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giovedì 28 febbraio 2019

Recensione "Un maledetto lieto fine" di Bianca Marconero



Cari lettori,

oggi Noemi vi parla dell'ultimo romanzo dell'autrice bestseller Bianca Marconero, "Un maledetto lieto fine" uscito lo scorso 7 febbraio grazie a Newton Compton editori.

Il romanzo ci racconta la storia dei due fratellastri acquisiti Agnese e Brando. Venite a vedere cosa ne pensa di loro la nostra Noemi...




Titolo: Un maledetto lieto fine
Autrice: Bianca Marconero
Editore: Newton Compton editori
Genere: New adult
Uscita: 7 febbraio
Pagine: 352



Agnese ha diciannove anni, è la figlia di un senatore piuttosto influente e ha ricevuto un’educazione rigida. Le piace disegnare ma ha messo i sogni nel cassetto e si è iscritta a Giurisprudenza. Dopo la morte della madre, ha imparato a nascondere a tutti i suoi veri sentimenti ed è diventata la classica ragazza ricca, perfetta, composta e fredda, ma in realtà piena di insicurezze. Quando la sua incapacità di lasciarsi andare allontana il ragazzo di cui è innamorata da anni, Agnese capisce di avere bisogno di aiuto. Vorrebbe qualcuno che le insegni a essere meno impacciata e Brando, il suo fratellastro appena acquisito, sembra proprio la persona giusta. Lui lavora di notte, suona in una band, e cambia ragazza ogni sera. Peccato che il bacio che i due si scambiano per “prova” sia lontano anni luce da un esercizio senza conseguenze. Così le loro lezioni di seduzione ben presto diventano qualcosa di più… Brando saprà insegnare ad Agnese che la lezione più importante di tutte è abbandonarsi alle emozioni?













Sinceramente sono rimasta un po’ delusa. Non so esattamente cosa mi aspettavo, ma fin dall'inizio c'era un qualcosa che non mi convinceva. 
Per essere più precisa, durante la lettura, era come se la trama avesse degli aspetti non chiari, che proprio no, non ti convincono, ti sembrano banali e quasi senza senso.
Ma andiamo per ordine se no mi infervoro e non ci capite nulla. XD

I protagonisti principali di questo romanzo sono una “coppia”:
Lei, si chiama Agnese Altavilla, soprannominata “suor Agnese”, figlia di un senatore, che piú che senatore lo definirei dittatore, ma non divaghiamo; assennata studiosa, senza malizia, una brava ragazza insomma, che ha preferito studiare Giurisprudenza, come deciso dal padre, invece di arte, per non deluderlo.
Tutto ad un tratto però, l’Agnese assennata, scopertasi tradita dal suo “primo amore” Mattia Degli Innocenti (che io ho odiato, per l'incapacità di aspettare che Agnese gli donasse “il suo amore”), si trasforma letteralmente in una ninfomane, con lo scopo di “sbloccarsi”, di liberarsi delle sue insicurezze, nate anche dall'insinuazione che l'ex fidanzato l'abbia tradita proprio perché non è stato in grado di ottenere da lei nemmeno un casto bacio (Da qui il soprannome di “suor Agnese” dato dal fratellastro).



Lui, invece è Brando, il fratellastro di Agnese, cantante/musicista in una band, che odia il suo patrigno, sciupa femmine, e che prima viene etichettato dalla stessa Agnese come “debosciato”, poi diventa il candidato perfetto per la fase di “rinascita” di Agnese, poi ancora si trasforma in “fidanzato di Agnese”.

Forse è questo che è mancato alla trama: evidenziare in modo graduale il percorso e la crescita dei personaggi, invece sembra quasi sbrigativa la questione, va subito al “nocciolo”.
Forse manca proprio, ai personaggi stessi, un percorso di crescita, di maturità, di riflessione.
I personaggi “secondari” sono tanti, ma l'unico che mi è sembrato degno di nota è stato Pier, il migliore amico di Brando e chitarrista della band. Mi è sembrato saggio e maturo, tanto che in determinati punti della storia ti viene da dire:< Oh, finalmente qualcuno con un po’ di senno!>
Pier sembra la voce della verità, perché da anche voce ai dubbi e alle domande che frullano in testa al lettore o addirittura li fa nascere quei dubbi o qualche domanda sulla trama:

«Non essere ipocrita. Se una qualunque persona fosse venuta da te e ti avesse detto di voler pagare un tizio per fare lezioni di sesso, tu le avresti detto che era una stronzata. Le avresti detto che non si può cominciare così, che le prime volte hanno un valore, che doveva cercare l’affetto, la stima, la fiducia. Perché era l’unico modo per essere sereni riguardo al sesso. E che in futuro, sì, avrebbe potuto pure usare questa tranquillità per scopare in giro, con tutti. Ma con consapevolezza, con rispetto per se stessa. Invece no. Tu le hai fatto credere che cominciare così fosse normale. Che fosse possibile. Che tanto non faceva differenza. E hai mentito. E porca puttana, ora lo dici ad alta voce: “Ho mentito ad Agnese perché tra darle un buon consiglio e scoparmela, be’, ho preferito la seconda”».

 Non sono riuscita ad immedesimarmi nei personaggi, questa coppia non l' ho vista come una coppia vera, innamorata, ma una coppia immatura, troppo orgogliosa, troppo gelosa, pronta più che ad amarsi ad odiarsi…. (Non considerando il sadicismo e la ninfomania dei due).
Leggendo, ti viene da dire: <Ma un dialogo vero questi due ce l’avranno mai?>
Solo a metà libro, più o meno, si iniziano quasi ad apprezzare trama e personaggi.
Il finale ti spiazza (ti fa venire voglia di tirare uno schiaffo a Brando per fargli capire dove sta la verità), ma non basta, è troppo tardi per farti appassionare alla storia, anche perché hai la sensazione che letta l'ultima pagina la storia non finisca, insomma lascia il lettore in sospeso, con mille domande per la testa.
L'ho divorato in poche ore, anche perché comunque la trama mantiene un margine di coinvolgimento…
Un libro leggero, frizzante, un po' “spinto” in alcune scene, ma che comunque riesce a tenere compagnia.
Purtroppo probabilmente per un gusto personale, non mi ha convinto.







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