oggi vi parlo di FAMMI MALE di Francesca Bertuzzi, uscito il 19 giugno grazie alla Mondadori. Un thriller avvincente, con una trama difficile da sbrogliare se non si arriva fino alla fine della storia. Storia in grado di portare l'uomo al confine della follia...
Titolo: Fammi male
Editore: Mondadori
Genere: Thriller
Uscita: 19 giugno
Ana è disposta a tutto - ingannare, sedurre, ricattare - per scappare dalla città-clinica. Ha ventitré anni e li ha trascorsi tutti nel non-luogo fondato da suo padre in Svizzera, chilometri di laboratori su laboratori popolati da pazienti e da camici bianchi che, come novelli dèi dell'Olimpo, sperimentano le più moderne tecnologie mediche e farmaceutiche nel tentativo di vincere i limiti della scienza. E lei è il fiore all'occhiello delle loro manie di onnipotenza. Ana è "un esperimento, un abominio, una replica": il suo corpo è in tutto e per tutto uguale a quello della primogenita dei suoi genitori, Anabelle, morta quando aveva più o meno la sua età di oggi.
Ma ora Ana è più che mai determinata a scoprire che sapore ha la libertà. Anche perché alcuni sogni ricorrenti hanno cominciato a martellare il suo subconscio. Ed è proprio inseguendo questi incubi che si ritroverà sul litorale abruzzese di Vasto, teatro di molte delle sue visioni notturne. Lì assolderà un'investigatrice privata, la giovane e sexy Arancia - destinata a rivelarsi molto più di una semplice professionista -, e insieme a lei scoprirà che Anabelle è morta proprio a Vasto, durante una vacanza, in circostanze misteriose.
A mano a mano che le due ragazze si addentreranno nelle indagini, il passato di Anabelle si trasformerà in una minaccia sempre più spaventosa per il presente di Ana, fino a quando anche le categorie del possibile e dell'impossibile saranno sovvertite.
Che fine ha fatto davvero Anabelle, venticinque anni prima? Chi può averla uccisa?
Ma ora Ana è più che mai determinata a scoprire che sapore ha la libertà. Anche perché alcuni sogni ricorrenti hanno cominciato a martellare il suo subconscio. Ed è proprio inseguendo questi incubi che si ritroverà sul litorale abruzzese di Vasto, teatro di molte delle sue visioni notturne. Lì assolderà un'investigatrice privata, la giovane e sexy Arancia - destinata a rivelarsi molto più di una semplice professionista -, e insieme a lei scoprirà che Anabelle è morta proprio a Vasto, durante una vacanza, in circostanze misteriose.
A mano a mano che le due ragazze si addentreranno nelle indagini, il passato di Anabelle si trasformerà in una minaccia sempre più spaventosa per il presente di Ana, fino a quando anche le categorie del possibile e dell'impossibile saranno sovvertite.
Che fine ha fatto davvero Anabelle, venticinque anni prima? Chi può averla uccisa?
Ogni tanto mi piace buttarmi su qualche thriller per
frammezzare le mie solite letture. Questa volta ho scelto FAMMI MALE, un po’
attirata dalla copertina, un po’ incuriosita dalla trama, appena è uscito mi
sono subito immersa nella lettura. Lettura che mi ha coinvolto al cento per
cento, perché, immediatamente, le parole mi hanno risucchiata in un vortice
infernale. Un vortice sempre alimentato da correnti forti, in grado di travolgere qualsiasi cosa incontri sul suo cammino e catapultarti al di là di ogni cosa possibile. Una storia che mette in discussione i sentimenti, i rapporti malati, la scienza qui raccontata senza scrupolo... Una storia forte, che tocca la parte più nascosta dell'essere umano capace di pensieri e azioni che lo portano sull'orlo del baratro...
"Sono la prova dell'egemonia di mio padre. Sono la prova del volere di mia madre. Sono la prova dell'impotenza di Dio".
Conosciamo subito Ana Core, una giovane donna di ventitré
anni, che non sarebbe mai dovuta venire al mondo. Nata e cresciuta nella
città-clinica di suo padre, diventa ben presto una cavia usata senza mezzi
termini. All’interno di questa clinica, dottori privi di ogni moralità, compiono
dei veri e propri “prodigi”, su richiesta di ricchi pazienti che hanno la
possibilità di vivere all’interno di questi edifici, circondati da alte
recinzioni. Ed è in questo ambiente che Ana è cresciuta, ed è l’esatto clone di
Anabelle Core, la figlia di quelli che oggi sono i suoi genitori, morta
venticinque anni prima e nessuno ancora sa come. Ana decide di fuggire da quest’inferno, e non è la prima volta. Consapevole di cosa potrebbe comportare essere sorpresa
nella fuga, Ana ricatta uno degli infermieri della clinica che diventa suo
complice e l’aiuta a fuggire e ad arrivare in Italia, precisamente a Vasto, un
paese che lei non conosce ma che ha visto molte volte in sogno attirandola a sé
come una calamita. Arrivata a Vasto, Ana si incontra con Arancia, un’investigatrice
privata da lei assoldata, per scoprire come è morta Anabelle, ma, soprattutto, per
capire perché nella sua mente da tempo stanno riaffiorando vicende che lei non
ha mai vissuto in prima persona. Da tempo ormai i suoi sogni sono infestati da
ricordi poco nitidi che la confondono sempre di più su cosa lei sia realmente, su
cosa sia veramente successo o meno.
Anche il suo presente viene messo in discussione, in una bolla di follia e mistero. Chi è veramente Ana Core e perché tutto quello che sogna la porta inevitabilmente sempre più vicina alle persone e ai luoghi che Anabelle ha conosciuto e vissuto venticinque anni prima? E soprattutto, cosa si è disposti a fare per riportare in vita la propria figlia, il centro di tutta la tua vita persa così prematuramente? In questo modo, il padre di Ana diventa un uomo onnipotente, in grado di compiere miracoli a discapito però della giovane figlia. Come dicevo sopra, Ana diventa una perfetta cavia, sottoposta a elettroshock, ad esperimenti sotto le infide mani di suo padre.
Anche il suo presente viene messo in discussione, in una bolla di follia e mistero. Chi è veramente Ana Core e perché tutto quello che sogna la porta inevitabilmente sempre più vicina alle persone e ai luoghi che Anabelle ha conosciuto e vissuto venticinque anni prima? E soprattutto, cosa si è disposti a fare per riportare in vita la propria figlia, il centro di tutta la tua vita persa così prematuramente? In questo modo, il padre di Ana diventa un uomo onnipotente, in grado di compiere miracoli a discapito però della giovane figlia. Come dicevo sopra, Ana diventa una perfetta cavia, sottoposta a elettroshock, ad esperimenti sotto le infide mani di suo padre.
"Lo so bene io, io che sono Adamo ed Eva del suo Eden in provetta."
Tutto questo, sotto gli occhi consapevoli ma impotenti di
sua madre che, appannata da un senso di follia irreale, non fa nulla per
fermare tutto. Ana però si ribella, non ci vuole stare in questa vita asettica
di emozioni e sentimenti. Negli anni ha imparato a ricattare e a sedurre e ad
ottenere quello che vuole. Raggiunto il suo obiettivo, a Vasto, Ana con l’aiuto
di Arancia, porterà alla luce la verità su quella che è la morte di sua sorella
Anabelle…
Ammetto che ad un certo punto ho avuto paura nel continuare
la lettura. Non sapevo più cosa pensare e dove la storia andasse a finire. E
Francesca Bertuzzi ha saputo il fatto suo, tenendomi sempre sul filo del
rasoio. Quando la verità era lì che stava venendo alla luce, ecco che il
vortice cambiava inclinazione e ritornava a girare in modo diverso, portandomi
sulla soglia della follia. Man mano tutto viene fuori in modo nitido, e quello
che ho provato è incredulità e rancore. Sì, perché ho letto di persone che non
si possono definire tali, in questo caso i genitori di Ana. Poi, andando avanti, tutto viene fuori e niente è lasciato al caso. L’autrice ci sbatte in faccia la
storia della madre di Ana, nata povera ma che grazie a Dio, con il quale ha
sempre creduto di avere un rapporto particolare, e grazie alla sua bellezza, ha
avuto il suo riscatto diventando una donna ricchissima e amata dal suo
talentuoso marito. A coronare il tutto la nascita della sua meravigliosa
figlia, diventata ben presto il centro del suo universo. Poi il buio, il tunnel
senza uscita, sulla sua vita le tenebre. Da qui la folle richiesta a suo
marito: riportare in vita l’amata figlia. Dove ha fallito Dio, arriva a
soccorrerla la scienza, un miracolo che solo suo marito può fare. Non si sa il
nome di questa donna, un personaggio ambiguo ma ben caratterizzato che viene
fuori proprio nell’ultima parte del libro portandoti con sé in un’aspirale alienante.
Invece, il padre di Ana ha un nome ed è proprio la madre a svelarcelo alla fine.
Un uomo di cui si sa poco se non l’amore che prova solo per sua moglie.
Vi sto facendo impazzire? Bene, perché se deciderete di
intraprendere questa lettura, dovete essere pronti. Dovete soffrire anche voi
come è successo a me… È un libro che sicuramente coinvolge e che fa molto
pensare. Nonostante la trama sia intricata, lo stile è semplice e incalzante e rende la storia adrenalinica e dal ritmo serrato. Le parole sono graffianti e
te le senti sulla pelle; capitoli brevi, ben mirati e strutturati.
Quindi cari librosi, libro consigliatissimo!!!!
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