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giovedì 11 aprile 2024

Recensione "The Turnglass. La Clessidra di Cristallo" di Gareth Rubin

 






Cari lettori,

tempo di recensione. Oggi vi parlo di "The Turnglass. La Clessidra di Cristallo" di Gareth Rubin, uscito lo scorso anno per Longanesi. Curiosi di conoscere la storia da due POV diversi? Basta capovolgere il libro e buona lettura!




Venite con me...






Titolo: The Turnglass. La Clessidra di Cristallo
Autore: Gareth Rubin
Editore: Longanesi
Genere: Mistery Thriller/Giallo storico/Urban fiction/Crime
Uscita: 5 settembre 2023
Pagine: 552

Inghilterra, 1881
«Turnglass House ha sempre avuto qualcosa di corrotto e maligno.» Questo è tutto ciò che il giovane medico Simeon Lee sa quando arriva a casa dello zio, il parroco Hawes, per curarlo. Una sola finestra illuminata, un orizzonte sospeso sul vuoto, una palude fangosa pronta a inghiottire i pochi che osano avventurarsi. Lo zio è convinto di essere stato avvelenato e i suoi sospetti ricadono su Florence, la cognata. Immobile, con addosso un abito di seta verde e un sorriso beffardo, Florence li fissa dalla cella di vetro in cui si trova segregata da quando, in un raptus di gelosia, ha ucciso il marito.
Molti la considerano pazza, ma secondo Simeon è una figura tutta da decifrare. Come tutto da decifrare è il volumetto rosso che spicca nell’immensa biblioteca dello zio e che lei continua a indicargli. Un libro che racconta una vicenda ambientata nel futuro e che tuttavia potrebbe rivelare qualcosa sul presente.
Un libro che parla di un’altra terra, la California, in un’altra epoca, il 1939, che pure ha tanti punti in comune con la storia di questa famiglia inglese. La storia di un uomo che indaga per scoprire cos’era accaduto alla madre, scomparsa vent’anni prima…
California, 1939
Quella dello squattrinato Ken Kourian è una vita divisa tra provini cinematografici e lavoro in un giornale, finché incontra Oliver Tooke. Affascinante, mondano e insieme riservato, Oliver è un celebre scrittore figlio del governatore della California. Da qualche tempo appare incupito, e la pubblicazione del suo nuovo romanzo sembra angosciarlo.
Una sera, arrivato a casa sua, Ken fa una scoperta sconcertante: lo trova riverso sulla scrivania, il collo lacerato da un proiettile, la pistola nella mano. La morte viene presto archiviata come suicidio, ma Ken non è convinto e decide di indagare. Le ricerche lo portano sulle tracce di una vecchia storia, quella del misterioso rapimento del fratello di Oliver e della scomparsa della madre. Una famiglia sfortunata. O forse, una famiglia che nasconde troppi segreti. Ken è convinto che per scoprire la verità dovrà decifrare gli indizi nascosti nell’ultimo libro dell’amico.









Lettori, oggi non vi nascondo che non ero molto sicura nel parlarvi del romanzo protagonista della recensione di oggi. La voglia di leggerlo c’era da tantissimo tempo ma una volta iniziato si è rivelato veramente ostico sia a livello di interpretazione, di ambientazione, non parliamo poi dello sviluppo della storia in sé. Ma credo sia giusto dare la mia personale opinione, dopo lunghe riflessioni, su “Turnglass. La Clessidra di Cristallo” di Gareth Rubin.

Inizio col dirvi che quello che mi ha avvicinato alla lettura del libro è stato il fatto di poterlo leggere da due direzioni diverse. Il romanzo si divide in due parti, una blu e una rossa, capovolte. Sta al lettore decidere da che parte iniziare a leggere. Due storie con ambientazioni e periodi storici differenti ma che, questo lo si intuisce solo leggendo, sono interconnesse. Una il riflesso dell’altra.

Io ho deciso, sotto consiglio di chi prima di me si è avventurato in questa selva oscura, di iniziarlo a leggere dalla parte blu con la speranza che l’ambientazione di fine Ottocento mi avrebbe rapita. Come molte storie, il bandolo della massa parte dalla FAMIGLIA
1881. Simeon Lee è un giovane medico che con tutte le sue forze e mezzi non molto consistenti cerca una cura per la malattia del secolo, il colera. A corto di fondi e bistrattato dalla società medica londinese che non crede nelle sue idee, Simeon decide di prendere in considerazione la richiesta di un suo lontano parente e farsi così condurre a Ray, un’isola che emerge dalle paludi salmastre sulla costa dell’Essex. Lì sorge indisturbata e solitaria Turnglass House dove dimora il parroco e parente di Simeon, Oliver Hawes che necessita del suo aiuto a livello medico. Almeno per un primo momento sembra così…



"La famiglia, si sorprese a considerare, poteva essere un pozzo di strani legami."



Turnglass House è l’unica abitazione che sorge su Ray come se l’isolamento non fosse un semplice caso ma qualcosa di autoimposto. Il luogo non è dei più felici, un’immensa palude che sembra voler inghiottire tutto e tutti unito alla marea che scandisce il tempo e dà il suo muto consenso per attraversare uno stretto passaggio di terra, lo Strood per approdare sulla terraferma.

Simeon è lì per curare lo zio che soffre sintomi inspiegabili e che è sempre più convinto che qualcuno lo stia avvelenando. Ma chi potrebbe volere morto un povero parroco di campagna? Secondo Hawes i colpevoli potrebbero essere gli abitanti incattiviti di Mersea o ancora meglio la cognata, Florence. Le farneticazioni di un povero malato o c’è un barlume di verità?

Resta a Simeon capirlo, come anche l’inusuale per non dire bizzarra sistemazione di Florence, imprigionata dietro una parete di vetro. Una vera e propria cella che la tiene separata dal mondo. Ma perché la donna si trova rinchiusa lì? È stata la follia a destinarla ad una vita da segregata o c’è dell’altro sotto?

Simeon rimane subito attratto dalla donna in abito di seta verde che lo guarda quasi intuendo i suoi più intimi pensieri e oscuri peccati. Lei con il suo fare molto sibillino custodisce qualcosa che Simeon anela disperatamente di sapere e per cui parte una forsennata ricerca della verità attraverso la lettura di un libro misterioso.






Enigmatico come Florence, lo strano volumetto rosso dal titolo “Il campo d’oro” sembra chiamare Simeon alla sua lettura ma cresce anche la sensazione di volersi tenere alla larga. Una storia che ha qualcosa di particolare. Quasi sessant’anni dopo, nella soleggiata California, un altro uomo è alla ricerca della verità. Sarà una coincidenza?


"Era la storia di una ricerca, dunque. La ricerca di una verità sepolta nella storia familiare. Non così diversa da quella che stava vivendo lui. Anche se le parole erano piuttosto semplici e la storia sembrava – per il momento – abbastanza innocua, provava ancora un disagio crescente. Come se lo stesse trascinando da qualche altra parte, in un altro tempo, nel mondo di qualcun altro."


Inizia così l’avventura di Simeon in questa landa paludosa che nasconde i suoi segreti più oscuri sotto denso e impregnante fango. La sua inarrestabile curiosità lo porterà ad affrontare l’impervia natura morta che lo circonda e le risposte enigmatiche e spesso inconcludenti degli abitanti del luogo in un sempre più incalzante racconto.





Giorno dopo giorno, la mente del dottor Lee si abita di ogni sorta di indizio sul famoso scandalo che ha colpito questa parte della sua famiglia e sembra venire a galla qualcosa di sempre più sconcertante. I pensieri di Simeon scorrono lenti ma inarrestabili come la sabbia scorre lenta dentro quel singolare segnavento a forma di clessidra sopra il tetto della casa e chissà se lo porteranno sempre più vicino alla verità.






Riuscirà Simeon a scoprire cosa si cela in questa torbiera abbandonata da Dio che pare portare tutti alla follia?



“«Una donna che sta seduta qui giorno e notte», gli disse Florence «ha molto tempo per pensare. Per farsi venire idee.» Un sorriso impercettibile le aleggiò sulle labbra. «Davvero tanto tempo.»”



Gira la ruota o meglio ancora, gira il libro, nel nostro caso. E così abbiamo l’altra faccia della medaglia della storia. La parte rossa del libro ha come protagonista Ken Kourian, un ragazzo cresciuto nella parte rurale della Georgia e che è giunto nella città degli angeli per cercare fortuna come tanti nel mirabolante mondo del cinema. Siamo nel 1939, l’età d’oro di Hollywood e del cinema sonoro con lo spettro del nazismo che aleggia oltreoceano. Il nostro aspirante attore non se la sta cavando proprio benissimo tra provini falliti e un lavoro poco avvincente come redattore di annunci pubblicitari del Los Angeles Times.

Annoiato dalla sua nuova vita che sperava più eccitante, giunge a una delle tante feste losangeline e lì incontra lo scrittore Oliver Tooke, dall’aria triste e melanconica. Sarà forse l’effetto strano che produce la casa in cui vive? Una costruzione di tre piani, tutta interamente in vetro che si erge su di un promontorio che affaccia sull’oceano. Un posto isolato e che suscita in Ken un senso di inadeguatezza, come se ci fosse qualcosa che non va…





Il giovane rampollo della west coast sembra trovare in Ken una spalla, un amico e pare mostrare un sincero interesse. Dal canto suo, Ken si trova sempre di più a suo agio nel mondo di Oliver e nel vivere della leggerezza di questa amicizia che da il via al periodo più lucente della sua vita sino a quel momento aprendogli nuove strade, prima precluse.

Oliver Tooke incarna il perfetto giovane uomo ricco insofferente e incurante di chi lo circonda compreso del suo successo. Infatti, Tooke sembra dubbioso per la stesura del suo nuovo libro mostrando una mal celata inquietudine.

Una storia che vuole che nessuno legga prima della pubblicazione che giace scritta nero su bianco dal titolo “The Turnglass”. Un cosiddetto romanzo tête-bêche cioè capo a piedi. Una storia con due punti di vista e un solo possibile enigma da risolvere. Genialiata di questo libro.



"Un giorno, però, scriverò il mio pezzo gemello. La stessa storia, ma da una direzione diversa. Il suo riflesso.»"



Le cose assumono una piega diversa quando Ken ritrova Tooke morto per un probabile suicidio. Ma chi ci crede? Nemmeno noi lettori.

Svegliatosi improvvisamente da un sogno ad occhi aperti, Ken decide di indagare sulla morte del suo amico e per farlo dovrà scavare nel passato della famiglia Tooke che lo porteranno ad intraprendere un viaggio pieno di ostacoli nella madre Inghilterra, su un’isola sperduta, una casa con una banderuola a forma di clessidra. Il passato torna sempre a galla…






Veniamo alle mie impressioni. Devo dire che l’idea di base era geniale e molto intrigante e questo è un aspetto positivo che può attirare molti lettori a caccia di mistero e originalità proprio nella struttura stessa di un libro. Peccato, proprio un grande peccato per come invece la narrazione si è sviluppata. L’arco temporale di entrambi i racconti non è stato proprio considerato e chi legge non avverte nessuna differenza tra l’uno e l’altro. Tranne per qualche particolare, la storia poteva essere ambientata anche ai giorni nostri e non avrebbe fatto nessuna differenza. Male, perché il nesso temporale poteva fare la differenza, soprattutto in questo libro.

La storia in sé è molto piena di elementi mistery ed enigmi da risolvere, ma è tutto molto aleatorio e la non chiarezza persistente diventa alla lunga snervante.

Credo che il grosso problema del libro sia proprio lo sviluppo della storia privo di coordinate e molto offuscato. Quella che è mancata è stata una maggiore attenzione ad alcuni particolari che potevano rendere più suggestivo il racconto. Ripeto, un vero peccato.



"Tutto stava diventando torbido come il mare che circondava Ray. Che cosa aveva scoperto Oliver? Cosa aveva cercato di comunicare?"



Stranamente, la parte rossa ha suscitato di più il mio interesse, coinvolgendomi. Risulta molto più coerente rispetto alla parte blu. Molte domande trovano risposta e il quadro generale assume una forma definita. Il merito va all’inserimento della storia della famiglia Tooke piena di segreti da scoprire. Ci sono veramente misteri più succosi da risolvere in questa parte di racconto ma nonostante tutto non sono comunque riuscita ad immergermi completamente nell’atmosfera, perché si sente poco.

Sinceramente, mi aspettavo molto di più e le premesse c’erano tutte. Anche i personaggi sono tutti abbastanza piatti. Sembra come se vivessero tutti dentro una bolla di vetro e tutto fosse attutito. La mia personale sensazione è stata questa per la maggior parte del tempo.

Ho capito verso la fine dove voleva andare forse a parare l’autore con questa storia. Centrale in entrambi i racconti è il PASSATO da cui nessuno può sfuggire. Nessuno. Tutti i personaggi di questo racconto nel racconto fuggono dai propri peccati del loro passato ma invano perché lui torna a chiedere il riscatto. Il TEMPO in questa storia è rappresentato dalla clessidra che scandisce tutto. Interessante come morale ma mancando tutto lo sviluppo narrativo, la storia non ha quella spinta giusta per poter dire, wow.

Assegno 3 manette e mezzo per quello che poteva essere ma non è stato. Perché non voglio demonizzare completamente tutto di questo libro che possiede comunque una chiave di interpretazione interessante, basta veramente trovare la chiave giusta per aprire la porta e apprezzare quello che c’è di buono dietro. Forse…






 


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