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giovedì 18 febbraio 2021

Recensione "Come un respiro" di Ferzan Ozpetek

 



Cari amici lettori,

oggi Noemi vi parla del romanzo "Come un respiro" del regista e sceneggiatore Ferzan Ozpetek, uscito il 7 aprile 2020 per Mondadori. Al suo terzo romanzo Ozpetek ci porta in un viaggio tra Italia e Turchia, tra pesente e passato, tra segreti e paure. Venite scoprirlo attraverso le prole di Noemi...




Buona lettura!


Titolo: Come un respiro
Autore: Ferzan Ozpetek
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa contemporanea
Uscita: 7 aprile
Pagine: 168



È una domenica mattina di fine giugno e Sergio e Giovanna, come d'abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio due coppie di cari amici. Stanno facendo gli ultimi preparativi in attesa degli ospiti quando una sconosciuta si presenta alla loro porta. Molti anni prima ha vissuto in quella casa e vorrebbe rivederla un'ultima volta, si giustifica. Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa. Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sé conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto. E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto. Riaffiora così un passato inconfessabile, capace di incrinare anche l'esistenza apparentemente tranquilla e quasi monotona di Sergio e Giovanna e dei loro amici, segnandoli per sempre. Ferzan Ozpetek, al suo terzo libro, dà vita a un intenso thriller dei sentimenti, che intreccia antiche e nuove verità trasportando il lettore dall'oggi alla fine degli anni Sessanta, da Roma a Istanbul, in un emozionante susseguirsi di colpi di scena, avanti e indietro nel tempo. Chi è davvero Elsa Corti? Come mai tanti anni prima ha lasciato l'Italia quasi fuggendo, allontanandosi per sempre dalla sorella Adele, cui era così legata? Pagina dopo pagina, passioni che parevano sopite una volta evocate riprendono a divampare, costringendo ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti, i dubbi, le bugie.











Cari lettori,

oggi ritorno dopo un ulteriore pausa, ma sono strafelice perché finalmente vi parlo di un romanzo a me caro, perchè mi ha portato per un paio d’ore in una città che amo tanto, si tratta dell’ultimo romanzo di Ferzan Ozpetek, Come un respiro.

Dare il mio modestissimo parere su un romanzo di uno scrittore cosi famoso come lui è un gran compito ma per voi faccio uno sforzo. XD

Chi mi conosce sa che adoro il Medio Oriente, India compresa in questo fascino che provo per la loro cultura, tradizioni, colori e profumi. Chi mi conosce sa anche però che c’è una regione/paese del Medio Oriente che mi affascina piu di altre, tanto da iniziare a intraprendere lo studio della loro lingua, ed è proprio la Turchia, luogo di ambientazione di questo romanzo che ci porta in viaggio tra l’Italia e la Turchia, tra presente e passato.

I protagonisti, che definirei secondari, ma che hanno un ruolo importantissimo perché fanno da legame al racconto della storia sono Giovanna e Sergio, una coppia di coniugi apparentemente normale, sposati da due anni e insieme da dodici, ed è proprio da due anni che vivono in un appartamento al Testaccio, in un palazzo del novecento, che hanno comprato da una signora di nome Adele Conforti.

Giovanna e Sergio stanno apparecchiando e cucinando per i loro amici di una vita, che hanno invitato per il pranzo: Giulio ed Elena, e Annamaria e Leonardo.

Quando suona il campanello e Sergio va ad aprire, di certo non si aspetta di trovarsi davanti una donna che porta il peso di qualche anno in più e forse di qualcosa che ha a che fare con il dolore.

La donna é Elsa Corti, ritornata a Roma dopo essere stata per tanti anni in Turchia, e chiede di poter visitare quell’appartamento che è stato teatro di un pezzetto della sua vita.





Sergio tra lo stupito e l’affascinato, la fa entrare, non riesce a dire di no a qualcosa che lo turba e lo incuriosisce allo stesso tempo, e la donna sempre fa lo stesso effetto anche a Giovanna che inizia a provare tenerezza per lei, e agli ospiti che successivamente raggiungono la coppia.

Elsa Corti si rivela essere la sorella di Adele Conforti, ma le due donne non sembrano essere in contatto da molti anni, come lascia trapelare la stessa Elsa.

Cosa nascondono le due donne? Cosa le ha separate? Perché Elsa è stata cosi tanto tempo lontano da sua sorella? Cosa c’è scritto e per chi sono quelle lettere che spuntano dalla borsa della donna?




I nostri protagonisti si troveranno coinvolti in un brutto incidente che porterà a galla verità scomode, segreti taciuti e altri ben nascosti seppur in un certo senso “evidenti”, si troveranno a contatto con i loro mostri, con le loro paure e forse per alcuni arriverà il momento in cui dovranno affrontarli.....




Sinceramente, sono rimasta un pochino male, mi spiego meglio:

Innanzitutto devo ammettere che forse l’ho letto con le aspettative troppo alte, e seppur la trama mi è piaciuta, i capitoli in cui ci viene raccontata la storia sono “lenti” e quelli che dovrebbero essere colpi di scena sono così tanto intrinsechi nella trama che non li ho percepiti come tali, lo stesso il finale, il colpo di scena finale rimane cosi sospeso, sorprende ma è buttato lì, non vengono date spiegazioni o altri dettagli che ti permettano di capire meglio; non ho avuto la sicurezza, “che si, ho capito bene”. Inoltre, i capitoli vengono intervallati da delle lettere provenienti da varie zone della Turchia, lettere che soprattutto all’inizio non mi sembravano avere nessun legame con la narrazione, non riuscivo a capire il nesso...

Lo stile dell’autore è semplice ma allo stesso tempo ha qualche nota che lo rende ricercato e di conseguenza il lessico. C‘è il giusto equilibrio tra descrizioni e dialoghi, seppur le prime trovano sempre un angolino in più nella narrazione, il che non guasta però.

Detto ciò, che ripeto è solo la mia modestissima opinione, vi invito a lasciarmi la vostra opinione giù nei commenti.

Il voto è un pochino basso, ma non penalizzante, darò sicuramente un’altra possibilità a questo grande autore, perchè sono sicura che nonostante tutto merita tanto.









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