oggi vi parlo di "La teoria imperfetta dell'amore" di Julie Buxbaum, un Young adult uscito lo scorso 4 settembre per De Agostini. Un romanzo che attraverso i suoi giovani protagonisti tocca tematiche importanti che creano dei bei spunti di riflessione adatti un po' per tutti.
Titolo: La teoria imperfetta dell'amore
Autrice: Julie Buxbaum
Editore: De Agostini
Genere: Young adult
Uscita: 4 settembre
Pagine: 400
Da quando suo padre è morto in un incidente d’auto, Kit non è più la stessa. Non ha più voglia di ridere, scherzare o confidarsi con le amiche di sempre. L’unica cosa che desidera è chiudere fuori il mondo intero. Per questo decide di lasciare il tavolo affollato a cui si siede ogni giorno in mensa e prendere posto a quello di David. David, che ha la sindrome di Asperger e non parla mai con nessuno. David, che odia il mondo e ama la scienza. I due non potrebbero essere più diversi, ma lentamente quei pranzi in solitudine diventano un appuntamento fisso, atteso. Tra sguardi e parole sussurrate, Kit e David imparano a essere amici, e forse qualcosa di più. Sarà proprio lui a ricomporre i pezzi del cuore infranto di Kit. E sarà lei ad aiutare il ragazzo ad affrontare se stesso e gli altri. Ma quando le cose si complicano per davvero, il sentimento che li lega sarà abbastanza forte per salvare entrambi?
La storia ha come protagonisti due adolescenti, David e Kit, che sono due universi lontanissimi, all’interno della Mapleview High, il liceo che frequentano. Due pianeti che non sono mai entrati in collisione, non si sono mai incontrati, se non per quelli che David chiama “Incontri degni di nota” indicati nel suo quaderno. Ma un giorno come tanti, Kit si avvicina al tavolo dove David pranza ogni giorno tutto da solo e si siede affianco a lui. Un gesto normale, ma che sarà il preludio di tutto.
"La mia conversazione con Kit è un altro Incontro degno di nota, un Incontro degno di nota positivo, così piacevole che non voglio scriverlo nel mio quaderno. Voglio fare finta, solo per un momento, che non sia un evento raro, che questo genere di cose mi capiti tutto il tempo. Di non essere il tipo che ha bisogno di un quaderno, anzitutto."
Ma cosa ha portato Kit Lowell ad abbandonare la sua routine quotidiana?? A virare rotta e decidere di sedersi nel tavolo più isolato della mensa?
È passato un mese esatto da quel terribile giorno in cui ha perso la persona che forse la capiva di più, ovvero suo padre. Da quel giorno, Kit sta ancora cercando di elaborare la perdita, ma i suoi occhi non ne vogliono sapere di lacrimare e sicuramente non ha nessuna voglia di tornare a sorridere e a parlare di cose futili a mensa con le sue due migliori amiche.
E allora Kit, in questo giorno che le ricorda come la sua piccola famiglia è andata in frantumi, lascia la sua comfort zone per trovare un po' di pace dal casino del mondo che la circonda e si siede con la persona più taciturna del liceo.
"Ho scelto il tavolo di David per il suo silenzio e la sensazione di rifugio che mi comunicava, e ho continuato a tornarci perché ho scoperto che mi piace stargli vicino, anche se non so bene perché."
David è un ragazzo che sta sempre sulle sue e non parla mai con nessuno. Un ragazzo che sembra vivere nel suo mondo fatto di numeri e certezze. Una certezza, è che lui non è come tutti gli altri e non semplicemente perché non ha amici, gira sempre con le cuffie alle orecchie, lasciando il mondo fuori, e parla a ruota di fisica quantistica. No, David non è normale, ma in fondo chi è veramente normale??
David vorrebbe essere un po' più umano, un po' più come gli altri. Vorrebbe avere solo una normale interazione con gli altri e non sembrare così strano.
"Resta il fatto che desidererei molto essere più simile agli altri."
"...se avessi la possibilità di fare una qualche sorta di upgrade cosmico – passare dal David 1.0 alla versione 2.0, in grado di cavarsela nelle conversazioni di ogni giorno –, lo farei all’istante."
Ma sa anche che se essere normale significa essere come quei ragazzi che lo prendono in giro ogni giorno nei corridori del suo liceo, allora forse non è così bello desiderare di essere come loro.
Nel suo mondo tutto è già prestabilito e organizzato, c’è poco spazio per l’imprevedibilità, per il caos.
Kit che siede al suo tavolo e che inizia a parlare con lui, rappresenta un’equazione che non aveva calcolato affatto. Da quel momento, David e Kit stabiliscono un legame che giorno dopo cresce e che li porta alla scoperta dei loro rispettivi mondi.
Un’amicizia sta sbocciando piano piano e entrambi trovano nell’altro un complice, un’àncora di salvezza dalla realtà attorno a loro.
Un progetto tutto basato su dati matematici, quelli che tanto ama il nostro David, avrà il fine di farli avvicinare ancora di più. Kit cerca un senso alla morte del padre e David non vede l’ora di poterla aiutare e chiudere il cerchio. Un cerchio va chiuso. Un’equazione va risolta. Forse, un’equazione d’amore.
Il romanzo è ricco di temi importanti che fanno molto riflettere in senso positivo. Si parla di diversità, di bullismo e di lutto, ma non solo. Il tema centrale che permea per tutto il corso della lettura è sicuramente la diversità. Un argomento trattato in maniera esemplare dall’autrice, con rispetto e delicatezza, senza esagerare e senza eludere la realtà.
Ad accompagnare il tema della diversità, c’è quello del bullismo, che oramai è un tema ampiamente sviscerato negli ultimi anni e di cui è sempre giusto parlare, e anche in questo caso, ho trovato sensibilità e una grande forza nel parlarne.
Infine, abbiamo il lutto che ci viene raccontato attraverso la protagonista femminile, Kit. Della sua difficoltà nell’accettazione della perdita improvvisa del padre, della sua personale elaborazione del lutto: un cammino tortuoso ma necessario per potere andare avanti. Ci viene raccontato il suo dolore senza fronzoli, senza barriere. Un dolore che ci fa allontanare dagli altri, ma che ci fa anche capire cosa è veramente importante nella vita e di quando è bello trovare qualcuno che si faccia largo in questo dolore e ci riporti indietro.
Si parla anche dell’amicizia e di quando sia difficile trovare qualcuno che ci capisca fino in fondo e che ci accetti per quello che siamo; ma che anche di quanto è bello finalmente trovare quella persona che finalmente ci fa uscire dal nostro mondo per entrare in un altro molto più ampio e meraviglioso.
Se da un lato ho amato i temi che sono stati trattati e soprattutto la modalità utilizzate, ho qualcosa da ridire sull’impostazione della narrazione. Diverse volte mi sono sentita spiazzata dalle brusche interruzioni nel passaggio da un discorso ad un altro. Avrei preferito una maggiore attenzione su questo aspetto. Un altro fattore che non mi permette di promuovere questo romanzo a pieni voti è che nonostante le belle tematiche che affronta, ha poco toccato le mie emozioni. Ci sono stati momenti, nel corso della narrazione, che ho trovato molto belli e che hanno smosso qualcosa in me, ma nel complesso la maggior parte del tempo sono stata più occupata a riflettere che ad emozionarmi. Non è proprio un aspetto negativo, ma mi sarebbe piaciuto avere maggiore trasporto.
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