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lunedì 11 maggio 2020

Recensione "Persone Normali" di Sally Rooney


Ciao a tutti amici,

oggi la nostra Dana ci parla del romanzo PERSONE NORMALI dell'autrice irlandese Sally Rooney, uscito il 21 Maggio 2019 grazie alla casa editrice Einaudi

Un emozionante manuale sentimentale per la nostra modernità da cui è tratta la nota serie TV "Normal People".

Buona lettura!


Titolo: Persone Normali
Autrice: Sally Rooney
Editore: Einaudi
Data di Pubblicazione: 21 Maggio 2019
Genere: Narrativa



Connell e Marianne frequentano la stessa scuola di Carricklea, un piccolo centro dell'Irlanda rurale appena fuori Sligo. A parte questo, non hanno niente in comune. Lei appartiene a una famiglia agiata e guasta che non le fa mancare nulla tranne i fondamenti dell'amore e del rispetto. Lui è il figlio di una donna pratica e premurosa che per mantenerlo fa la domestica in casa d'altri (quella della madre di Marianne). Nell'inventario di vantaggi e svantaggi, l'inferiorità economica di Connell è bilanciata sul piano sociale. Lui è il bel centravanti della squadra di calcio della scuola e fra i compagni è molto amato, mentre Marianne, che nella pausa pranzo legge da sola Proust davanti agli armadietti, è quella strana ed evitata da tutti. Se la loro fosse una battaglia, o anche solo una sequenza di scaramucce amorose, si potrebbe dire che le frecce al loro arco si equivalgono. Ma Connell e Marianne sono «come due pianticelle che condividono lo stesso pezzo di terra, crescendo l'una vicino all'altra, contorcendosi per farsi spazio, assumendo posizioni improbabili »: nella loro crescita, si appoggiano e si scavalcano, si fanno molto male ma anche molto bene, e la sofferenza che si procurano non è che boicottaggio di sé.
Certo, la ferocia informa tutti i rapporti di potere che vigono fra i personaggi, nella piccola scuola di provincia come nel prestigioso Trinity College cui entrambi i ragazzi accedono, nelle dinamiche di genere come negli equilibri famigliari. Perfino in quelle dicotomie sommarie che tanto Connell quanto Marianne subiscono, e in cui essi stessi indulgono: quelle fra persone gentili e persone crudeli, fra brave persone e persone cattive, corrotte, sbagliate, fra persone strane e persone normali.
In un modo o nell'altro entrambi aspirano alla normalità, Connell per un'innata benché riprovevole pulsione di conformità, Marianne forse per sfuggire a quella cruda e pervasiva sensibilità che tanto dolore le causa e che facilmente vira all'autodistruttività. C'è Jane Austen in queste pagine, la forza del suo dialogo, la violenza sotterranea delle sue relazioni, e l'omonimia di Marianne con l'eroina del suo romanzo piú celebre ne è un indizio.
Per anni Marianne e Connell si ruotano intorno «come pattinatori di figura», rischiando la vita e salvandosela, chiedendosi, promettendosi, negandosi, dimostrandosi che quella che li lega è una storia d'amore. La conclusione è un capolavoro di tenera e dolente maturità, per un'autrice oggi ventottenne che a ogni nuovo passo sbaraglia tutte le aspettative.



Era da un po' che questo libro giaceva dimenticato nella mia pila di libri da leggere. Avevo cominciato a leggerlo mesi fa e l’avevo subito abbandonato perché una peculiarità della scrittura dell’autrice mi aveva scoraggiato dal continuare, ma su questo punto ci tornerò dopo. Comincerò col parlare di cosa mi ha spinto a riprendere in mano un libro che avevo troppo frettolosamente messo da parte.

Mi è successo per caso di cominciare a guardare la serie TV Normal People tratta dal libro della Rooney e già dopo le prime scene mi ha preso all’amo al punto tale che l’ho vista tutta in poche ore. Subito dopo ho deciso che dovevo recuperare e leggere la storia originale.

Ogni volta che da un libro di successo viene fuori un adattamento cinematografico troverete di sicuro un bel po' di lettori che dichiareranno indignati che il libro a cui si ispira è molto, molto meglio. Io per prima sono spesso rimasta delusa da film tratti dai libri che ho amato. Ogni tanto però capita un’eccezione. Non voglio dire che la serie sia meglio del libro, ma di sicuro ti arriva prima mentre il libro ci mette un po' di più a catturarti.

Non è stato quello che mi ha aspettavo. All’inizio mi ha un po' confusa l’assenza totale di segni di interpunzione per indicare i discorsi diretti. Non so quanto costino al chilo le virgolette, ma io al posto dell’autrice ne avrei comprate un po' visto che i dialoghi tra i protagonisti sono la cosa più importante di Persone Normali. All’inizio è stato faticoso distinguere i dialoghi e anche se ho finito per abituarmici ho continuato a trovarlo un po' irritante. Ancora più fastidioso è stato il fatto che l’autrice interrompesse continuamente una scena per saltare indietro nel tempo a riprendere un evento sorvolato nel passato, per poi tornare bruscamente al punto in cui si era fermata senza uno straccio di indicazione. Tecnicamente si tratterebbe di flashback ma anche per quelli esisterebbero delle convenzioni come ad esempio l’uso del corsivo. Al lettore è lasciato il compito di ritrovare la strada in questo labirinto di scene interrotte. Badate bene che i pezzi ci sono tutti, ma sarete voi a doverli rimettere assieme. Il rischio di emicrania è possibile, vi avverto. Sembrerà sacrilego dirlo, ma aver visto la serie prima di leggere il libro mi ha reso più chiaro il racconto. So che sembra che io voglia demolire il libro ma non è così. Voglio solo avvisare i lettori che richiede un po' più di pazienza ma che in definitiva ne vale la pena.

Persone Normali è ambientato nel 2011 in Irlanda, a Carricklea , dove i due protagonisti diciottenni Connell e Marianne frequentano l’ultimo anno di liceo. In apparenza non potrebbero essere più distanti e incompatibili. Marianne appartiene a una famiglia ricca ma disfunzionale. Connell è il figlio di una ragazza madre. Marianne è straordinariamente intelligente e una studentessa di successo, di aspetto un po' scialbo e con una vita sociale inesistente. Connell non solo è un ottimo studente ma è anche il centravanti della sua squadra di calcio. Nonostante Marianne sia nata con tutti i privilegi, è Connell quello che gode di un’indiscussa popolarità mentre la ragazza è messa ai margini dai vari bulli di turno. Quindi come fanno a collidere le vite di questi due ragazzi così lontani? Il filo che li lega all’inizio è Lorraine, la madre trentacinquenne di Connell che fa le pulizie nella grande ed elegante casa di Marianne. Ogni volta che Connell va a prendere la madre alla fine della sua giornata di lavoro non può non incontrare la ragazza che invece ignora totalmente tra le mura del liceo. 



Nell’ambiente scolastico domina una tacita suddivisione in “caste”. I tipi popolari come Connell non si mescolano con gli “sfigati” come Marianne. Non fraintendetemi, Connell non è un arrogante che si considera superiore agli altri. Al contrario dei suoi compagni di classe è in effetti più sensibile e generoso. Il problema è che non è un campione di coraggio, e ne serve tanto per opporsi alle dinamiche snob della scuola. Segretamente il ragazzo è attratto da quella bizzarra ragazza che non ha remore nel comunicare a chi la circonda il suo disprezzo per le convenzioni.

Marianne è spavalda e impudente, tanto che non esita a dire a Connell che è attratta da lui e a dispetto dell’etichetta di indesiderabile che a scuola le hanno appiccicato addosso, lui ricambia quell’attrazione . Inizia tra i due una relazione segreta a cui volutamente il ragazzo non vuole dare una definizione. È un rapporto complicato fatto di amicizia ma anche di tante altre inaspettate affinità.

È un legame a cui entrambi si aggrappano e che si estenderà anche dopo la fine del liceo quando entrambi andranno al Trinity College di Dublino. Al college i ruoli si invertono. Marianne diventa quella popolare e Connell è quello che arranca per trovare una sua collocazione nel nuovo contesto. Nonostante questo i due continueranno a gravitare l’uno intorno all’altro. Tra incomprensioni e distacchi più o meno lunghi la loro speciale “amicizia” resisterà attraverso gli anni.

Si dice che quando si è giovani si viva l’amore in maniera più intensa che in qualunque altra stagione della vita, eppure quello che manca qui è proprio il coraggio di credere nei sentimenti che invece vengono continuamente sminuiti e accantonati. Attraverso questi due personaggi la Rooney ci racconta di come i giovani siano alla ricerca spasmodica di uno status sociale e di come il desiderio di accettazione abbia spesso la meglio sugli istinti migliori. Per Connell significa piegarsi in maniera codarda al conformismo. Per Marianne significa punirsi cercando deliberatamente l’umiliazione. La consapevolezza dell’età adulta è ancora molto lontana, ma il loro incontro li cambia e cambia il corso delle loro vite. La relazione tra Marianne e Connell è complicata, contrassegnata da separazioni e riavvicinamenti, con tanti tentativi di far funzionare un rapporto sempre pronto a vacillare e quando questo inciampa non è perché non ci sia un sentimento autentico alla base, ma perché non è sostenuto dalla fiducia. 

Forse sta proprio qui sta l’essenza di questa storia. Non è l’amore che conquista tutto. Non funziona così. L’amore può vincere solo quando si è onesti fino in fondo con se stessi, quando si accettano le proprie debolezze, le proprie imperfezioni.

Marianne vuole essere accettata perché vuole essere amata.

Connell vuole essere amato perché vuole essere accettato.

È questa la normalità astratta che inseguono, ma insieme scopriranno che stanno inseguendo un’illusione.

La normalità non sta nell’essere eroi e nemmeno nel diventare martiri, ma significa essere semplicemente e magnificamente imperfetti. La normalità non è altro che una maschera con cui ci presentiamo al mondo per mimetizzarci e passare inosservati . È la tenda che tiriamo sulla finestra di casa nostra per non permettere al resto del mondo di sbirciare nelle nostre vite. È la benda che ci mettiamo sugli occhi per non vedere le crepe nelle nostre esistenze. Per capirlo dovranno mettere in discussione tutto quello in cui credono.


La storia di Connell e Marianne è anche il ritratto di una generazione. La storia si svolge in Irlanda ma potrebbe essere ambientata ovunque, perché lo smarrimento di questi due personaggi appartiene ai giovani e appartiene ai tempi che viviamo.

Credo sia questo il motivo del successo letterario di Persone Normali. È un racconto onesto e senza fronzoli e il messaggio arriva dritto a destinazione tanto che è facile identificarcisi.

La scelta della forma narrativa può dividere il giudizio dei lettori e risultare affascinante e originale oppure esasperante, ma se non ci si ferma a questo aspetto e si guarda oltre i dettagli estetici si può cogliere la bellezza di un racconto ricco di sfumature e che tocca temi molto delicati come la depressione e l’autolesionismo.

Mi ha colpito il fatto che più che un romanzo sembri il copione di una sceneggiatura. Se sceglierete sia di leggerlo che di guardare l’adattamento televisivo vi accorgerete che le due cose si sovrappongono quasi alla perfezione.

La descrizione minuziosa delle scene sembra sintetizzare la storia in singoli fotogrammi di una pellicola cinematografica. Non appena il lettore riesce a visualizzare nella propria mente quello che accade, si passa alla scena successiva facendo spesso anche grandi salti in avanti nel tempo.

Dal momento che l’adattamento televisivo è stato curato dalla stessa Rooney è risultato molto fedele al libro, senza tradirne la storia o i personaggi, e in definitiva ne ha esaltato il valore lasciando inalterati i dialoghi che sono intensi e sono il vero motore del racconto. Contrariamente a quanto succede spesso le due esperienze sono complementari e non in contrasto. La fedeltà al racconto originale avrebbe potuto farmi sembrare ridondante la lettura di qualcosa che conoscevo già, invece ho trovato comunque qualcosa che mi era sfuggita e mi riferisco al fatto che nel libro ho potuto entrare meglio nei pensieri di Connell e anche se quello che ci ho trovato me lo ha fatto amare a volte un po' meno, mi ha dato comunque un nuovo punto di vista sulla storia. Strano a dirsi, il personaggio di Marianne pur essendo sopra le righe è più facile da decifrare.

Persone normali è un’opera dall’atmosfera malinconica e sensuale. A dominare la scena ci sono i due protagonisti la cui attrazione sessuale è potente tanto quanto è forte l’affinità intellettuale.

I personaggi secondari sono decisamente sfocati, ma credo sia una scelta precisa dell’autrice. Il rapporto speciale tra Marianne e Connell metterebbe comunque in ombra tutto il resto. L’intimità tra i due è soprattutto un fatto cerebrale, per questo non si esaurisce. Anche se è evidente che c’è qualcosa di tossico in questa relazione perché ha tutti i segnali della dipendenza, non si può non fare il tifo per queste due anime inquiete e danneggiate.

Ammetto che per me Connell e Marianne avranno per sempre i volti degli attori che li impersonano sullo schermo, ma non è una forzatura perché ne hanno colto perfettamente lo spirito e anzi hanno dato ai loro personaggi una definizione che sulla carta può sfuggire.

Sono contenta di aver dato una seconda occasione a questo libro perché questa storia, questi protagonisti, in apparenza così comuni, hanno in realtà una forza straordinaria e si faranno ricordare tra i tanti personaggi che hanno popolato i miei viaggi letterari.



2 commenti:

  1. Grazie, anche io ho trovato che la lettura non scorresse, che fosse frammentata e faticosa.
    L'ho portata a termine e ho, da sognatrice, apprezzato il lieto fine e il percorso per arrivare ad essere "persone normali" come se a questo portasse la maturità. Rendersi conto che la così ambita normalità in adolescenza è poi l'accettazione e la realizzazione di se, che spesso avviene nella relazione con l'altro. Credo però che l'autolesionismo sia, più che la depressione, un tema che è stato poco narrato/approfondito. Ho avuto la sensazione che sia stato "buttato la" più come una provocazione, che non come denuncia.
    Mi sono chiesta se fosse vero che ciò accadesse a Marianne. Ho trovato alcuni elementi estremi: questo fratello incallito e la madre eterea, o il fatto che viene ripetuto che "lei non ha amici".
    Non sono riuscita ad entrare veramente in empatia con questo lato del personaggio.
    Mentre il rapporto tra i due è raccontato molto bene e ne emerge una forte complicità.
    Quando si vedono al funerale è forse il momento in cui la scrittura mi ha toccata di più, e si intravede la possibilità di "salvarsi". Altrimenti comunque aleggia questo senso di distanza e mistero che non so se è voluto, ma non mi sembra necessario.

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  2. Ps: ora mi guardo sicuramente la serie che credo mi aiuterà ad apprezzarlo di più.

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