vi presentiamo in anteprima "Quello che non vuoi sapere" di Jessica Treadway, in uscita il 16 maggio grazie alla Mondadori. Un thriller psicologico sottilissimo e acuminato. L’autrice non lo ha scritto con l’intenzione che fosse un thriller, ma il modo in cui la madre indaga sul suo rapporto con la figlia, sulla mente della figlia e sul perché di tutto quello che è loro successo, rende il libro un bellissimo e insostenibile thriller psicologico.
Fino a che punto può arrivare una madre per proteggere sua figlia?
Titolo: Quello che non vuoi sapere
Autrice: Jessica Treadway
Editore: Mondadori
Uscita: 16 maggio
Genere: Thriller
Pagine: 300
Collana: Omnibus
Al centro di questo romanzo c’è la voce intensa e sofferta di una madre, di una donna. Lei e il marito, tre anni prima, sono stati brutalmente attaccati in casa, il marito è morto e lei, pur sfigurata, è sopravvissuta. Incapace di ricordare quei brevi momenti di ferocia, Hanna vede davanti allo specchio tutti i giorni i lineamenti di un volto, il suo, che hanno l’aria di essere stati smontati e poi rimessi insieme, come in un quadro di Picasso. Adesso Hanna, con un occhio malandato che la chirurgia plastica non è riuscita a ricostruire, si sente ancor di più vicina alla figlia Dawn. Fin da piccola, infatti, Dawn è stata sfortunata perché afflitta da ambliopia, un difetto visivo comunemente chiamato “occhio pigro”. La durezza della sua condizione, stigmatizzata dalle crudeli prese in giro dei compagni di scuola (Mi stai guardando oppure no? Dawn ha un occhio storto! Dawn è un mostro!), ha portato la piccola a sviluppare delle fantasie di riscatto irreali e
a vivere in un mondo dalla psicologia distorta che, nella fase dell’adolescenza, è pericolosamente peggiorata. E il difetto all’occhio non è stato corretto – con grande angoscia della madre – neppure da una successiva operazione. Come biasimare la figlia per la rabbia accumulata, come non proteggerla da tutto e da tutti, anche in quella notte di orrore e di morte, nonostante qualcuno sospetti che lei in qualche modo abbia avuto delle responsabilità nella vicenda? Forse la madre non vuole ricordare, non vuole vedere le cose come sono, è succube, come la figlia, di un’alterazione della visione. Eppure un ricordo Hanna ce l’ha: quello di una mano, di un polso, di un braccio, inchiostro scuro su pelle pallida, niente di più.
a vivere in un mondo dalla psicologia distorta che, nella fase dell’adolescenza, è pericolosamente peggiorata. E il difetto all’occhio non è stato corretto – con grande angoscia della madre – neppure da una successiva operazione. Come biasimare la figlia per la rabbia accumulata, come non proteggerla da tutto e da tutti, anche in quella notte di orrore e di morte, nonostante qualcuno sospetti che lei in qualche modo abbia avuto delle responsabilità nella vicenda? Forse la madre non vuole ricordare, non vuole vedere le cose come sono, è succube, come la figlia, di un’alterazione della visione. Eppure un ricordo Hanna ce l’ha: quello di una mano, di un polso, di un braccio, inchiostro scuro su pelle pallida, niente di più.
“Non mi ritengo” ha dichiarato Jessica Treadway “una
scrittrice di thriller, per quanto è indubbio che al centro della
mia storia ci sia un vero e proprio puzzle psicologico e
un’avvincente storia gialla, rimane il fatto che il mio romanzo
si potrebbe definire un viaggio psichico. È l’incubo di una
madre costretta a guardare dentro di sé con gli occhi della
figlia.” Così la scrittrice fa dire a Hanna, la madre: “Non sono
sicura di chi sono in realtà. Non sono sicura di avere un...
nucleo. Ricordo quando mia figlia Dawn portava la benda
sull’occhio, la chiamavano ‘occlusione’. Copri la parte più
forte di qualcosa, così la parte più debole è costretta a lavorare
di più. Non mi ero mai resa conto che, in tutti questi anni, mi
sono portata addosso il peso di quell’analogia. Ho la
sensazione di aver avuto soltanto una parte debole. E sta
lavorando, ci sta provando. Ma non sarà mai forte come la
parte che è rimasta coperta”
L'AUTRICE
Jessica Treadway, americana, insegna letteratura all’Emerson
College di Boston. Con la sua raccolta di racconti Please come
back to me ha vinto il Flannery O’Connor Award. Quello che
non vuoi sapere è il suo debutto nella narrativa suspense.
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