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giovedì 9 giugno 2022

Recensione "Il libro dei Baltimore" di Joël Dicker, Marcus Goldman #2

 





Cari lettori,

avete amato anche voi il personaggio di Marcus Goldman di La verita sul caso Harry Quebert? Beh, se siete sulla mia stessa lunghezza d'onda allora avrete già letto "Il libro dei Baltimore", secondo volume facente parte della serie incentrata sul personaggio di Marcus Goldman dell'autore Joël Dicker, edito La nave di Teseo. Prima di tuffarvi nella sua ultima fatica letteraria uscita solo pochi giorni fa, io vi consiglio di fermarvi a Baltimore per scoprire la storia dei Goldman...




Venite con me...



Titolo: Il libro dei Baltimore
Autore: Joël Dicker
Editore: La nave di Teseo
Genere: Thriller/Giallo
Uscita: 28 settembre 2016
Pagine: 592


Sino al giorno della Tragedia, c’erano due famiglie Goldman. I Goldman di Baltimore e i Goldman di Montclair. Di quest’ultimo ramo fa parte Marcus Goldman, il protagonista di La verità sul caso Harry Quebert. I Goldman di Montclair, New Jersey, sono una famiglia della classe media e abitano in un piccolo appartamento. I Goldman di Baltimore, invece, sono una famiglia ricca e vivono in una bellissima casa nel quartiere residenziale di Oak Park. A loro, alla loro prosperità, alla loro felicità, Marcus ha guardato con ammirazione sin da piccolo, quando lui e i suoi cugini, Hillel e Woody, amavano di uno stesso e intenso amore Alexandra. Otto anni dopo una misteriosa tragedia, Marcus decide di raccontare la storia della sua famiglia: torna con la memoria alla vita e al destino dei Goldman di Baltimore, alle vacanze in Florida e negli Hamptons, ai gloriosi anni di scuola.
Ma c’è qualcosa, nella sua ricostruzione, che gli sfugge. Vede scorrere gli anni, scolorire la patina scintillante dei Baltimore, incrinarsi l’amicizia che sembrava eterna con Woody, Hillel e Alexandra. Fino al giorno della Tragedia. E da quel giorno Marcus è ossessionato da una domanda: cosa è veramente accaduto ai Goldman di Baltimore? Qual è il loro inconfessabile segreto?



Marcus Goldman:

1. La verità sul caso Harry Quebert (qui recensione)
2. Il libro dei Baltimore
3. Il caso Alaska Sanders






Amici lettori, torno finalmente su questi schermi per parlarvi di un libro e la mia scelta non poteva che ricadere su uno dei gioielli letterari di un autore che mi ha conquistato con il suo stile narrativo dalle prime parole che ho letto del romanzo che lo ha consacrato nell’olimpo letterario. Un autore capace di raccontare storie coinvolgenti e che iniziano come un puzzle di milioni di pezzi che tocca a noi lettori, pagina dopo pagina, mettere assieme. Oggi vi parlo del romanzo “Il libro dei Baltimore” di Dicker, volume che va a comporre la serie di romanzi con protagonista e narratore Marcus Goldman. Per chi ha letto il bestseller La verità sul caso Harry Quebert sa chi sia Marcus e sicuramente si è affezionato al suo personaggio di scrittore emergente, amico del grande e insuperabile scrittore Harry Quebert e che in questo romanzo diventa ancora una volta la voce narrante e insieme il protagonista della storia.


Pronti per una nuova storia ricca di aneddoti librosi? Stavolta entriamo nella vita famigliare e personale di Marcus Goldman. Da dove iniziare a raccontare? Ma dalla fine, naturalmente.



"Ci sono state delle tragedie, e ce ne saranno altre – e bisognerà continuare a vivere, nonostante tutto. Le tragedie sono inevitabili. In fondo, non hanno molta importanza. Ciò che conta è riuscire a superarle."


Ci ritroviamo anni dopo quella che per tutto il libro viene denominata da Marcus come “La Tragedia” ma per scoprire cosa si nasconde dietro questa parola che aleggia come un fantasma durante la lettura, bisogna mettersi comodi e avere tanta pazienza, perché il nostro racconta storie se la prende decisamente comoda e a noi lettori non resta che seguirlo. Perché, credetemi, i libri di Dicker saranno anche molto descrittivi e ricchi di particolari ma sono quei giri immensi che fanno la differenza e che ci aiutano a comporre il quadro.


Si parte dall’infanzia di Marcus, quando ancora non era un premiato e famoso scrittore e ci ritroviamo a Montclair, nel New Jersey dove vive con i suoi genitori, ma attenzione, a qualche miglio di distanza da Montclair si trova Baltimore. La casa degli altri Goldman, i cosiddetti Goldman di Baltimore.


Da sempre, Marcus idolatra la famiglia di suo zio Saul. Loro sono più ricchi, più felici e più tutto. Marcus venera sua zia Anita, donna bellissima e in grado di fare arrossire chiunque con un semplice sorriso. Lo zio Saul, poi, sembra un dio sceso in terra, affettuoso e in grado di trovare la soluzione ad ogni problema. E poi loro, Hillel e Woody, cugini, fratelli, amici. Con loro Marcus sembra camminare a dieci metri da terra, condurre una vita in un’altra dimensione, più luccicante e magica rispetto a quella anonima e grigia che ha a Montclair.








Attraverso il racconto di Marcus, scopriamo negli anni, la storia di questa benestante famiglia di Baltimore, che vive nel quartiere residenziale di Oak Park dove l’erba del vicino è sempre più verde e tutto sembra scorrere diversamente. Le parole di Marcus ci aprono la porta principale della casa di una famiglia che sembra sempre sulla cresta dell’onda. Degli esseri umani quasi immortali ma che il giovane Marcus scoprirà non essere proprio così...


In queste pagine tra presente e passato, parti di una sorta diario memoriale del protagonista e narratore onnisciente della storia, vediamo consolidarsi sempre più, il rapporto di Marcus con i suoi cugini, Hillel e Woody. La cosiddetta Gang dei Goldman. Un rapporto idilliaco, di affetto reciproco ma che subirà un cambiamento con l’arrivo di un quarto incomodo.






Il bastone tra le ruote non poteva che essere una ragazza che fin dal suo ingresso nella triade dei Goldman riesce a monopolizzare l’attenzione di ciascuno dei cugini. Alexandra sarà il loro tallone d’Achille che cambierà le dinamiche di un’amicizia e che riscriverà, chissà, il destino dei protagonisti.





La storia dei Baltimore prende forma otto anni dopo la misteriosa “Tragedia” e ritroviamo un Marcus più maturo, uno scrittore affermato, lontano ormai da quegli anni gioiosi e d’oro a Baltimore, in Florida, negli Hamptons a vivere una vita serena e felice assieme a chi considerava la parte migliore della sua famiglia. I veri Goldman.


Adesso, dopo che quella patina d’orata è ormai caduta e le luci sui Baltimore si sono spente, Marcus sente il bisogno di raccontare tutta la storia, dall’inizio alla fine. Dagli anni migliori, gli anni gloriosi dei Goldman di Baltimore fino alla loro rovinosa e ancora inspiegabile, per Marcus, caduta e rovina. È tempo di scoprire cosa è successo veramente...


"Tutto comincia così come tutto finisce, e spesso i libri iniziano dalla fine."



È la terza volta che sono alle prese con un romanzo di Dicker e devo dire che non mi delude mai. Questa poteva essere una storia noiosa, senza niente di esaltante. Un semplice mettere in fila i ricordi senza scopo. Ma no, Dicker ci racconta la storia di Marcus alla sua maniera: mettendo tensione quando è necessario, creando nel lettore l’immagine mentale con le sue descrizioni molto ricche di particolari e ponendo dei puntini sospensivi al momento giusto per fare salire la suspense in chi legge. Ancora una volta, l’autore ci fa fare un vero e proprio viaggio nei ricordi di un protagonista che personalmente considero oramai un mio amico, Marcus Goldman.




Si dispiega davanti ai nostri occhi la vita di una famiglia che sembra la perfetta famiglia stile Pleasantville, dove niente sembra fuori posto. Trovo che sia stato eccitante entrare dalla porta principale delle loro vite, attraverso gli occhi di chi ha vissuto con loro in prima persona. Vedere come anno dopo anno, il rapporto tra i cugini Goldman sia tutto sommato rimasto lo stesso. Forte e invincibile. In apparenza come tutto sembra essere in salita per questa famiglia ma poi qualcosa va storto e tutto sembra sgretolarsi e attraverso il racconto, anche spesso sofferto di Marcus vediamo il lento e inesorabile declino dei componenti di questa famiglia americana.


In fondo, loro sono una famiglia che come tutte le famiglie nasconde dei segreti che sono quello che mi ha tenuta incollata ad ogni pagina, perché se l’inizio sembra un idillio senza fine, con un Marcus invidioso di questi parenti così unici e irraggiungibili per lui, quello che scopriamo capitolo dopo capitolo sono piccole crepe che porteranno al fatidico giorno della Tragedia. Insomma, l’autore ci cuoce a puntino e quindi non c’è possibilità di fuga dalla lettura che si fa sempre più intrigante andando avanti.


"Il collante della Gang dei Goldman era quello: eravamo dei sognatori eccelsi. Era questo a renderci così unici. Ma ormai ero rimasto l’unico a essere animato da un sogno. Il sogno originario. Perché volevo diventare uno scrittore famoso e non uno scrittore e basta? A causa dei Baltimore. Erano stati i miei modelli, erano diventati i miei rivali. Sognavo soltanto di superarli."


Adoro come tutto si mescoli, diventando una inconfondibile caotica tela di un quadro che fa dimenticare al lettore chi sia realmente chi racconta e chi è un semplice burattino nelle mani dello scrittore, pronto a fare quello che lui dice. La storia è come una conchiglia che svela con calma il suo più caro tesoro. Un racconto dove la passione per la scrittura e per i libri viene fuori con aneddoti di grande impatto emotivo.


"Nei libri, le persone scomparse si ritrovano e si abbracciano."


Emotivamente sorprendente è anche il finale che alle ultimissime pagine, ha saputo farmi addirittura scendere una lacrimuccia. Ricco, vero e indiscutibilmente dickeriano, questo è un bel racconto che sa sorprendere chi vuole farsi ancora sorprendere.








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