Ciao carissimi amici,
oggi vi parlo del romanzo Il nido dell'autore australiano Tim Winton, pubblicato il 19 gennaio grazie a Fazi Editore.
Buona lettura!
Titolo: Il nido
Autore: Tim Winton
Genere: Narrativa
Editore: Fazi Editore
Pubblicazione: 19 gennaio 2017
Pagine: 390
Cartaceo: € 16,58
Ebook: € 9,99
Tom Keely, ex avvocato ambientalista molto noto, ha perso tutto. La sua reputazione è distrutta, la sua carriera è a pezzi, il suo matrimonio è fallito, e lui si è rintanato in un appartamento in cima a un cupo grattacielo di Fremantle, da dove osserva il mondo di cui si è disamorato, stordendosi con alcol, antidolorifici e psicofarmaci di ogni sorta. Si è tagliato fuori, e fuori ha intenzione di restare, nonostante la madre e la sorella cerchino in ogni modo di riportarlo a una vita attiva. Finché un giorno s’imbatte nei vicini di casa: una donna che appartiene al suo passato e un bambino introverso. L’incontro lo sconvolge in maniera incomprensibile e, quasi controvoglia, permette che i due entrino nella sua vita. Ma anche loro nascondono una storia difficile, e Keely presto si immerge in un mondo che minaccia di distruggere tutto ciò che ha imparato ad amare, in cui il senso di fallimento è accentuato dal confronto continuo con la figura del padre, Nev, un gigante buono impossibile da eguagliare. In questo romanzo coraggioso e inquietante, Tim Winton si chiede se, in un mondo compromesso in maniera irreversibile, possiamo ancora sperare di fare la cosa giusta.
Scritto con una prosa trascinante che rivela punte di umorismo nero e spietato, Il nido è il toccante racconto dell’incontro salvifico tra due solitudini che trovano l’una nell’altra un barlume di speranza. Una storia di miseria e fallimenti, dipendenze e marginalità, sullo sfondo di un’Australia ricca di contrasti, in cui la bellezza struggente dei paesaggi fa a pugni con la periferia urbana, straniante e ostile, dell’estremo lembo del mondo.
Scritto con una prosa trascinante che rivela punte di umorismo nero e spietato, Il nido è il toccante racconto dell’incontro salvifico tra due solitudini che trovano l’una nell’altra un barlume di speranza. Una storia di miseria e fallimenti, dipendenze e marginalità, sullo sfondo di un’Australia ricca di contrasti, in cui la bellezza struggente dei paesaggi fa a pugni con la periferia urbana, straniante e ostile, dell’estremo lembo del mondo.
C'è una parola che mi ronza in testa mentre penso a come descrivere questo libro: Indifferenza.
Ma cosa penso quando dico indifferenza? Freddezza, vuoto, solitudine, stanchezza, noia...
Probabilmente è proprio questo quello che l'autore ha voluto trasmettere tramite il protagonista di Il nido, o forse è semplicemente quello che io sono riuscita a percepire.
Tom Keely, un ex avvocato ambientalista di successo, dopo aver perso la carriera, la moglie e la casa, si rinchiude in un appartamento all'ultimo piano del residence Mirador. La storia è ambientata a Fremantle, Australia; dove da sfondo fanno i problemi quotidiani, un sistema mal funzionante, le ingiustizie nei confronti di chi combatte per un ideale.
Almeno è questa la Fremantle che si riesce a vedere attraverso Tom, un uomo deluso dal sistema e dalla vita.
L'autore ci introduce al suo mondo, inizialmente in un modo nebuloso - come in uno di quei sogni strani - per poi spianare la strada facendoci vedere più a fondo l'angoscia, la frustrazione, la noia, l'indifferenza di chi ha perso tutto.
Questo libro è un viaggio nelle profondità di un animo deluso. Tom vive imbottito di medicinali, di giornate fatte di sogni inquietanti, di alcool e solitudine. Dal giorno che ha segnato la fine della sua carriera e matrimonio ha deciso di non provarci più, di lasciarsi andare al suo cinismo, non permettendo neanche alla madre di avvicinarsi per aiutarlo a farlo uscire dall'oblio in cui è caduto.
Questo fino a quando i suoi vicini, Gemma e il piccolo Kai, irrompono nella sua vita dandogli in qualche modo una scossa.
Non avevano niente in comune, loro due, solo quel ragazzino e la solitudine di mezza eta'. E adesso era rimasto incastrato. Con o senza di lei.
Gemma è un personaggio dimenticato del suo passato; un passato che riporta indietro i ricordi del padre di Tom, Nev; una figura che senza volerlo ha fatto crescere in Tom delle insicurezze.
Vediamo, infatti, come la ''perfezione'' di Nev abbia una influenza non del tutto positiva nella psiche di Tom. Il suo fallimento, dovuto in parte al suo voler essere giusto e più tosto del padre, fa si che in qualche modo colleghi le sue azioni a quella di dover essere all'altezza di Nev.
Gemma, ma soprattutto il piccolo Kai avranno un impatto molto importante su Tom, risvegliando in lui dei sentimenti; gli stessi sentimenti che avevano provocato la depressione in cui si trovava ora.
Kai è un bambino di sei anni molto particolare, perseguitato da incubi, trova in Tom la figura paterna che gli mancava. Un bambino dotato di un'intelligenza fuori dal comune che metterà alla prova la volontà e il cuore di Tom.
Ho visto questi due personaggi come se fossero il riflesso l'uno dell'altro: Kai che cerca di aggrapparsi a Tom, e quest'ultimo che pur cercando di resistere tenta di uscire dal suo nascondiglio buio.
Winton ci fa vedere come avvenimenti del nostro passato incidono sul nostro modo di rispondere alla vita; e su come l'indifferenza nei confronti della vita ci trasformi in personaggi che subiscono e si staccano pian piano dai fili che ci collegano alla vita.
Tramite Tom, Winton ci fa entrare in questo mondo sfocato e slavato dall'energia, l'ottimismo e la voglia di rialzarsi.
Era quello, il suo pianeta oscuro. Dentro di lui. E dedicargli un'attenzione diretta non serviva a niente; era li e basta, ormai lo accettava, con il suo ticchettio costante, come qualcosa sul punto di esplodere. Ma con un po' di buona volontà, accantonando ogni cattivo pensiero, evitando di far toccare i fili, lo si poteva ridurre da qualcosa di planetario a una semplice macchiolina, un puntino, un pezzettino di materia oscura che transitava davanti al sole per un momento.
Dopo averlo finito mi sono chiesta se il libro mi fosse piaciuto; devo essere sincera: non proprio. Nonostante Winton, a parer mio, sia veramente bravo nella caratterizzazione del personaggio, non è riuscito a trasmettermi del tutto le emozioni che avrei voluto provare.
Avrei voluto che quell'indifferenza di Tom provocasse o svegliasse sentimenti in me; ma è rimasta semplicemente un'indifferenza nei confronti della storia e dei personaggi.
All'inizio si crea un po' di confusione nel capire il passaggio tra dialoghi e pensieri di Tom; mi sono trovata a leggere a rilento fino ad abituarmi allo stile di Winton.
Questo libro mancava di energia non solo nelle vicende ma anche nei dialoghi, che ho trovato aridi e incolori.
Non mi lamento del fatto che non ci sia una vera trama, perché capisco che non era forse l'obiettivo dell'autore, ma del modo in cui le parole mancano d'effetto e siano appunto indifferenti (scusatemi per la ripetizione di questa parola).
Mi è capitato di leggere libri che trattano temi come Il nido ma, diversamente da questo, sono stati in grado di instaurare un legame tra me e le parole. Qui, le parole scivolavano senza lasciare traccia.
I libri che mi lasciano indifferente (di nuovo questa parola :P ) non mi piacciono; preferisco piuttosto che mi facciano arrabbiare, che provochino qualcosa in me.
Forse non era il momento giusto per me di leggere Il nido, o forse io non ho capito a fondo quello che l'autore ha voluto trasmettere, ma purtroppo non ho assaporato la lettura nel modo in cui avrei voluto. Non mi sento di consigliarlo, ma chi lo sa, forse a voi farà un altro effetto!
Alla prossima amici, questa volta non sono riuscita a trovare il libro colpevole! :P
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