oggi Concetta ci parla del quarto volume della Neighbors series di R.L. Mathewson, Tutta colpa del destino pubblicato il 16 Luglio 2017 grazie alla casa editrice Newton Compton Editori. Vediamo cosa ne pensa Concetta...
Titolo: Tutta colpa del destino
Autore: R.L. Mathewson
Editore: Newton Compton Editori
Data: 16 Luglio 2017
Genere: Contemporary Romance
Serie: #4 Neighbors
Elizabeth sa cosa ci si aspetta da lei: la perfezione. È figlia di un conte, quindi è destinata a sposare qualcuno alla sua altezza, a dire e fare ciò che deve con il sorriso sulle labbra, anche se dentro si sente morire. Elizabeth però ha solo voglia di fuggire via e l’occasione per realizzare i suoi propositi è a portata di mano: il giorno del suo compleanno, entrerà in possesso dell’eredità che le ha lasciato la sua madrina e sarà finalmente libera. Nell’elaborare i suoi piani però Elizabeth non ha fatto i conti con Robert, sua nemesi fin dall’infanzia, che ricompare nella sua vita dopo quattordici anni apparentemente deciso a farla diventare matta e a rubarle il cuore. Robert la odiava. O almeno, avrebbe voluto odiarla con tutte le sue forze, ma è così difficile odiare qualcuno di cui non si può fare a meno. Ha provato a ignorarla, ha provato a concentrarsi su qualsiasi cosa non fosse lei, ma è stato tutto inutile. In qualche modo Elizabeth si è fatta strada nel suo cuore, e lui si è ritrovato a desiderare cose che non aveva mai creduto possibili, a sorridere e a ridere, perdendo man mano il controllo di sé…
Neighbors Series:
1. Un gioco da adulti
2. Per gioco o per amore
3. Il gioco del destino RECENSIONE
3. Il gioco del destino RECENSIONE
4. Tutta colpa del destino
Non so dire cosa mi aspettassi precisamente da questo romanzo… Forse immaginavo di farmi altre quattro risate e non è stato così, anzi in alcuni momenti mi sono sentita al limite della frustrazione per le vicende dei due protagonisti, però alla fine ne sono rimasta comunque coinvolta.
Dopo un breve distacco, in questo quarto capitolo della Neighbors Series di R. L. Mathewson, ritorniamo al ramo portante della famiglia Bradford, in particolare agli antenati, a coloro che hanno dato origine a quelle tradizioni che si trasmettono di generazione in generazione e che devono essere necessariamente rispettate. Nello specifico si parla di Robert Bradford ed Elizabeth Stanton.
Non so dire cosa mi aspettassi precisamente da questo romanzo… Forse immaginavo di farmi altre quattro risate e non è stato così, anzi in alcuni momenti mi sono sentita al limite della frustrazione per le vicende dei due protagonisti, però alla fine ne sono rimasta comunque coinvolta.
Dopo un breve distacco, in questo quarto capitolo della Neighbors Series di R. L. Mathewson, ritorniamo al ramo portante della famiglia Bradford, in particolare agli antenati, a coloro che hanno dato origine a quelle tradizioni che si trasmettono di generazione in generazione e che devono essere necessariamente rispettate. Nello specifico si parla di Robert Bradford ed Elizabeth Stanton.
Torniamo quindi indietro al 1809 quando i due, all’epoca ancora ragazzini, passavano il tempo facendosi dispetti a vicenda al limite dell’assurdo finchè dopo un particolare evento, arrivarono a giurarsi odio eterno. Circa quindici anni dopo, ormai adulti, hanno intrapreso strade diverse senza, fortunatamente, avere il dispiacere di incontrarsi, fino a quando, durante un ballo, per sfuggire alla falsità della società, mettono piede in un’aranciera e, dopo un’interessante conversazione, si lasciano andare l’uno nelle braccia dell’altra, presi da una passione sconvolgente e travolgente che lascia entrambi senza fiato.
Ora direte: ma non si odiavano? Si, certo che si odiano! Ma il tempo passato a parlare e poi a fare altro non è stato sufficiente a fare le dovute presentazioni, per cui nessuno dei due ha idea di chi sia l’altro! Ma il destino, beffardo, vuole scoprire il mistero, perciò quando ritornano al ballo e scoprono le rispettive identità, l’odio torna a fare da padrone e, nonostante i sentimenti provati nell’aranciera, ora è di nuovo guerra aperta! E da qui il mio senso di frustrazione, perché si odiano, ma allo stesso tempo si desiderano, si fanno la guerra, ma al contempo non possono fare a meno di stare vicini, e lui non fa altro che comportarsi da perfetto cavaliere, pronto a proteggere la sua donzella! Anche se sotto sotto vorrebbe strangolarla!
Avete presente quando volete entrare in un romanzo e picchiare i protagonisti, ecco questo è uno di quelli!
Come dicevo, il romanzo è ambientato nell’800, per l’esattezza nella Londra Ottocentesca, per cui mi sono trovata catapultata nell’epoca in cui l’uomo DEVE corteggiare la donna, l’epoca del baciamano, delle riverenze, dell’Alta Società dominata dai finti sorrisi e dalle finte facciate cortesi, dove anche se sei ricco, non puoi fare tutto ciò che vuoi perché andrebbe contro la decenza signorile. E con “tutto ciò che vuoi” intendo che se sei una ragazza e appartieni a una famiglia benestante, non è assolutamente decoroso che tu sappia cucinare, perché hai chi lo fa per te, giusto per fare un esempio. E la cara Elizabeth è proprio anticonvenzionale, completamente diverse dalle altre ragazze della sua età, non nutre alcun interesse per scarpe, vestiti, gioielli, usa il denaro che possiede per aiutare chi è meno fortunato di lei, e l’unica cosa che le interessa ottenere è la sua indipendenza. Una ragazza alquanto testarda, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, sa ciò che vuole e cerca di ottenerlo come meglio può. E devo dire che è proprio un bel personaggio femminile!
Robert…che dire di Robert…beh, se fossi nata nell’800 avrei voluto sposare un uomo come lui! Odia l’Alta Società a cui “purtroppo” appartiene, non sopporta i pettegolezzi, le finzioni, e soprattutto si rifiuta di stare con donne prive di cervello. Ecco perché, dopo due sole frasi uscite dalla bocca di Elizabeth, rimane totalmente intrigato da lei, che di cervello ne ha più che a sufficienza! È vero che ci troviamo nell’800, ma lui incarna effettivamente il classico uomo d’altri tempi e anche di più, pronto a proteggere e sostenere la donna che ama e a fare di tutto per lei, un uomo forte, che lavora sodo per garantire un discreto stile di vita alla sua donna.
Detto ciò, fatta eccezione per qualche passaggio un po' noioso, confermo lo stile chiaro, scorrevole e in alcuni tratti alquanto coinvolgente dell’autrice che ci trasporta, narrando in terza persona, in un’epoca diversa, come in una sorta di romanzo storico dal sapore leggero, privo di fronzoli o elementi che potrebbero risultare pesanti e che ci fa conoscere l’origine dell’appetito smisurato che contraddistingue ogni uomo dell’incredibile famiglia Bradford.
«Si sentiva travolto dal desiderio. Voleva stringerla per tutta la notte e tenerla al sicuro, qualcosa che non aveva mai voluto fare con nessun’altra donna»
Ora direte: ma non si odiavano? Si, certo che si odiano! Ma il tempo passato a parlare e poi a fare altro non è stato sufficiente a fare le dovute presentazioni, per cui nessuno dei due ha idea di chi sia l’altro! Ma il destino, beffardo, vuole scoprire il mistero, perciò quando ritornano al ballo e scoprono le rispettive identità, l’odio torna a fare da padrone e, nonostante i sentimenti provati nell’aranciera, ora è di nuovo guerra aperta! E da qui il mio senso di frustrazione, perché si odiano, ma allo stesso tempo si desiderano, si fanno la guerra, ma al contempo non possono fare a meno di stare vicini, e lui non fa altro che comportarsi da perfetto cavaliere, pronto a proteggere la sua donzella! Anche se sotto sotto vorrebbe strangolarla!
«Non voleva più discutere con lei, lo facevano da quando erano bambini e per quanto fosse stato divertente in passato, ora era il momento di smettere»
Avete presente quando volete entrare in un romanzo e picchiare i protagonisti, ecco questo è uno di quelli!
Come dicevo, il romanzo è ambientato nell’800, per l’esattezza nella Londra Ottocentesca, per cui mi sono trovata catapultata nell’epoca in cui l’uomo DEVE corteggiare la donna, l’epoca del baciamano, delle riverenze, dell’Alta Società dominata dai finti sorrisi e dalle finte facciate cortesi, dove anche se sei ricco, non puoi fare tutto ciò che vuoi perché andrebbe contro la decenza signorile. E con “tutto ciò che vuoi” intendo che se sei una ragazza e appartieni a una famiglia benestante, non è assolutamente decoroso che tu sappia cucinare, perché hai chi lo fa per te, giusto per fare un esempio. E la cara Elizabeth è proprio anticonvenzionale, completamente diverse dalle altre ragazze della sua età, non nutre alcun interesse per scarpe, vestiti, gioielli, usa il denaro che possiede per aiutare chi è meno fortunato di lei, e l’unica cosa che le interessa ottenere è la sua indipendenza. Una ragazza alquanto testarda, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, sa ciò che vuole e cerca di ottenerlo come meglio può. E devo dire che è proprio un bel personaggio femminile!
Robert…che dire di Robert…beh, se fossi nata nell’800 avrei voluto sposare un uomo come lui! Odia l’Alta Società a cui “purtroppo” appartiene, non sopporta i pettegolezzi, le finzioni, e soprattutto si rifiuta di stare con donne prive di cervello. Ecco perché, dopo due sole frasi uscite dalla bocca di Elizabeth, rimane totalmente intrigato da lei, che di cervello ne ha più che a sufficienza! È vero che ci troviamo nell’800, ma lui incarna effettivamente il classico uomo d’altri tempi e anche di più, pronto a proteggere e sostenere la donna che ama e a fare di tutto per lei, un uomo forte, che lavora sodo per garantire un discreto stile di vita alla sua donna.
«Era l’uomo più dolce che avesse mai conosciuto e non riusciva a immaginare cosa avesse fatto per meritare uno come lui»
Detto ciò, fatta eccezione per qualche passaggio un po' noioso, confermo lo stile chiaro, scorrevole e in alcuni tratti alquanto coinvolgente dell’autrice che ci trasporta, narrando in terza persona, in un’epoca diversa, come in una sorta di romanzo storico dal sapore leggero, privo di fronzoli o elementi che potrebbero risultare pesanti e che ci fa conoscere l’origine dell’appetito smisurato che contraddistingue ogni uomo dell’incredibile famiglia Bradford.
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