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venerdì 29 marzo 2019

Recensione "Il silenzio che rimane" di Matteo Ferrario

Cari lettori,

oggi Noemi ci parla del romanzo "Il silenzio che rimane" di Matteo Ferrario, uscito il 31 gennaio per Harper Collins Italia.  Dalle parole della nostra Noemi:
Ferrario ci regala una storia di dolore, amore, crescita e che racconta tra le tante cose IL SILENZIO CHE RIMANE quando si perde qualcosa che ci apparteneva ma che forse non siamo stati capaci di apprezzare fino in fondo… 
Buona lettura!



Titolo: Il silenzio che rimane
Autore: Matteo Ferrario
Editore: HarperCollins Italia
Genere: Narrativa contemporanea
Uscita: 31 gennaio 2019
Pagine: 288, brossura



Rubano momenti al lavoro per stare insieme e si fanno regalini inutili al fine di strapparsi sorrisi. Più che un uomo e una donna uniti da nove anni, Davide e Valentina sembrano quasi due adolescenti e sono molto diversi dalla coppia consumata e stanca che erano solo qualche mese fa. Da quando hanno ripreso possesso del loro matrimonio, dopo la piccola crisi coniugale che li ha tenuti distanti per qualche tempo, nella loro relazione è finalmente tornato il sereno e ora che stanno riscoprendo il loro amore si sentono più forti e completi. A Milano l’estate è agli sgoccioli: la città si sta ripopolando, riprende pian piano i suoi ritmi e la sua vera identità. Nell’ora più calda Davide e Valentina approfittano della pausa pranzo per darsi appuntamento in una caffetteria in centro. Eccitati dalla prospettiva di costruire di nuovo il futuro insieme, stanno progettando il loro prossimo viaggio quando un ragazzo irrompe nel locale. Ha i capelli tagliati cortissimi, uno zainetto sulle spalle, gli occhi pieni di astio e una pistola in mano. Pretende giustizia per il fratello licenziato e non ha intenzione di liberare nessuno fino a quando non avrà ottenuto quello che vuole. Il sequestro dura sedici ore e ha conseguenze devastanti, in grado di trasformare il peggiore degli incubi in realtà e di spazzare via ogni certezza, passata e futura. Ed è così che l’odio esplode incontrollato...



Questo 2019 mi sta regalando letture veramente belle, che non deludono le mie aspettative, e non mi fanno pentire delle mie scelte.

Una di queste letture è il nuovo romanzo di Matteo Ferrario, che fin dalla prima pagina mi ha tenuta col fiato e col cuore sospeso.
Mi è piaciuto il modo in cui inizia, mettendo le carte in tavola, ma mantenendo quel tipico “mistero” delle prime pagine, che spinge il lettore a continuare a leggere.
Fa da prologo un annuncio di un/una giornalista, e tu leggendo capisci che dai prossimi capitoli in poi è meglio se tieni accanto a te una tazza di camomilla, non si sai mai! XD

Chi immaginerebbe che entrando in un bar con la propria moglie (con cui da poco avete deciso di dare una seconda possibilità al vostro matrimonio) per fare colazione, si trova sequestrato per 16 ore, da un ragazzo straniero, Rasib Anwar, poco più che ventenne, “spezzato” dall’impatto con la realtà?

Davide ha conosciuto Valentina ad un convegno in cui lei era il relatore, e da quel giorno, nemmeno quando si erano presi una pausa dal loro matrimonio, sono stati mai veramente separati.
Ma spesso il destino è crudele, e quelle 16 ore porteranno cambiamenti nelle vite di tutti…
Davide è quello che ne esce più cambiato di tutti, perché quel sequestro gli toglie l’unica cosa che dava importanza alla sua vita…
Inizia così un viaggio dentro se stesso, in quel mondo di cui non sente più di far parte, e quella società che non riconosce più, quella società che è convinta di avere ragioni in abbondanza per odiare.





Inizia a raccontarsi e ad affrontare temi delicati, attraverso gli “occhi” di altri personaggi, come l’omofobia, l’adulterio, l’immigrazione, la famiglia, l’indifferenza e l’esibizionismo, l’egoismo, il menefreghismo della gente, ma soprattutto degli altri ostaggi che fanno della loro “esperienza” vissuta un business.
Ci parla della sicurezza delle persone, e degli ostaggi stessi, nel compiere delle scelte che rischiano di mettere a repentaglio la vita di altre persone.
Della mancanza di rispetto.
Inizia a ricercare una risposta , non riesce a comprendere, ma cerca lo stesso di capire e immedesimarsi nel comportamento e nelle scelte di altre persone, come per esempio i genitori.


E ogni azione che Davide vede durante lo scorrere delle sue giornate ormai “vuote”, e che ci racconta in prima persona, lo riporta al passato e a riflettere, a porsi delle domande sul rapporto con Valentina, delle domande su Valentina stessa, si chiede se avrebbero potuto passare più tempo insieme, se invece di prendersi una pausa fossero rimasti insieme, se lei lo tradisse, se in realtà avrebbe voluto avere dei figli….e tante piccole altre domande di cui forse ora non importa più quale sia la risposta.





Inizia a chiedersi com’è una persona cattiva che fa male alla gente, e se lui per tutta la rabbia che cova dentro fa parte di quella categoria di persone.
Si trova ad essere avvelenato dall’odio, dalla rabbia e dalla “desolazione” e non riesce a comprendere la reazione della società ad eventi così.
Insomma, il personaggio evolve e cresce ad ogni pagina, ed è bello “crescere” con lui.

Ferrario ci regala una storia di dolore, amore, crescita e che racconta tra le tante cose IL SILENZIO CHE RIMANE quando si perde qualcosa che ci apparteneva ma che forse non siamo stati capaci di apprezzare fino in fondo…





Credo che non ci sia romanzo più adatto e contemporaneo di questo, per le emozioni che dona al lettore ma soprattutto per i temi attuali che tratta.

Romanzo dalla scrittura scorrevole, dalla trama che tiene incollati fino all’ultima pagina, l’ho divorato in poche ore;
 è il primo romanzo che leggo di questo autore, ma da questo libro emerge il profilo di uno scrittore bravo, proprio bravo.



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