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martedì 4 settembre 2018

Recensione "Tutto su mio padre" di Sylvia Kant

Cari amici lettori,

oggi vi parlo di TUTTO SU MIO PADRE di Sylvia Kant, uscito il 7 agosto grazie alla Newton Compton editori. Dopo il grande successo di "Prova ad Amarmi" e "Prova ad amarmi ancora", Sylvia Kant torna con un nuovo e inatteso romanzo e lo fa con il botto… 



Titolo: Tutto su mio padre
Autrice: Sylvia Kant
Editore: Newton Compton editori
Genere: Narrativa Contemporanea
Uscita: 7 agosto
Pagine: 384




Sandro e Maura sono sposati da circa dieci anni, ma non possono certo definirsi due santi. Tradimenti, differenze sociali e incomprensioni di una storia nata già sbagliata mettono in crisi il loro matrimonio. Solo l’affetto per la figlia Eva è forte e profondo. Ma persino questo sentimento, l’unico per cui riuscire a trovare il modo di non fare della separazione un sanguinoso campo di battaglia diventa, invece, la miccia, il pretesto, il luogo dell’odio che totalizza e tutto spazza via. Una vicenda familiare feroce e appassionante, una guerra in nome dell’amore dove il verbo amare viene coniugato solo all’imperfetto del tempo sprecato e del futuro perduto.



Poche volte mi è capitato di non riuscire a scrivere una recensione. Di prendere tempo dopo aver concluso la lettura, perché non riuscivo a mettere su carta le mie idee e il mio giudizio, bello o brutto che fosse. A volte ho scritto recensioni di pancia, quando il libro mi aveva preso nelle viscere, altre ancora avevo raccontato in modo più ponderato le mie impressioni. Ebbene, a circa una settimana dalla conclusione di TUTTO SU MIO PADRE, ancora non riesco ad esprimere tutto quello che questo libro mi ha trasmesso. Le sensazioni e le emozioni sono state molteplici, contrastanti, incandescenti che ti fanno scoppiare dentro, che tirano fuori la parte più sensibile e nascosta di te perché è una storia intensa che punta dritta al cuore. Un cuore che più di una volta durante la lettura, ha minacciato di esplodermi dal dolore e dalla rabbia. Un romanzo in grado di risucchiarti tutta l’aria; ti soffoca, ti annienta, ti fa sperare e poi ti distrugge di nuovo. Una storia che mi è entrata sotto pelle e che ancora vibra, pulsa costantemente. La storia di un padre che cerca di fare di tutto per avere l’affetto di sua figlia, toltagli dalle grinfie apocalittiche della sua ex moglie, tipologia di donna che non dovrebbe esistere sulla faccia della terra. 




Sandro e Maura sono sposati da dieci anni, ma il loro matrimonio sta naufragando. A causa di incomprensioni, tradimenti più o meno veritieri e differenze di ceto sociale, si sono ritrovati a mettere un punto definitivo alla loro storia. O meglio! Maura lo ha messo, una donna frustrata, che vede in Sandro e nella sua famiglia le persone peggiori che possano esistere. Hanno una bella bambina di nome Eva, che amano entrambi in modo viscerale; soprattutto Sandro, che con la figlia ha instaurato un rapporto davvero speciale. Purtroppo, nel momento della separazione, proprio intorno ad Eva si scatenerà un inferno, una guerra infinita che lascerà ferite indelebili. Sandro da una parte e Maura dall’altra e la piccola Eva nel mezzo, alla quale viene sottratto il diritto di vedere suo padre e, succube della madre, pian piano si allontanerà sempre di più da lui. Inizia un vero duello all’ultimo sangue sull’affidamento, che porterà Sandro alla disperazione, perché si sa, la legge non è dalla sua parte. Se poi questa legge viene in qualche modo raggirata dalla furba ignoranza della sua ex moglie, allora le speranze sono davvero vane.

Sandro farà di tutto per riconquistare l’affetto di sua figlia, quella complicità che un tempo nessuno poteva intaccare, ma Eva con il passare dei mesi e degli anni, diventerà sempre più soggiogata da sua madre; i suoi occhi sono vuoti e il suo corpo è una statua di ghiaccio ogni volta che rivede suo padre, naturalmente sempre su previo appuntamento di sua madre.



"Io potevo solo “vedere” mia figlia così come si può vedere una bicicletta, un’automobile, una macchina da caffè, una televisione o qualsiasi altro oggetto… Non avrei mai creduto che si potesse soltanto “vedere” anche un figlio!" 


Maura ha il totale controllo di sua figlia e esercita su di lei ogni diritto possibile, persino quello di decidere se passare Eva al telefono al padre ogni volta che Sandro chiama. Scuse di ogni tipo, appuntamenti e visite negate, porteranno Sandro a ricorrere a misure drastiche per ottenere quel poco che la legge consente e al suo fianco avrà il supporto della sua nuova compagna, Sabrina. Ormai però, le ferite della cattiveria di Maura sembrano aver usurpato per sempre qualsiasi libertà di Eva, e la bambina, ora adolescente, ora giovane donna, sembra davvero essere una copia sbagliata di sua madre. 


Tanto di cappello a Sylvia Kant che, dopo il grande successo del suo Anima Nera, Antony, si è completamente spogliata dalle vesti di autrice erotica, e si è catapultata in un genere diverso come la narrativa. Sicuramente un progetto ben riuscito ed io sono molto soddisfatta del libro, anche se mi ha logorato l’anima. Sì, perché questa è una storia attuale e la Kant ha saputo strutturarla affrontando tematiche forti, dure e importanti. Io mi sono davvero arrabbiata moltissimo durante la lettura. Non sopporto assolutamente le ingiustizie, anche se a dettarle è la legge, che oggi ancora qui da noi, non riesce a tutelare entrambe le parti in causa. Chi e che cosa può decidere quello che è bene o male per un figlio? La legge riesce a garantire e a proteggere o meglio tutelare davvero i bisogni, i desideri, le scelte o anche semplicemente il diritto di parlare dei bambini che si trovano nel mezzo di diatribe legali? Sinceramente non so fino a che punto; se poi questa legge viene usufruita al cento per cento da persone ignoranti, vendicative, furbe ma poco intelligenti, come in questo caso lo è Maura, allora la frittata è fatta e servita. U
na donna che ho odiato sin dalle prime pagine e, quanto pare, una moglie e madre che non è mai riuscita a trovare un suo posto nella società, capace solo di recriminazioni, piena di rabbia e invidia, che usa un gergo duro, pieno di parolacce, che vive nelle sue menzogne e che è riuscita a rovinare una bambina per sempre. È totalmente incapace di andare oltre l’odio che prova per il suo ex marito e capire cosa sia meglio per sua figlia, vittima di questo assurdo gioco al massacro. Ed è qui che entra in scena Sabrina, la compagna di Sandro, che in qualche modo riesce a essere una sorta di ponte in tutto questo. Riesce a manipolare per quanto le è possibile Maura, in modo da garantire a Sandro ed Eva più tempo per stare insieme… Sabrina riesce in qualche modo a dare una voce a Sandro, sommerso dal dolore e dallo sconforto. 


"In silenzio apre piano la porta ed esce come un sonnambulo, quel dolore assordante che lo sta divorando da dentro, acuto, mortale, insostenibile." 

Credetemi se vi dico che ho vissuto fianco a fianco con lui. La sua sofferenza, la sua rabbia, la sua disperazione erano anche le mie. Nonostante i tanti difetti e gli sbagli commessi, Sandro cerca in tutti i modi di rimediare ai suoi errori (che poi devo ancora capire cosa ha fatto di così grave) per un unico scopo: la serenità, la tranquillità, la felicità e l’equilibro di sua figlia, che la ama da morire ma che le sta sfuggendo in tutti i modi. 



Ed è Eva che mi ha suscitato maniere omicide nei confronti di quella che si può chiamare madre. Un vero e proprio mutamento: da bambina spensierata, allegra, curiosa e totalmente innamorata di suo padre, a una ragazzina schiva, interessata solo ai beni materiali, vuota, senza nessun argomento. Un automa… Un burattino nelle perfide mani di sua madre, che muove i fili a proprio piacimento e per la propria soddisfazione. Odio allo stato puro per una madre che è riuscita a plasmare una figlia, bloccando le sue emozioni e negandole la figura paterna… Danni irreversibili che Eva si porterà nella vita… Odio, odio, odio, odio!!!! Una vera odissea di patimenti che distrugge e basta.

Scritta in terza persona e con uno stile incalzante, graffiante e marcato, è una storia che si legge tutta d’un fiato ed è impossibile staccarsene, perché è una continua lotta, e il lettore si trova a combattere insieme a Sandro anche se sa che è già una battaglia persa. Io ho veramente sperato fino alla fine di vedere Eva ribellarsi e riprendere in mano la sua vita… Di mandare a quel paese sua madre e far valere i propri diritti… Come può però, una giovane donna farlo, se le sono state inculcate in testa sin da piccola solo menzogne e averle fatto vivere una realtà distorta? Come può riscattarsi, quando la sua vita e la sua persona sono state ingiustamente interrotte?

Leggete assolutamente questo libro, perché è una storia che deve essere conosciuta; una storia attuale che forse alcuni di noi stanno vivendo in prima persona o solo per sentito parlare. Storia che vede come protagonista assoluto l’amore di un padre per sua figlia, e intorno a questo amore, ruotano soltanto vittime e carnefici.




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