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lunedì 28 luglio 2025

Recensione "Lettere dal faro" di Valentina Cebeni



 

Cari amici lettori,

oggi vi parlo di LETTERE DAL FARO di Valentina Cebeni, uscito il 3 giugno per Sperling & Kupfer. Un romanzo che arriva in punta di piedi, ma poi ti resta addosso come il profumo del mare dopo una giornata di sole. È una storia di rinascita e di silenzi, di ferite e di cura, di lettere che attraversano il tempo e accendono luci anche quando sembra che tutto sia buio.




Titolo: Lettere dal faro
Autrice: Valentina Cebeni
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: Narrativa contemporanea
Uscita: 3 giugno
Pagine: 272


Nike arriva a Casebianche in cerca di pace, ma porta con sé le cicatrici di un passato che brucia: una relazione violenta, un amore malato e una gravidanza inattesa. Per questo si rifugia nel vecchio faro del paese, un luogo sospeso nel tempo che custodisce i segreti di una donna enigmatica, Vittoria Pontini, e delle lettere che, per cinquant'anni, ha ricevuto: confessioni accorate da persone smarrite in cerca di consiglio e parole d'amore da un uomo sposato. Attratta dal mistero di quella corrispondenza e dall'eco delle emozioni che custodisce, Nike comincia un percorso che è tanto ricerca della verità quanto rinascita. E quando nella sua vita entra Daniel, il figlio dell'uomo che ha amato Vittoria, tutto cambia. Tra lettere del passato, segreti del presente e un legame che si fa sempre più profondo, Nike e Daniel dovranno scoprire se la loro vulnerabilità li rende ancora capaci di amare e se potranno fidarsi l'una dell'altro. Perché, a volte, sono proprio le ferite a indicare la via verso la luce.



Capita a volte nella vita di arrivare a un punto in cui restano solo due opzioni: spegnersi lentamente… o sparire per ritrovarsi. È quello che accade a Nike, la protagonista di Lettere dal faro, che ci viene incontro con una valigia pesante di silenzi e un cuore ancora più stanco. E da qui, da questo vuoto pieno di passato, che inizia un romanzo che mi ha scosso dentro, come solo sanno fare le storie che parlano a bassa voce, ma arrivano fortissimo. Sin da subito si capisce che non sarà solo un viaggio geografico, ma anche un percorso interiore. È come se Valentina Cebeni ti prendesse per mano e ti dicesse: “Vieni con me sul promontorio del faro, ti racconto una storia di ferite e luce.”


"Vivendo al faro mi sono resa conto di quanto ipnotico sia il mare. Ha il potere di calmarti, di svuotarti la mente e riportare pace laddove c'era solo angoscia e rumore."

Nike è una giovane donna in fuga dalla Francia, da un passato violento e da un amore malato. È incinta, ma non si sente madre. Non si sente nemmeno più sé stessa. In cerca di rifugio, accetta l’aiuto della sua amica Iris che la ospita in Puglia, a Casebianche, dove un vecchio faro abbandonato l’attende. Un luogo che sembra dimenticato da tutti… tranne che dalla memoria.
Trasferitasi nel faro, Nike scopre ben presto che quel luogo custodisce una storia affascinante e misteriosa. A vivere lì, anni prima, era Vittoria, conosciuta dagli abitanti del borgo come “la donna del faro”. Le persone del paese le scrivevano di tutto: richieste di consigli, confessioni intime, sfoghi legati a problemi di cuore, dubbi sulle relazioni e, più in generale, riflessioni sulla vita.
Fra quella montagna di lettere, Nike ne trova alcune particolari: sono firmate da Julius, un uomo straniero che, per decenni, ha riversato sulla carta il suo amore sconfinato per Vittoria, senza mai ricevere risposta. Incuriosita, e spinta proprio da Iris, Nike decide di scavare più a fondo, pensando persino di trasformare la storia della “donna del faro” in un romanzo.

"Essendo una scrittrice ho subito visto in questo carteggio una storia che chiede di essere raccontata."

Le sue ricerche la conducono a Daniel, il figlio di Julius: inizialmente ostile e diffidente, fa di tutto per tenere nascosti i segreti legati al padre e a quella corrispondenza. Ma il confronto tra i due, da scontro, diventa pian piano dialogo: nasce una fiducia reciproca, una complicità che si fa sempre più forte, fino a sfociare in un sentimento imprevisto che mette alla prova entrambi.
Tra lettere ritrovate, indagini e la creazione di una rassegna musicale, Nike e Daniel capiscono che la storia di Vittoria non è solo un mistero da svelare, ma un’eredità emotiva. Raccontarla diventa per loro un modo per guarire, evolvere e concedersi una seconda possibilità, scegliendo finalmente ciò che li fa sentire vivi.


"Certe ferite ti rimangono dentro, non riesci mai a guarirne definitivamente..."

Ci sono libri che arrivano quando non li cerchi, ma di cui avevi bisogno. Lettere dal faro è proprio uno di quei romanzi che ti trovano, ti stringono piano e ti accompagnano nel silenzio. Non gridano. Non corrono. Sussurrano e lasciano il segno. Una storia intensa, delicata, che sa di mare, vento e rinascita. È un invito a rallentare, ad ascoltare, a riscoprire la bellezza delle parole e dei legami. È una carezza. Una ferita che si chiude. Un faro che si riaccende. È una lettura che risuona: una storia che parla di un amore segreto, di parole custodite nel tempo, di fragilità che si trasformano in forza.

E nel nostro blog Tutta colpa dei libri, dove le storie prendono vita, questo romanzo è anche un invito a credere nella possibilità di ricominciare, a fidarsi delle connessioni autentiche, e a trovare luce anche in quei fari che sembrano da tempo spenti.

Valentina Cebeni è bravissima nel costruire personaggi sfaccettati, veri, mai banali. Anche quelli che compaiono per poche pagine restano impressi.
Nike è una giovane donna fragile e forte, spezzata ma viva. Il suo percorso non è lineare, ma reale. Porta addosso il trauma, la colpa, la paura. Ma lentamente, attraverso le parole altrui, impara ad ascoltarsi. La gravidanza, che all’inizio è solo un fardello, diventa un nodo profondo attorno a cui costruire un nuovo senso di sé. È una donna che per molto tempo si è annullata ma che sceglie di guarire. Non in modo eroico, ma umano. Attraverso piccoli gesti: accettare una cena, rispondere a una domanda, leggere una lettera. La sua evoluzione è lenta ma potente: da donna che subisce, diventa donna che sceglie.


"Quel faro capace di guidare marinai e cuori smarriti, sua personale bussola verso una nuova vita."

Daniel è figlio di un amore taciuto e un padre troppo silenzioso. Si protegge dietro la distanza, ma ha un cuore ferito. Il suo cambiamento non è romantico da copertina, ma profondo e credibile. È un uomo che ha imparato a vivere con le macerie del passato. Porta sulle spalle l’ombra del padre, l’incomprensione verso una madre distrutta da un amore mai vissuto. È spigoloso, scostante, ma profondamente leale. Il suo rapporto con Nike non è mai forzato: cresce nel rispetto, nella curiosità reciproca, nella fiducia conquistata passo dopo passo.

Vittoria Pontini è l’anima del faro. Non la vediamo mai davvero, ma la sentiamo ovunque. È la donna che ascolta, che custodisce, che non risponde ma accoglie. Riceve lettere, riceve dolore. E anche se non ha lasciato parole sue, la sua presenza è incancellabile. è la vera grande assente-presente. È il simbolo delle donne che si fanno carico del mondo, silenziosamente.

E poi ci sono Giada, Iris, e tutte quelle figure femminili di Casebianche che ruotano attorno a Nike con dolcezza concreta. Non sono comparse: sono sorelle d’anima. Donne vere, che aiutano, comprendono, abbracciano. Senza giudicare.

L’ambientazione è viva e pulsante. Casebianche non è solo un luogo. È uno stato d’animo. Un borgo sospeso nel tempo, dove il vento scompiglia i pensieri e il sole scalda anche le crepe più grandi. Qui il passato ha radici profonde, e ogni pietra racconta una storia. 
Il faro è il simbolo perfetto di tutto il romanzo: spento ma presente. Silenzioso ma vigile. Rappresenta la possibilità di trovare la strada anche quando la luce sembra essersi spenta da tempo. L’autrice rende l’ambientazione non solo credibile, ma avvolgente. Il lettore sente il profumo del mare, il fruscio degli ulivi, la sabbia calda sotto i piedi. È un viaggio nei sensi, oltre che nel cuore.


"Aveva bisogno di vita, di adrenalina, di gridare al mondo che non aveva paura. Non voleva più essere ostaggio. Era stanca di vivere rinchiusa in una scatola, quella in cui era stata confinata per anni."

Lettere dal faro è molto più di una storia d’amore. I temi trattati sono diversi, profondi e di grande riflessione. Si parla della rinascita dopo la violenza: Nike è una donna spezzata, ma non spegnibile. Il suo percorso non è facile, ma è onesto. Ci mostra come sia possibile salvarsi, anche solo iniziando a leggere la storia di qualcun altro. 
Si parla del potere della scrittura: le lettere sono protagoniste quanto le persone. Parole che sfidano il tempo, che resistono al silenzio, che costruiscono legami. Julius scrive per essere ascoltato, Nike legge per guarire, Daniel comprende per liberarsi. 
Bellissimo il modo in cui le relazioni tra donne sono raccontate. Non c’è competizione, non c’è giudizio. Solo presenza. Cura. Empatia. È un inno alla solidarietà femminile che salva e trasforma. 
E poi l’amore silenzioso: quello tra Julius e Vittoria è un amore non vissuto nel quotidiano, ma vissuto nel profondo. Forse sbagliato, certo imperfetto, ma anche purissimo.

Lo stile: semplice, ma carico di emozione. Valentina Cebeni ha una penna che accudisce dolcemente. Non forza mai il lettore. Non urla. Ma dice molto. La sua scrittura è pulita, evocativa, intima. I dialoghi sono credibili, i momenti introspettivi intensi. L’uso delle lettere alterna passato e presente in modo fluido, mai meccanico. 
Il romanzo non si legge: si ascolta. Come il rumore del mare. Come le parole di chi abbiamo aspettato da tanto tempo.



Lettere dal faro è la calma che arriva dopo un temporale. È una storia che ci ricorda che possiamo essere fari, anche se ci sentiamo spenti. Che anche i cuori rotti possono diventare rifugi. Che leggere le parole degli altri può aiutarci a riscrivere la nostra storia. È il romanzo perfetto per chi ama le emozioni vere, per chi cerca personaggi imperfetti e vivi, per chi sa che la guarigione passa anche attraverso la memoria. Una lettura da fare con calma, con il cuore aperto… e magari con il mare sullo sfondo.






 


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