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martedì 11 febbraio 2020

Recensione in Anteprima "Credence" di Penelope Douglas




Cari lettori,

oggi Dana vi parla in anteprima del nuovo romanzo autoconclusivo di Penelope Douglas, "Credence", uscito lo scorso 13 gennaio in lingua originale. Tre di loro, una di lei e una baita remota nel bosco. Seguono calde notti invernali...





Titolo: Credence
Autrice: Penelope Douglas
Genere: New adult
Uscita: 13 gennaio



Oramai A Tiernan de Haas non importa più nulla. Figlia unica di un produttore cinematografico e della moglie starlet, è cresciuta con ricchezza e privilegi ma non con amore o una guida. Spedita in collegio fin dalla tenera età, era ancora impossibile sfuggire alla solitudine e ritagliarsi una vita tutta sua. L'ombra della fama dei suoi genitori l'ha seguita ovunque. 

E quando all'improvviso muoiono, lei sa che dovrebbe essere devastata. Ma è davvero cambiato qualcosa? È sempre stata sola, no? 


Jake Van der Berg, il fratellastro di suo padre e il suo unico parente vivente, assume la tutela di Tiernan a cui mancano ancora due mesi ai diciotto anni. Mandata a vivere con lui e i suoi due figli, Noah e Kaleb, tra le montagne del Colorado, Tiernan apprende presto che questi uomini hanno voce in capitolo su ciò che sceglie di prendersi cura e di cui non le importa più. Mentre loro tre la prendono sotto la loro ala, le insegnano a lavorare e sopravvivere nei boschi remoti lontani dal resto del mondo, trova lentamente il suo posto tra loro. 

E come una parte di loro. 


Si rende anche conto che le linee si confondono e le regole diventano facili da infrangere quando nessun altro sta guardando. 

Uno di loro la possiede. 

L'altro la vuole. 

Ma lui…

L'avrà



*Traduzione trama ed estratti a cura dello staff di TuTTa ColPa dEi LiBrI










Se Penelope Douglas scrive qualcosa io la leggo. Devo cominciare facendo questa premessa perché sia chiaro quanto io ami la scrittura di questa autrice. Anche nelle storie d’amore più belle, però, può arrivare un momento di crisi. Doveva accadere prima o poi e a quanto pare quel giorno è arrivato.

Quando qualche giorno prima della pubblicazione hanno chiesto alla Douglas che libro era Credence, lei ha risposto che se Birthday Girl, Corrupt ( Il mio sbaglio più grande nella versione italiana) e Punk 57 (Insieme siamo perfetti) generassero un figlio insieme questo sarebbe Credence.

Ho amato tutti e tre i libri sopra citati quindi era ragionevole pensare che Credence fosse spettacolare, no? Ecco, no. Per me non lo è stato.

A quanto pare tre genitori per un solo bambino sono troppi. Questo mostro a tre teste è stato troppo da gestire anche per una penna ardita e talentuosa come quella della Douglas.

Senza rivelare troppo, perché lo si fa intendere anche nella sinossi, posso dire che il libro parla della relazione che si instaura tra una giovane ragazza e i tre uomini con cui dovrà convivere in isolamento tra le montagne del Colorado. Tiernan de Haas una ragazza diciassettenne si ritrova improvvisamente orfana di entrambi i genitori. Unica erede di un ricco produttore cinematografico, la ragazza non deve certo temere la povertà ma dal momento che è minorenne non può decidere del suo futuro e la sua tutela viene affidata al fratellastro di suo padre, Jake Van der Berg. Per Tiernan Jake è un completo estraneo, come sono estranei anche i suoi figli Kaleb e Noah, ma pur di sfuggire al circo mediatico scatenato dalla morte drammatica dei suoi genitori accetta di trasferirsi a casa loro.

Da Los Angeles a Chapel Peak in Colorado il cambiamento è drastico, eppure Tiernan non è spaventata dalla vita spartana che offre la località montana. Neanche l’isolamento che si annuncia con l’arrivo dell’inverno e della neve scoraggiano la ragazza, perché per la prima volta in vita sua pensa di poter aver qualcosa che le è sempre mancato, l’affetto di una famiglia.





Tiernan si è sempre sentita invisibile quando era insieme ai suoi genitori, presi come erano da loro stessi e dal loro rapporto esclusivo. Era sempre stata un’intrusa nella loro casa e vedersi accettata e desiderata nella sua nuova casa fa vacillare la sua bussola emotiva. Quando arriva la neve a Chapel’s Peak, la loro casa già appartata viene completamente tagliata fuori per mesi in attesa del disgelo.







L’isolamento giocherà un ruolo importante nell’evoluzione dei rapporti tra i quattro. La presenza della ragazza sconvolgerà la vita dei tre uomini nel cui passato c’è una ferita profonda che Tiernan riuscirà a sanare in qualche modo per ciascuno di loro e ne cambierà la vita, così come cambierà per sempre la vita della ragazza. In qualche modo contorto diventeranno una famiglia.

La trama di base mi intrigava molto ma qualcosa nell’esecuzione per me non ha funzionato.

Chi ha letto la serie Devil’s Night saprà già che la Douglas non ha paura di raccontare di relazioni per così dire “multiple”, quindi non sarà troppo sorpreso di incontrare problemi di “affollamento” anche in Credence. In un’ambientazione estrema di isolamento le barriere e convenzioni sociali possono facilmente essere messe da parte. Tiernan sarà desiderata e contesa. Lascio scoprire a voi come e da chi.

Ho letto questo libro appena è stato pubblicato e l’ho finito in due giorni, nonostante la lunghezza, e poi sono rimasta seduta su questa recensione per settimane perché ci ho messo un po' ad elaborarlo e a digerirlo. Non è sicuramente tra i libri che preferisco di questa autrice, ma non mi sento nemmeno di bocciarlo completamente.

La scrittura è buona come sempre.

Non è il soggetto Forbidden a raffreddarmi ma è qualcosa che non riesco ad identificare bene. Libri come Birthday Girl e Corrupt erano già border line ma pur sempre romance. Credence è una strana creatura che mi riesce difficile definire. Comincia in una direzione, poi cambia strada. Nella definizione di romance ci entra per un pelo ma solo perché, dopo aver deragliato per un buona porzione delle quasi cinquecento pagine di questo libro, nella parte finale l’autrice ha riportato la storia sui binari della normalità. E nemmeno questo è il problema.

Forse il mio disappunto nasce dalla protagonista. Ho detestato Tiernan per la maggior parte del tempo. Mentre mi sono piaciuti tutti e tre i personaggi maschili, la protagonista femminile mi ha deluso. Gli uomini che circondano Tiernan in questa storia sono forti e autoritari, a volte anche in maniera inaccettabile, ma la ragazza sembra lasciare a loro il controllo della situazione non perché non sia capace di dire dei no ma perché le è più comodo far ricadere la responsabilità di tutto quello che succede sugli altri. A volte punta i piedi, altre volte lascia accadere le cose. Sa difendersi ma non lo fa. Eternamente indecisa e affamata di amore al punto di non fare distinzione tra l’uno o l’altro per raccogliere ogni briciola di attenzione dagli uomini Van der Berg.

Di solito mi piacciono le eroine della Douglas. Sono sempre donne con forti personalità che non si lasciano mettere in ombra dagli uomini, ma in questo caso ho trovato che le mancasse spessore.

In Credence, Tiernan emerge solo perché, tranne brevissime apparizioni di altre donne, in pratica c’è solo lei a rappresentare l’universo femminile. È stato davvero difficile empatizzare con lei.

Non mi ha infastidito tanto il fatto di vederla contesa da più personaggi maschili , quanto piuttosto il vederla inerte. Anche la sua scelta finale non sembra totalmente nelle sue mani.

Devo ammettere che la stessa storia, scritta da un’altra autrice, l’avrei probabilmente abbandonata nel mucchio di libri archiviati come DNF. Invece, seppure con una vena di incertezza sono rimasta incollata dall’inizio alla fine. Spesso irritata ma mai annoiata.

Non manca la suspense, infatti. Proprio perché la Douglas sa il fatto suo ha intessuto la trama sentimental-erotica con elementi vagamente thriller che aprono la storia e la rendono più godibile. Ha persino anche inserito un Easter Egg per i nostalgici della serie Fall Away, facendo apparire un personaggio molto amato.

Credence mi ha spiazzato per diverse ragioni. L’autrice prima ti fa credere di andare in una direzione e all’improvviso inverte completamente la rotta. Il finale, che non era quello che ipotizzavo all’inizio, alla fine mi ha convinto come l’unico possibile e giusto. Il viaggio per arrivarci però è stato tortuoso e non indolore.

Non sono una lettrice impressionabile. Ho letto di tutto e non mi scandalizzo facilmente, eppure la piega che ha dato alla storia non mi ha convinto del tutto. La Douglas ha usato l’alibi dell’isolamento per giustificare le scelte dei personaggi, ma per me è evidente da subito che è solo un pretesto. Per buona parte del libro mi è mancata la componente emotiva. Anche nelle storie più audaci della Douglas di solito i personaggi danno prova di provare emozioni che vanno oltre il puro desiderio fisico. In questo senso mi è mancato il coinvolgimento che mi fa connettere con i protagonisti. C’è qualcosa di animalesco e primitivo in questo racconto. Sembra di assistere a una lotta tra maschi alpha in un branco di lupi che si contendono l’unica femmina. Il risultato a volte è un po' inquietante. All’inizio sembra che a muovere tutto sia solo il desiderio senza mai scomodare i sentimenti. Questo mi ha un po' raffreddato, lo ammetto. Solo in seguito entrano in scena le emozioni e l’amore.

Chi ha già letto la Douglas sa quanto possano essere audaci ed esplicite le sue scene erotiche e in Credence non si risparmia. Al contrario in questo libro osa ancora di più. Mentre in Corrupt, ad esempio, questa audacia mi sembrava avere un senso, in Credence mi sembra un po' forzata.

È evidente che Penelope Douglas si stia allontanando sempre più dalle sue prime opere. La serie Fall Away è stata una specie di palestra per lei, ma credo che oggi scriverebbe quelle storie diversamente. La serie Devil’s Night rappresenta la carta d’identità più attendibile di quello che oggi è come autrice.

Credence non è una storia dark ma è grigia, nel senso che si muove in una zona d’ombra. Sembra un’opera di sperimentazione. Ho l’impressione che Credence sia il prodotto dell’insofferenza dell’autrice verso quelle lettrici che rimpiangono la Douglas prima maniera. È evidente che ha bisogno di esplorare e forzare i limiti.

La Douglas mette ancora una volta alla prova le sue lettrici alzando l’asticella. Non credo sia spinta dal desiderio di stupire a tutti i costi. È semplicemente quello che è adesso e quello che sta diventando.

Credence contiene diversi elementi che si prestano a discussione. C’è una ragazza che sta per diventare maggiorenne e che di fatto non è ancora considerata responsabile delle sue azioni davanti alla legge, ma che si infila volontariamente in situazioni più grandi di lei. C’è un tutore adulto, una figura che dovrebbe essere autorevole ma è più che altro autoritaria. Ci sono due giovani uomini che anche per l’assenza di una figura materna non sempre sanno rapportarsi con la figura femminile in maniera sana.

È uno di quei libri che fa discutere. Lo ami o lo odi.

Non lo consiglierei a chi non ha mai letto la Douglas perché ha tanti elementi discutibili e controversi.

Ultimamente si è parlato molto nel mondo del romance della “rape culture” e del dubbio consenso. Certe scene in questo libro sono in bilico tra il lecito e l’illecito. Anche se Tiernan dice chiaramente di non subire nulla che non voglia, l’atmosfera fumosa del racconto ti porta a volte a dubitarne.

Credo nella libertà di espressione di un autore e sono dell’opinione che sia un romanzo qualunque sia il suo genere debbano essere considerati pura e semplice fiction. Non è uno specchio della realtà.

L’arte in qualsiasi forma è espressione, non è educazione. Non istiga al crimine . Non è giustificazione ma solo rappresentazione. Ciò che uno accetta in un libro non lo accetta di conseguenza nella realtà. La fantasia è una valvola di sfogo e niente altro.

Da questo punto di vista Credence non è sterile provocazione nei confronti del lettore, anche se la mia impressione generale è che abbia spinto un po' troppo la storia rendendola meno convincente.

Se è il primo incontro con la Douglas e non siete particolarmente avventurose mi sento di dirottarvi verso qualcos’altro. È meglio fare il palato con la scrittura della Douglas con qualcosa di più soft.

Mi accorgo che questa autrice mi tira fuori sempre le recensioni più lunghe ed è perché nel bene o nel male non la si può liquidare con poche parole.

Ancora adesso non sono sicura del voto da dare a questa storia.

Succede quando hai grande curiosità per un libro che lo carichi di aspettative eccessive per poi restare scontenti. Un po' ha giocato anche questo fattore, probabilmente.

Non posso dire di essere del tutto delusa ma sono un po' disorientata. Credevo di essere preparata a questa evoluzione dopo la serie Devil’s Night e invece non lo sono.

Non posso bocciarlo perché è comunque scritto bene, ma non posso neanche promuoverlo pienamente. Il mio giudizio è oscillato lungo tutta la storia. In certi momenti avrei dato 4 stelline, in altri non più di tre.

Resterò quindi in posizione intermedia.





1 commento:

  1. Complimenti per la recensione! Nonostante sia un'accanita lettrice ho sempre difficoltà a recensire un libro. La tua racchiude tutte le sensazioni che mi hanno accompagnata durante la lettura. Non ho una buona conoscenza dell'inglese ma nonostante quello sono riuscita a leggerlo e a comprenderlo abbastanza bene. Lo rileggerò di sicuro in italiano per capire meglio la parte più psicologica del libro. Anche per me il libro è stato a tratti troppo istintivo/animale. Alcune situazioni e reazioni dei protagonisti sono sembrate quasi surreali ma forse la mia conoscenza dell'inglese non mi ha consentito di coglierne appieno tutte le sfaccettature!

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