, la paura di restare soli, vuoti dentro e fuori e inevitabilmente di soffrire, di provare di nuovo quel sordo dolore che non passa….




Perché a volte la paura ti attanaglia, ti blocca e se non hai qualcuno da amare, qualcuno che ti ami, finisci in uno abisso buio.
Perché a volte abbassare le difese, quel muro, quella corazza che ti sei costruita, mostrare le proprie ferite, le proprie cicatrici, è dare il potere a qualcun altro di scoprirci deboli, di poterci ferire.





Ho adorato la trama, capace di emozionare, commuovere e sorprendere; i personaggi, che poi i principali sono gli unici, mi sono piaciuti e mi hanno convinta appieno.
Ma la cosa che più mi ha colpito è stata la struttura, questi capitoli, a pov alternati, che non avevano titoli o numeri ma una testa di una donna o di un uomo, a indicare soltanto se a “parlare” fosse Silvia o Guido, e poi lo stile, questo alternare la prosa alla poesia con una disinvoltura tale da sancire la bravura dell'autrice, già nota per il suo libro precedente “Io te e il mare”, di cui, in questo romanzo, non ci sono richiami; due romanzi totalmente diversi, autoconclusivi, capaci di emozionare, contenenti una “parte” di sé che l'autrice ci affida.
Ritornando allo stile, l’altro dettaglio che rimane impresso è che oltre ad essere evidente il passaggio ovviamente, ad ogni “stile” viene affidato un “ruolo”: in prosa ci viene raccontato, appunto a turno, la storia di loro due, del loro amore, e a volte della vita prima di incontrarsi; invece la poesia, lasciando il lettore piacevolmente stupito, inverte i ruoli, e a turno ci viene raccontato e ricostruito il passato dell'altro, come se i due si addossassero il passato, il dolore, i difetti e pregi dell'altro, perché si conoscono così tanto che il loro legame va oltre il presente, va oltre il corpo e la mente, e unisce le anime dei due innamorati.





Se avete voglia di immergervi in una storia capace di regalarvi emozioni forti, capace di farvi “innamorare”, di farvi ritornare a “respirare”….Avete di fronte la storia giusta.










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