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giovedì 16 febbraio 2017

Recensione "Loving the Demon" di Nicole Teso

Ciao a tutti carissimi,

oggi la nostra Claudia ci parla di Loving the Demon, romanzo d'esordio di Nicole Teso uscito il 30 Gennaio in edizione Self  Publishing.



Titolo: Loving the demon
Autore: Nicole Teso
Editore: Self Publishing
Data di uscita: 30 Gennaio 2017
Genere: Dark romance


Las Vegas era l’occasione per iniziare una nuova vita e seppellirmi il passato alle spalle.
Non avrei mai potuto immaginare che sarei stata rapita e rinchiusa in una cella buia, pronta a diventare una schiava del piacere.
Jake Evans mi distruggerà, piegandomi ai suoi desideri e consumando la mia anima.
Lui è la mia condanna a morte.
Lei avrebbe dovuto essere una prigioniera come tutte le altre, pronta a soddisfare i desideri dei miei clienti.
Non avrei mai potuto immaginare che mi avrebbe dato così tanto filo da torcere.
Brittany Moore sta sfondando le barriere nella mia testa, facendomi crollare e riportando a galla un passato che credevo sepolto.
I demoni mi stanno reclamando…
Lei è il mio tormento.






Il dark romance non è il mio genere. Sebbene abbia letto qualche romanzo dark ben fatto, preferisco l’effetto deprimente/spezza cuore di un bel new adult. Ma in quest’ultimo periodo il lato oscuro ha esercitato la sua forza su di me e in un batter d’occhio mi sono ritrovata a leggere-e ad apprezzare- un paio di romanzi dark.
Dopo questa premessa, vi parlo del mio primo dark romance Made in Italy.

La storia inizia con una serata in discoteca, qualche cocktail e dei ragazzi carini.
Brittany si è da poco trasferita a Las Vegas. È qui che ha conosciuto Nancy, sua collega e adesso amica, con la quale sta passando un’esaltante serata.
Tra balli sensuali, calore e divertimento, Brittany incontra Jake, un uomo ricoperto di tatuaggi, gli occhi glaciali e una bocca indimenticabile.
Quando Jake le offre da bere, lei accetta e, dopo qualche scambio di parole un po’ strano, si allontana visto che Jake non ha fatto una bella impressione su di lei.
Poi iniziano le vertigini, la sensazione di smarrimento e confusione, e tutto diventa indistinto. Tutto diventa buio.
Dopo un po’ Brittany si risveglia e quello che vede non le piace per niente. È incatenata in una cella e non ha la più pallida idea del perché sia lì. Poi ricorda Jake e il suo ghigno prima del buio, e capisce che l’artefice di quella situazione è lui.


Jake non sa cosa sia la bontà da un bel po’, per questo ora gestisce il grande impero illegale del padre. Rapisce donne, le trasforma in schiave e le offre agli uomini che frequentano il suo giro. Brittany è una delle tante donne che ha rapito e torturato. Lei però non cede al suo potere, non si piega di fronte ai suoi schiaffi, i suoi pugni e le sue minacce. Brittany è come le altre donne di cui è padrone ma allo stesso tempo è completamente diversa ed è proprio questo ad attrarre Jake come mai prima d’ora; Brittany fa venire a galla ciò che di buono c’era in lui, ciò che credeva seppelitto dentro di se per sempre. Ma lei è lì affinché sia concessa ai suoi clienti e Jake non può permettersi distrazioni. Piegherà Brittany al suo volere, la spezzerà, la distruggerà, la priverà della sua anima se necessario. 
Brittany vuole uccidere Jake, deve uccidere Jake. Solo così potrà liberare se stessa e tutte le altre donne imprigionate lì come lei e tornare alla sua vita. Dovrà solo aspettare il momento più adatto, quando lui sarà più vulnerabile e finalmente potrà mettere la parola “fine” alla vita del suo aguzzino e a quell’incubo.
Brittany però, non ha preso in considerazione la possibilità di sentirsi attratta dal suo stesso carnefice. Non ha mai pensato che sotto l’anima putrefatta di Jake, sotto la sua cattiveria e la sua violenza esistesse un bagliore di luce che meritasse di essere salvato.
Ed è così che la vittima inizia a provare qualcosa di più dell’odio nei confronti del suo aguzzino.   


La sindrome di Stoccolma mi ha sempre affascinato. La possibilità che la vittima di violenza fisica si possa sentire attratta, addirittura innamorarsi del suo rapitore è qualcosa di così inspiegabile da essere allo stesso tempo affascinante.
È per questo motivo che, quando ho letto la trama di questo romanzo, la voglia di leggerlo si è fatta sentire.
Il dark romance non è un genere per tutti: è violento, malvagio, sconvolgente e bisogna essere “preparati psicologicamente” per leggere di certi argomenti e di certi atteggiamenti.
Potrei usare proprio questi tre aggettivi per descrivere Loving the demon.
 Jake Evans è l’essenza di questo libro. Racchiude tutto ciò che rende Loving the demon un dark romance di nome di fatto.



Il protagonista maschile non è il personaggio di cui potersi innamorare, che ti fa sognare a occhi aperti o l’uomo che desideri avere accanto. E’ l’artefice della distruzione psicologica di decine di ragazze, è un misogino e uomo senza cuore. Non teme nessuno e tutti temono lui.
È bello, dannatamente bello, ma è orrendo dentro.
Questo, però, è solo ciò che Jake ha deciso di mostrare al modo.
Perché Jake Evans è tutto questo e molto di più.
E’ stato un bambino che ha sofferto gli abusi del padre, che è stato dimenticato dalla madre e che non ha mia conosciuto l’amore.
In lui, però, nascosto dalle ombre dei suoi demoni, brucia ancora il desiderio di essere salvato da quella prigione nella quale lui stesso si è chiuso. Sebbene lo neghi, Jake non vuole essere l’uomo ignobile che è diventato, solo che il mondo in cui è entrato non offre vie d’uscita.
Poi nel suo mondo è arrivata Brittany.

“Mi succhia il labbro, facendomi eccitare. Potrei morire in questo contatto, perché ho ricominciato a vivere, perché ho provato qualcosa. Un’emozione.”



Non posso dire di essere impazzita per Jake. Sebbene a volte dimostrasse un pizzico di umanità, rimane sempre un misogino che picchia e violenta le donne affinché gli obbediscano.
I flashback nei quali Jake racconta la sua infanzia e la sua adolescenza mi hanno fatto pensare a questo personaggio in maniera quasi compassionevole. Poi i sentimenti positivi sono finiti e la frustazione, quello che ti fa urlare, si è riversata su Brittany.
Nancy mi ha sconvolto, ma Brittany mi ha indisposto.
Come ogni eroina che si rispetti, è selvaggia, indipendente e non si lascia intimorire dalle minacce di Jake. Soffre, fisicamente e psicologicamente, ma la speranza di uscire da quel luogo macabro è ciò che l’aiuta a continuare a combattere.



È stata violentata, picchiata, torturata. Il suo obiettivo era quello di uccidere Jake, poi improvvisamente diventa più “malleabile”, si lascia attrarre da Jake, fino a quasi provare sentimenti positivi nei suoi confronti.
Qualche parola detta nel modo giusto al momento giusto, uno spiraglio di umanità e improvvisamente Jake diventa, agli occhi di Brittany, un uomo da salvare?
Per non parlare della sua ipocrisia. Jake la violenta,”lo ucciderò” pensa Brittany. Jake dice qualche parola al limite del carino, “non pensavo fosse così” riflette lei. E diciamo che la storia si evolve su questa linea. Un odi et amo catulliano contestualizzato e un po’ troppo estremizzato.

Da donna, però, la pietà nei confronti di Brittany è stato un sentimento necessario. Nessuna donna dovrebbe mai provare ciò che viene descritto in questo libro, e pensare che nel mondo situazioni del genere (o meno eclatanti) esistano veramente mi fa accapponare la pelle e perdere quel poco di speranza nell’umanità che mi è rimasta. Dovremmo conoscere solo l’amore e dimenticarci che un sentimento come il dolore esista.

Poi c’è Jason.
Jason è il vero cattivo di questa storia.
Non conosce il significato dell’amore ed è abituato a un mondo fatto solo di violenza.
Jason Cass è stato parte dell’adolescenza di Jake, inizialmente come un bullo, ma in seguito i due riescono a stringere un legame di amicizia che dura fino a quel momento.
È cattivo e, a differenza di Jake, non desidera di essere diversamente.
Lacey, invece, è forse l’unico volto amico sul quale Brittany possa contare.
È stata fatta prigioniera molti anni prima dal padre di Jake e ora è sotto il controllo di Jake, sebbene Lacey svolga più il ruolo da mentore che da comune schiava. È costretta a subire tutto ciò per amore di suo figlio, arma con la quale Jake la minaccia.

Salvo l’odio provato nei confronti dell’eroina di questa storia, Loving the demon  mi ha sorpreso. Quando ho iniziato questo libro non credevo di rimanere così coinvolta, tanto da aspettare con ansia il seguito. E già, purtroppo Loving the demon si conclude con un brutto finale in sopseso che mi ha fatto gettare il telefono subito dopo aver letto l’ultima parola.
Beh, alla fine di tutto mi resta da lasciarvi la mia valutazione e pregare Ms. Teso che il seguito arrivi il più presto possibile. 




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