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martedì 9 marzo 2021

Recensione "Wilder Girls" di Rory Power, #1 Wilder girls Series

 



Lettori, 

oggi vi parlo del romanzo horror YA "Wilder Girls" di Rory Power, uscito lo scorso 23 febbraio per la collana Fantastica di Mondadori. Un'isola sulle coste americane e un istituto femminile sotto quarantena. Queste sono le premesse per questa storia tremendamente reale.
 
Venite con me per saperne di più...







Titolo: Wilder Girls
Autrice: Rory Power
Editore: Mondadori
Collana: Fantastica
Genere: Horror/Young adult
Uscita: 23 febbraio
Pagine: 252
Serie: Wilder girls #1



Un altro rumore dalla macchia e poi di nuovo silenzio. La strada è vuota. Io tengo il mio fucile sollevato, non si sa mai; il mirino davanti all’occhio sinistro. L’altro occhio è morto, è diventato cieco durante una crisi. La palpebra superiore si è chiusa fondendosi con quella inferiore, e sotto sta crescendo qualcosa. È così per tutte, qui. Siamo malate e strane, e non sappiamo perché.

Da quando il loro collegio è stato messo in quarantena, Hetty, Byatt e Reese, e le loro compagne di scuola, sono barricate nell’istituto, su un’isola al largo della costa americana. Un’epidemia sconosciuta, infatti, ha incominciato a diffondersi. Tutto è incominciato piano piano. Prima sono morte le insegnanti, una dopo l’altra. Poi sono state infettate le studentesse, che hanno visto trasformare i loro corpi in qualcosa di strano e alieno.

Da allora è passato un anno e mezzo e le ragazze, tagliate fuori dal resto del mondo e costrette a badare a loro stesse, non osano spingersi oltre le cancellate del collegio, dato che l’epidemia si è propagata nella foresta circostante rendendola un luogo pericoloso e inospitale. Quel che sanno è che devono cercare di restare vive il più a lungo possibile, in attesa della cura che è stata loro promessa. Ma quando Byatt sparisce, Hetty decide di tentare il tutto per tutto pur di trovarla, anche se questo significa violare la quarantena e andare incontro agli orrori che potrebbero esserci oltre il cancello. Dopotutto la ragazza non ha altra scelta: Byatt è la sua più cara amica e gli amici si proteggono sempre l’un l’altro.

Ma quando mette in atto il suo piano, Hetty scopre che dietro a ciò che sta sconvolgendo le loro vite c’è molto di più, più di quello che avrebbe mai potuto immaginare.


Wilder girls Series:

1. Wilder girls
2. What we did while you were gone













Amici lettori, oggi ci tuffiamo in una realtà distopica che sa tanto di realtà vera se pensiamo a quello a cui stiamo assistendo da un anno a questa parte. La parola quarantena è entrata nella nostra quotidianità e proprio questa parola dalla connotazione negativa è protagonista del romanzo sci-fi che schiaccia l’occhio al distopico di cui vi parlo oggi: Wilder Girls di Rory Power.

Ora sono sicura che non tutti vogliono intrattenersi con letture su di un argomento che già incombe troppo nelle nostre vite, ma credo che bisogna anche ammettere che il confine tra realtà e fantasia oggi è molto più labile che in passato. Sono anni che registi e autori ci prospettano realtà distopiche dove l’umanità è in pericolo causa virus letali. Quasi una profezia da parte loro che l’anno scorso si è quasi concretizzata. Basti pensare a “Contagion”, film diretto dal regista Soderbergh ma anche il maestro dell’horror, Stephen King, non si è tirato indietro sulla possibilità di parlare di questo argomento.

Ma vediamo di che parla la mia ultima lettura…

Ci troviamo sull’isola di Raxter sulle coste del Maine, negli States. Sulla parte più lontana dalla terraferma e dal primo punto di approdo dell’isola sorge un collegio femminile che da più di anno è stato messo sotto quarantena lasciando isolate dal mondo le sole abitanti di questo posto oramai decaduto e selvaggio. La quiete e disciplina di questa scuola che un tempo accoglieva ragazze da ogni parte d’America è un ricordo lontano. Adesso l’unica parola che infesta le giovani menti delle poche ancora vive dopo il contagio di questo virus mortale, le cui cause sono sconosciute, è SOPRAVVIVENZA.



“A volte se chiudo l’occhio mi dimentico di tutti i cambiamenti. E la Raxter non è più un vortice di polvere da sparo e fame. È noia, un’inattività che scava nel profondo.”



La foresta che sembra incombere sull’istituto quasi volendola inglobare nel suo habitat è off-limits. La regola numero uno è che non bisogna violare la quarantena imposta dal CDC (Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie) che ha promesso che avrebbe trovato una cura a questa epidemia che sembra alterare il corpo delle contagiate, cambiandole da dentro e rendendole selvagge come la natura dura e selvatica dell’isola.




Le protagoniste della storia sono tre ragazze: Hetty, Byatt e Reese. Tre amiche che sembrano appartenere l’una all’altra e ora più che mai con gli effetti disastrosi della pandemia che potrebbe ucciderle da un giorno all’altro. Bisogna solo continuare a sperare nella promessa di una cura che dovrebbe venire dalla terraferma ma che sembra oramai una promessa vana. Infreddolite, ammalate, affamate. Le ragazze di Raxter sono oramai allo stremo delle loro forze e aspettano solo la prossima crisi che metta fine alle loro giovani vite. Perché quella che stanno vivendo non è vita ma un incubo troppo reale.

Un giorno, la strana normalità venutasi a creare viene alterata dalla scomparsa di una delle ragazze: Byatt.

Hetty non ha neanche un attimo di esitazione e vuole subito correre a cercare la sua amica che da sempre l’ha protetta da tutto e tutti. Non può abbandonarla al suo destino come sa che Byatt farebbe lo stesso per lei se si trovasse in pericolo. Forte di questo sentimento, Hetty arriva ad una conclusione sola. La più estrema e pericolosa che abbia mai preso da quando il Tox come lo hanno denominato le ragazze, ha deciso di infestare i loro giovani corpi, deformandole a suo piacere e rendendole delle amazzoni pronte a tutto per rimanere vive, anche mettersi l’una contro l’altra. Hetty è pronta a varcare quel cancello che la separa dalla foresta, inospitale e ricca di pericoli da quando il virus ha contaminato la foresta stessa e gli animali che la abitano. Quel cancello è pronto per essere varcato da Hetty se questo significa salvare la sua amica e riportarla indietro. L’amicizia sopra ogni cosa. Anche se questo significa andare contro le regole.




Dietro quel cancello, Hetty spera di trovare Byatt ma forse non ci sarà una mano amica ad aspettarla ma qualcosa che non avrebbe mai pensato di vedere e sentire. Una verità che potrebbe distruggere tutto il suo mondo, quello a cui ha creduto prima dell’avvento del Tox e dopo. Un bivio dal quale non potrà tornare più indietro. Una dura lotta per la sopravvivenza all’ultimo sangue.



"Sembrava che le risposte fossero quasi a portata di mano. Ora le ho – e mi hanno tolto la voglia di combattere. Non ho più bisogno della verità. Voglio solo vivere."



La storia mi ha incuriosito sin dalla lettura della trama e la copertina del libro ha fatto il resto. L’ambientazione creata dall’autrice è tra l’horror e il romanzo d’avventura stile Indiana Jones con una vena distopica. Ci troviamo in un ambiente decadente dove la paura non è rappresentata da un essere soprannaturale, un killer o altro soggetto che ricorda l’universo horror ma il vero nemico, forse il più terribile di tutti, qui è un virus. Il Tox altera l’aspetto delle povere ragazze dell’istituto, c’è chi perde un occhio, chi una spina dorsale stile rettile, chi una squama argentata come braccio e chi due cuori. Ogni ragazza mostra una conseguenza diversa di questo virus che sembra crescere dentro di loro come un parassita che si nutre della loro umanità e cercando contro la loro volontà di farle adattare ad una nuova natura.




Devo dire che leggere delle trasformazioni corporee non è stata una passeggiata e se vi aspettate una storia candida e innocente giusto con qualche schizzo di sangue tanto per fare scena, vi sbagliate di grosso. La descrizione è brutale, vera e cruda senza lasciare niente all’immaginazione e forse facendo veramente andare a mille il motore della nostra curiosità.

Quello che mi ha tenuta legata alla narrazione è sicuramente la voglia di scoprire la verità dietro a questa epidemia sconosciuta. Una verità che si fa attendere e che lascia molti punti interrogativi ancora a cui rispondere. Ma il bello sta proprio in questo, nel tenere la curiosità del lettore sempre accesa, dare giusto qualche informazione come briciole per saziare la nostra voglia di sapere e prepararci al grande finale. Almeno spero. Perché ve lo dico il finale rimane aperto e spero che ci sia una continuazione.



Le tre protagoniste della storia si danno il cambio durante la narrazione, facendoci scoprire la storia che a mano a mano prosegue, dal loro personale POV. Una scelta che ho molto apprezzato. Leggendo riesci completamente ad essere trascinata nell’ambientazione del libro, dalla quale rimani affascinata e allo stesso inorridita. La descrizione dei personaggi lo si fa attraverso le loro azioni che diventano sinonimo del loro carattere. Hetty è impavida, Byatt è ribelle, Reese è introversa. La loro amicizia sfocia spesso in sentimenti lontani dalla semplice amicizia. Qualcosa che l’autrice accenna e lascia nascosto da un velo trasparente ma che il lettore riesce comunque a cogliere. Il focus è incentrato su altro non sullo sviluppo di una love story.



"Mi sta guardando, l’espressione aperta ed esitante, ed eccolo, quel calcio nel petto, quel desiderio che ho cercato di ignorare da quando l’ho incontrata.

«Vieni con me» dico. «Andiamo insieme.»"



Centrale è l’amicizia che porta Hetty a violare la quarantena per salvare Byatt. Centrale è il tema della sopravvivenza che fa compiere azioni che nessuno si sognerebbe di compiere in situazioni normali ma che la fame, il freddo e in questo caso un virus contagioso, conducono in una sorta di "mors tua, vita mea".

La suspense si impossessa della narrazione via via crescendo d’intensità fino all’epilogo. Non c’è mai un momento di calma anche apparente. Tutto è sempre movimentato da qualcosa: una lunga corsa nella foresta selvatica, l’adrenalina data dallo sparo di un’arma, il duello tra uomo-animale, uomo-uomo. Insomma non ci si annoia mai. Un romanzo tutto sommato abbastanza buono. Non tanto originale ma impostato molto bene. Mi aspetto un seguito degno di nota.
















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