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mercoledì 6 luglio 2022

Recensione "Il cielo non ha catene" di Ruta Sepetys

 

Cari amici lettori,

oggi vi parlo di IL CIELO NON HA CATENE, ultimo lavoro di Ruta Sepetys, uscito il 14 giugno per Garzanti. Una storia toccante che ci racconta un pezzo della storia europea con un protagonista determinato e disposto a qualsiasi cosa per difendere i valori di libertà e giustizia.

 


Titolo: Il cielo non ha catene
Autrice: Ruta Sepetys
Editore: Garzanti
Genere: Historical romance/YA
Uscita: 14 giugno
Pagine: 304



Occhi grigi e capelli spettinati, Cristian ha diciassette anni, ascolta musica rock e legge poesia. È stato suo nonno a insegnargli il valore delle parole e a incoraggiarlo a seguire le proprie passioni. Anche quando è difficile. Anche quando è proibito. Perché Cristian vive nella Bucarest del 1989. Sono tempi duri per chi, come lui, sogna la libertà. Per chi crede in un avvenire diverso, ma è costretto in un paese apparentemente senza futuro. Per questo Cristian denuncia nel suo diario i soprusi del regime di Ceau?escu cui assiste ogni giorno. Ma quando la polizia segreta lo convoca e minaccia la sua famiglia, il ragazzo è costretto ad andare contro ogni sua convinzione e accetta di diventare una spia. Purtroppo, è ben consapevole di che cosa significhi ostacolare pubblicamente un dittatore. Sa di essere circondato da persone pronte a tutto per entrare nelle grazie del governo. Non può fidarsi di nessuno, nemmeno dell'intelligente Liliana, che, sotto una lunga frangia, nasconde occhi grandi e dolci. Soltanto lui può salvare le persone cha ama. Ma a modo suo, cercando di seguire gli insegnamenti del nonno e senza perdere la propria integrità. Perché l'inverno sta volgendo al termine e per le strade di Bucarest si sussurrano parole di libertà. E Cristian non può che rispondere all'appello. Anche se significa mettere a repentaglio la propria vita.

 


Quando Ruta Sepetys chiama, io rispondo sempre. Scoperta per caso con il suo romanzo d’esordio “Avevano spento anche la luna”, è una delle autrici che amo di più in assoluto. Perché? Beh, perché lei, in modo totalmente naturale, è in grado di trasportarmi in altre epoche e farmi conoscere storie molto spesso dimenticate, ma che grazie alla sua penna vengono alla luce in tutte le loro peculiarità. Non si risparmia in nulla, ed ogni volta mi accompagna all’interno dei suoi romanzi vivendo in prima persona le vicende narrate.




Siamo nel 1989, un periodo non molto lontano da oggi, e precisamente in Romania. Cristian è un ragazzo di diciassette anni che deve soccombere al regime di Ceaușescu, che obbliga i propri cittadini a comportarsi in un certo modo: possono ascoltare solo alcune trasmissioni radio, sono costretti a fare la fila per procurarsi da mangiare e per la precisione molti alimenti sono proibiti in Romania, devono vivere in minuscoli appartamenti di proprietà dello stato dove molto spesso mancano elettricità, acqua e riscaldamento e, soprattutto, gli abitanti non sanno cosa avviene al di fuori dei confini rumeni.

È una città non ancora libera quella dove vive Cristian, che chiede solo di poter essere se stesso, di vivere i suoi diciassette anni liberamente, di poter vedere la sua famiglia felice e di amare alla luce del giorno Liliana. Tutto questo per Cristian è solo un miraggio perché, senza volerlo, gli viene chiesto sotto ricatto di diventare un informatore, un traditore. 

"E fu così che iniziò. Ero Cristian Florescu. Nome in codice OSCAR."

Lui accetta soprattutto per aiutare suo nonno che è malato e ha bisogno di medicine che solo queste persone, cioè la polizia segreta, possono fornirgli. Il compito di Cristian è quello di passare delle informazioni che riguardano un ragazzo americano che conosce sua madre perché pulisce la casa dei genitori. Per salvare la sua famiglia e il suo amato nonno, Cristian inizia questa conoscenza anche se è consapevole del pericolo, ma con determinazione e un po’ di furbizia cerca di assecondare il regime perché la ribellione della gente è nell’aria e lui deve solo resistere per avere la tanta sognata libertà. Quello che di certo non sa è che non può davvero fidarsi di nessuno, neppure delle persone che chiama famiglia.

"Pensi di conoscere una persona. E quando ti rendi conto che ti sbagli, l'umiliazione ti fa vacillare. La tua mente diventa una fitta foresta di pensieri cupi..."

Veramente da brividi, come ogni suo romanzo. Direi che anche questa volta Ruta Sepetys ha confermato ogni mia aspettativa. Una storia che si legge tutta d’un fiato e che, oltre a farmi trattenere il respiro, mi ha lasciata spiazzata. Se devo essere sincera non conoscevo questa parte della storia della Romania (perdonate l’ignoranza). Un regime, come tanti altri che conosciamo, che ha oppresso una nazione non lasciando che i cittadini sapessero… Venivano controllati e allo stesso tempo, si sentivano abbandonati e traditi dal resto del mondo. 



Sicuramente non una storia facile da leggere quella di Cristian, che viene tradito dal suo paese ma soprattutto dalla sua famiglia, dalle persone di cui si fidava. Proprio per questo, le scelte e le azioni fatte dal nostro protagonista possono far riflettere, anche se non sono eticamente corrette, ma credo che per la libertà qualsiasi individuo venga messo di fronte ad un bivio. Cristian ha scelto forse la strada più semplice? Non ne sono molto convinta, perché per poter sopravvivere siamo disposti a tutto. Sicuramente Cristian si è trovato in balia degli eventi e del rischio che poteva portarlo a morte certa.

"A volte pensiamo di sapere. Siamo sicuri di sapere. Ma non sappiamo nulla. Passano gli anni e alla fine il tempo diventa rivelatore della verità."

Le emozioni trasmesse sono molteplici e con un finale al cardiopalma. Impossibile prevedere come si possano evolvere gli eventi perché Ruta Sepetys tiene il lettore incollato fino all’ultima pagina e vive sulla propria pelle tutta la tensione vissuta da Cristian.

Una lettura davvero interessante proprio perché racconta fatti realmente accaduti e come ho detto sopra, fatti che io non conoscevo.

E quindi, miei cari librosi, consiglio assolutamente la lettura e condanno a vita questo romanzo.













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