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venerdì 9 giugno 2017

Recensione "Sonno Profondo" di Banana Yoshimoto

Cari amici lettori,

oggi la nostra Jessica ci parla di SONNO PROFONDO di Banana Yoshimotopubblicato in Giappone nel luglio 1989, terzo romanzo della scrittrice giapponese ad essere tradotto in Italia grazie alla Feltrinelli. "Il sonno viene come l'avanzare della marea. Opporsi è impossibile." Con Sonno profondo Banana Yoshimoto indaga nel cuore di tre giovani donne e ne trae ombre plastiche, insinuanti, che echeggiano il vuoto della notte e la paura della solitudine. Vicina al germogliare più segreto delle emozioni, Yoshimoto disegna un mondo sfuggente e tuttavia concreto, che accompagna il lettore in un'avventura dell'anima di straordinaria incisività.



Titolo: Sonno profondo
Autore: Banana Yoshimoto
Editore: Feltrinelli
Genere: Narrativa
Pagine: 144



Queste tre storie, dice Banana Yoshimoto, raccontano la notte di alcuni personaggi che si trovano in una situazione di blocco, in una fase in cui il flusso regolare del tempo si è interrotto". In questa sospensione, emergono i temi a lei più cari, i percorsi del suicidio, la decadenza dell'istituzione familiare, il ruolo della sessualità, ritratti questa volta in noir, per suscitare una forte emozione.













Terako è una giovane donna giapponese, non riesce a uscire dal profondo e seduttivo tunnel del sonno, ormai le capita da molto tempo, di dormire ore infinite e di riuscire a svegliarsi esclusivamente alle telefonate di Iwanaga. Quale strana magia permetteva alla sua testa, tra le tante telefonate che riceveva durante il suo riposo, di distinguere quella del ragazzo e svegliarsi automaticamente, e prontamente rispondere?

"...al tono inebetito della mia voce lui ridacchia e ogni volta mi fa: -Di nuovo a dormire?-"

Iwanaga, la rappresentazione quasi perfetta del suo parter sentimentale, fidanzato no, non per il momento, e non osava chiederlo, perchè lei stessa sapeva di non poter avere nessuna risposta e di non poterla capire, nemmeno ci fosse stata la possibilità di averne una.
Terako e Iwanaga si erano conosciuti durante una giornata di lavoro, anzi, quasi lavoro, e dopo alcuni giorni passati insieme si erano resi conto di poter essere davvero fatti l'uno per l'altra, e questa scoperta fu lietà se non fosse per il grosso segreto che il ragazzo nascondeva.

"Sua moglie non ha coscienza e trascore la sua esistenza immobile, immersa nel sonno, in un ospedale."

Sono le prime luci dell' alba, il sonno assale Terako, il dolore per la sua migliore amica deceduta da qualche giorno e gli interrogativi sul suo futuro la costringono  a rinunciare a quel riposo malato, e inizia a camminare nella città che piano piano si sveglia.
Quasi ubriaca di pensieri distorti, si siede su una panchina, e arriva un fantasma dai passi dolci e raffinati...

"Nessun dolore, nessuna tristezza, laggiù: solo il mondo del sonno dove precipito con un tonfo."


Una luce nuova arriva dall' America e si catapulta nella stanza di Shibari; la nuova amica di Yoshimiro, il suo amato fratello, stava seduta alla sua scrivania, e le faceva i compiti di inglese nella maniera più elegante che lei avesse mai visto.
Sara, arrivata da Boston, con la sua pelle chiara, i capelli biondi e quegli occhi perdutamente azzurri, su quella sedia, sembrava proprio a casa sua.

"Sara, che cosa studi? Pensi di ritornare un giorno all' Università di Boston?"

Shibari, credeva che sarebbero stati insieme per sempre, nonostante la cotta di Marie, per suo fratello fosse molto evidente, lei sentiva che tra loro due sarebbe stato per sempre.
Così non fu, Yoshihiro morì, e tutto il dolore del mondo si concentro nel cuore delle ragazze, e le profonde notti di Marie diventarono spettrali, una telefonata si Sara confuse i pensieri di Shibari il per sempre venne dimenticato...

"E' strano ma mi sembra di avere soltanto sognato."

Fino a quella sera che gli occhi di quel bambino tanto simili a quelli di suo fratello, la fecero trasalire.


Bere troppo non l'avrebbe aiutata a tornare indietro, e a pensarci bene, forse nemmeno voleva, quell' amore folle a tre, difficile e malsano, doveva rimanere solo un ricordo, e Fumi ogni sera decideva di smetterla con tutto quel' alcol, perchè adesso aveva un ragazzo tutto per se e non doveva più dividerlo con Haru.
Ogni ragionamento sembrava filare alla perfezione, ma ogni sera il sole si andava a nascondere e portava via con sé tutti i buoni propositi.

"Se bevo solo un altro po' dormirò meglio, mi dico, e mi preparo un altro bicchiere..."

Il sonno, arrivava ogni notte, al suono di una voce melodiosa che cullava i pensieri di Fumi, ma da chi proveniva, e perché Mizuo insisteva con gli spiriti dei sogni?



Banana Yoshimoto in questo romanzo lascia un post scriptum per noi lettori, ci saluta con calore e ci confessa che in queste tre vicende, crea dei personaggi che parlano della sua vita, e di come si può facilmente cadere in circostanze insalubri.
Il romanzo affronta il tema dell'amore e del dolore in maniera molto sofferente in entrambi i casi, ma lo fa con una leggerezza che è tipica della scrittrice.
Un esempio può essere la freschezza delle lenzuola di Terako quando sprofonda nel sonno, e la destrezza di Marie di camminare sulla neve in pieno inverno per raggiungere Shibari.
Sembra che in queste pagine, l'autrice voglia dare la stessa importanza sia ai sentimenti come quelli per due donne che amano lo stesso uomo, che al dolore che lo stesso procura, ma nello stesso tempo, fa nascere altro amore.
La scrittura del' autrice è molto caratteristica, unisce la vita reale all'esigenza di trovarne un' altra parallela, in ogni racconto compare il velo di uno spirito che arricchisce il racconto e permette di non farcelo dimenticare.
A me è piaciuto nella sua originalità, merita di essere letto, racconto per racconto. Tutto d'un fiato lo sconsiglio, preso invece pezzo per pezzo lascia un gusto diverso, più maturo.








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