Cari amici lettori,
vi presentiamo in anteprima "Le lettere di Esther" di Cécile Pivot, in uscita domani per Rizzoli. Un gruppo di sconosciuti. Un'insegnante libraia. Un laboratorio di scrittura per aprirsi agli altri. E cambiare. Un romanzo che è un un elogio alla lentezza, una celebrazione della forza delle parole, un resoconto travolgente delle fragilità umane.
Titolo: Le lettere di Esther
Autrice: Cécile Pivot
Editore: Rizzoli
Genere: Narrativa contemporanea
Uscita: 11 gennaio
Pagine: 288
Le lettere mi mancavano. Ormai non ne scriviamo più, le consideriamo una perdita di tempo che ci priva di immagini e suoni.
È per colmare la nostalgia che Esther, libraia di Lille, decide di organizzare un laboratorio di scrittura epistolare. Per lei, che con il padre ha intrattenuto una corrispondenza durata vent'anni, è come riportare in vita un rituale antico: accantonare per un po' l'immediatezza delle mail e l'infinita catena di messaggi WhatsApp che ogni giorno ci scambiamo, per sedersi a un tavolo, prendere carta e penna, darsi tempo, nel silenzio di una stanza tutta per noi, e raccontarsi. Trovare le parole giuste per qualcuno che ci leggerà, non ora e nemmeno domani. E riassaporare il gusto perduto di una comunicazione più ricca, più sensata. “Da che cosa ti difendi?” è la prima, spiazzante domanda di Esther per i cinque sconosciuti che, rispondendo al suo annuncio, hanno scelto di mettersi in gioco. Attraverso piccoli quadri della loro vita quotidiana e l'intenso scambio epistolare si delineerà poco per volta il ritratto di una classe eterogenea e sorprendente: Samuel, il più giovane, che non riesce a piangere per la morte del fratello; Jeanne, ex insegnante di pianoforte, vedova, che si difende dalla solitudine accudendo animali maltrattati; Jean, un uomo d'affari disilluso che vive per il lavoro e ha perso contatto con le gioie più autentiche; Nicolas e Juliette, una coppia in crisi sulla quale il passato getta ombre soffocanti. Esponendo dubbi e debolezze all'ascolto e alle domande, la scrittura sarà, per loro, lo strumento per rivelarsi l'uno all'altro con sincerità, alleggerendo il cuore.
È per colmare la nostalgia che Esther, libraia di Lille, decide di organizzare un laboratorio di scrittura epistolare. Per lei, che con il padre ha intrattenuto una corrispondenza durata vent'anni, è come riportare in vita un rituale antico: accantonare per un po' l'immediatezza delle mail e l'infinita catena di messaggi WhatsApp che ogni giorno ci scambiamo, per sedersi a un tavolo, prendere carta e penna, darsi tempo, nel silenzio di una stanza tutta per noi, e raccontarsi. Trovare le parole giuste per qualcuno che ci leggerà, non ora e nemmeno domani. E riassaporare il gusto perduto di una comunicazione più ricca, più sensata. “Da che cosa ti difendi?” è la prima, spiazzante domanda di Esther per i cinque sconosciuti che, rispondendo al suo annuncio, hanno scelto di mettersi in gioco. Attraverso piccoli quadri della loro vita quotidiana e l'intenso scambio epistolare si delineerà poco per volta il ritratto di una classe eterogenea e sorprendente: Samuel, il più giovane, che non riesce a piangere per la morte del fratello; Jeanne, ex insegnante di pianoforte, vedova, che si difende dalla solitudine accudendo animali maltrattati; Jean, un uomo d'affari disilluso che vive per il lavoro e ha perso contatto con le gioie più autentiche; Nicolas e Juliette, una coppia in crisi sulla quale il passato getta ombre soffocanti. Esponendo dubbi e debolezze all'ascolto e alle domande, la scrittura sarà, per loro, lo strumento per rivelarsi l'uno all'altro con sincerità, alleggerendo il cuore.
l'autrice
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