Cari lettori,
oggi Dana vi parla del romanzo "Il mondo visto da Annika Rose" di Tracey Garvis Graves, uscito l'11 giugno per Sperling & Kupfer. La storia struggente di Annika e Jonathan racconta il coraggio dell'amore, il rispetto di quella diversità che ci rende speciali, la straordinaria bellezza e unicità di ciò che banalmente viene definito «imperfetto». Venite a scoprire cosa ne pensa Dana...
Buona lettura!
Titolo: Il mondo visto da Annika Rose
Autrice: Tracey Garvis Graves
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: Narrativa contemporanea
Uscita: 11 giugno
Pagine: 304
Università dell'Illinois, 1991. Annika non ama socializzare. Teme sempre di dire o fare la cosa sbagliata, non riesce mai a capire i pensieri o i comportamenti dei suoi interlocutori, a interpretarne i gesti o le espressioni del volto: per lei, stare in mezzo agli altri è come trovarsi in un Paese straniero di cui non conosce la lingua. Preferisce la compagnia silenziosa dei libri, che sanno trasportarla in mondi diversi dal suo; o quella confortevole degli animali di cui si prende cura alla clinica veterinaria, dagli occhi così espressivi e rassicuranti. Solo al tavolo degli scacchi può affrontare un estraneo; perché quel gioco, con le sue regole e la sua disciplina, con quella netta divisione tra bianco e nero, rispecchia la sua visione del mondo e non la fa sentire fuori luogo. È proprio a una partita che incontra Jonathan. Lui è stupito dalla bravura di quell'avversaria che riesce a batterlo, è colpito dalla sua bellezza, ma ancor di più conquistato dal suo modo di essere: dove gli altri vedono solo stranezza, lui scopre una creatura fragile ma assolutamente autentica e sincera, l'unica con cui possa essere se stesso. E Jonathan è l'unico ragazzo da cui Annika si sia mai sentita accettata. Il loro amore nasce così, studiando attentamente ogni passo, con pazienza e dedizione, ma anche col coraggio di sfidare pronostici e immaginare insieme il futuro. Finché il destino, con una mossa imprevista, separa bruscamente le loro strade. Chicago, 2001. Annika fa il lavoro dei suoi sogni, la bibliotecaria, e si fa aiutare da una specialista per affrontare quella paura del mondo che adesso sembra avere una diagnosi. Quando rincontra per caso Jonathan, ora un genio della finanza, il tempo tra loro sembra non essere mai passato, anche se c'è una vita in mezzo. I loro sentimenti sono ancora lì, evidenti e tangibili, come pedine lasciate al loro posto in attesa di ricominciare a giocare. È una partita che richiede coraggio, per superare le paure e i non detti di ieri. È una sfida che dovranno affrontare uniti, contro un avversario - il destino - che già una volta li ha battuti. Ma è l'unica chance per riprendersi quella felicità che solo insieme hanno conosciuto davvero.
Cari lettori,
il libro di cui vi parlo oggi è Il mondo visto da Annika Rose di Tracey Garvis Graves, un'autrice che ho scoperto qualche anno fa e da allora è entrata nella lista delle mie autrici preferite.
Come credo che accada a tutti i divoratori seriali di libri, anche a me capita di dimenticare molti dei libri che leggo. La mente si difende come può dal sovraccarico di informazioni che ci sommerge ad ogni nuova lettura ed è inevitabile che si trattenga quello che ci ha colpito molto e si lasci andare quello che non ci è sembrato importante. Se poteste ricordare solo cinquanta dei libri che avete letto quali scegliereste? Si, lo so. Cinquanta sono davvero pochi ed è crudele pretendere una scelta così drastica, ma assecondatemi per un secondo e cominciate a riempire il vostro ideale scaffale degli "eletti". Va bene. Non fatevi prendere dal panico. Sarò di manica larga e vi abbuono altri cinquanta libri. Meglio?
Ora che ci si può rilassare, e io per prima mi sento più serena e approfitto dello spazio extra, vi dico che nel mio scaffale dei romanzi da salvare troverebbe il suo posto un libro di Tracey Garvis Graves e precisamente L'isola dell'amore proibito. Se non l'avete letto vi consiglio di tutto cuore di dargli una possibilità. So che l'ho presa alla lontana ma arrivo al punto e vi dico che questa autrice mi ha preso all'amo dalla prima volta che ho letto un suo libro. Mi piace il suo stile. Mi piacciono le sue storie. Mi aspettavo quindi grandi cose da Il mondo visto da Annika Rose. Vorrei poter dire che mi ha catturato fin dalle prime pagine ma non è stato così. Non è stato amore a prima vista. Si è trattato piuttosto di un rapporto del tipo "amici che si frequentano e si innamorano poco a poco". Il motivo di questa graduale infatuazione è stata proprio la protagonista del libro, Annika Rose.
Annika odia le scarpe (di cui si sbarazza appena può), i vestiti stretti, gli odori forti, i rumori, la folla e non sopporta il contatto fisico. Le uniche oasi di pace per Annika sono la biblioteca dove può immergersi nei suoi amati libri, la clinica veterinaria dove fa volontariato e il club degli scacchi. Tutti e tre questi luoghi sono zone franche in cui le interazioni con gli altri esseri umani sono ridotte allo stretto necessario. I libri le parlano senza chiedere risposte, gli animali si lasciano curare senza giudicare e la scacchiera giustifica il silenzio in un gioco fatto di concentrazione e calma. È proprio al club deli scacchi che Annika conosce Jonathan che le viene, suo malgrado, imposto come avversario al posto del solito rassicurante sfidante. Jonathan è affascinato dalla ragazza e non si lascia scoraggiare da tutte le barriere che erige. Con pazienza e delicatezza riesce a farsi spazio nella sua vita e nel suo cuore.
Annika ci prova ad essere "normale" per lui. Vuole fare progetti a lungo termine con quel ragazzo che oltre a farle sperimentare sentimenti mai provati, riesce a farla sentire per la prima volta pienamente accettata per quello che è. Nel modo più doloroso, Annika si rende conto di non essere pronta e le loro strade si separano. A distanza di dieci anni si ritrovano casualmente e questa volta potrebbe essere Jonathan a non essere pronto. La vita è andata avanti per entrambi e li ha cambiati.
Dieci anni prima, l'amore non era bastato a tenerli insieme. Sarà sufficiente adesso?
Il mondo visto da Annika Rose non è solo la storia di una seconda occasione in amore. È una lezione sull'accettazione delle differenze. Anche se l'autrice per gran parte del libro preferisce non etichettare con una diagnosi clinica il problema di Annika, non è difficile per il lettore fare le sue deduzioni.
All'inizio mi è stato difficile empatizzare con Annika per la sua impenetrabilità. Nonostante la sua devastante schiettezza mi sembrava che al di là del suo guscio protettivo non ci fosse un cuore pulsante. Poi ho cominciato a decodificare le sue stranezze.
La realtà attraverso il filtro di Annika sembra avere i colori rovesciati o sfocati. Bisogna provare a vedere con i suoi occhi per capire che la distanza che mette tra lei e il mondo non è che uno scudo.
Alla fine, l'apparente impermeabilità di Annika alle emozioni più comuni non fa che dimostrare la bravura della Garvis Grace nel tratteggiare un personaggio credibile nelle sue fragilità e idiosincrasie.
Quando Annika corre il rischio di mettersi alla prova da sola senza la protezione di chi l'ama, si riesce finalmente a vedere il suo carattere e la sua anima. Si concede finalmente al lettore senza schermature ed è a quel punto che l'ho sentita più autentica.
Il racconto è caratterizzato dall'alternanza della narrazione tra presente e passato e anche se l'intento era di renderlo più dinamico, per me questo ha contribuito piuttosto a rallentarlo .
Nella seconda parte c'è un plot twist di grande impatto che fa riprendere quota alla storia e che mi ha infine coinvolta e appassionata.
Non mi ha conquistato del tutto ma mi ha emozionato e mi ha fatto riflettere sulla percezione e l'accettazione della diversità.
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