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sabato 30 marzo 2019

Recensione "Annabelle" di Lina Bengtsdotter

Cari lettori,

oggi torniamo a parlare di thriller con "Annabelle" dell'autrice scandinava Lina Bengtsdotter, uscito lo scorso 22 gennaio grazie a DeA Paneta. Un thriller dall'anima fredda ma che sa come catturare l'attenzione e il cuore del lettore. Buona lettura!





Titolo: Annabelle
Autrice: Lina Bengtsdotter
Editore: DeA Planeta
Genere: Thriller
Uscita: 22 gennaio 2019



Avere diciassette anni. Rubare il vestito celeste alla mamma per andare a una festa. E poi, sparire nel nulla. Annabelle svanisce così, senza un motivo e in apparenza senza lasciare traccia. La famiglia, gli amici, i vicini: nessuno nella piccola comunità di Gullspång, sprofondata tra le fitte foreste di Svezia, sembra in grado di fornire elementi su quanto accaduto quel venerdì notte. Al padre, che invano esce a cercarla per la campagna, e alla madre, consumata dall’angoscia e dal senso di colpa, non resta che affidarsi agli agenti della Polizia Criminale che da Stoccolma giungono a prendere in mano le indagini. Per l’agente Charline Lager – per tutti Charlie –, però, scoprire chi era Annabelle e cosa le è successo non significa solo affrontare un caso tra i più delicati e complessi di sempre. Perché un passato come il suo non si cancella. E perché Gullspång – le casette uguali, le acque fredde del lago, l’emporio abbandonato e i segreti che nasconde – non è un posto qualunque, ma il suo posto, quello che si porta scolpito dentro e dal quale fuggire è semplicemente impossibile.




Siete alla ricerca di un thriller diverso dal solito? Ne ho uno che fa al caso vostro! Oggi vi parlo del thriller Annabelle dell’autrice Lina Bengtsdotter. Se vi aspettate uno dei tipici thriller che vi tengono tutto il tempo sulle spine e che vi stupiscono con colpi di scena inaspettati, non siete nel posto giusto. Ma datemi retta che la storia catturerà ugualmente la vostra attenzione.

Ci troviamo in Svezia, nella piccola cittadina di Gullspång, un posto dimenticato da Dio. Un luogo dove la gente vive una vita abbastanza tranquilla e dove il giorno sembra non finire mai. L’apparente tranquillità di questo luogo verrà infranta dalla scomparsa della giovane diciassettenne Annabelle Roos. Una ragazza che una notte d’estate non torna più a casa e non lascia dietro di sé nulla e nessuno sa che fine ha fatto.

Per indagare sulla scomparsa di Annabelle arrivano da Stoccolma due agenti della Squadra Criminale che dovranno portare avanti le indagini. Charline Lager, chiamata Charlie è una dei due poliziotti che dopo quasi vent’anni si appresta a tornare nel luogo che lei ha abbandonato tanti anni prima, una città dove lei aveva deciso di non mettere più piede. Ma ora sarà costretta a tornarci e a riportare a galla ricordi e sensazioni del passato, oltre a cercare di ritrovare Annabelle.







Charline è la detective più brillante della sua sezione e si è fatta strada nella vita con grande determinazione e duro lavoro. Non sempre ben vista dai suoi colleghi, poiché donna, Charline è molto apprezzata invece dal suo capo Challe che proprio per questo le affida questo caso.

Ma Charline a parte il lavoro non ha una vita propriamente equilibrata: non c’è nessuno che l’aspetta una volta tornata a casa, nessun fidanzato o marito. Nessuna famiglia. Dove quando torna, l'unico amico con cui affoga la solitudine e i suoi problemi è il buon vecchio alcol.



"Lo faceva per rilassarsi, calmare i nervi, liberare la mente, a volte ne sentiva il bisogno semplicemente per stare bene."


L’alcol aiuta Charlie a dimenticare un passato che le dà dolore. Lei era convinta di aver riposto tutto in un angolo della sua mente dove nessuno, nemmeno lei stessa potevano tirare fuori quei ricordi dolorosi e tristi, ma si sbaglia. Il passato torna sempre e Charlie sarà costretta ad affrontarlo una volta per sempre.

Tornare nel luogo della sua infanzia sarà dura per Charline Lager, ma c’è un passato che la chiama a sé, una verità che deve venire a galla ma soprattutto deve scoprire che fine ha fatto Annabelle.

“Dove sei?” pensò. “Dove sei finita, Annabelle?”
C’era qualcuno là fuori che lo sapeva?

Il racconto parte in quarta con Annabelle già scomparsa e con Charlie e il suo collega Anders che si recano a Gullspång. Intuiamo sin dal principio che la vera protagonista della storia non è la ragazza scomparsa, ma Charline. Lei, con il suo intuito eccezionale nel capire le cose prima degli altri, ma con un problema serio con l’alcol che non è più in grado di nascondere è il vero fulcro della storia. Charline Lager è un personaggio un po' anomalo, perché non è la tipica eroina che ritroviamo di solito in questo genere di libri. È un vero e proprio disastro e la sua vita vissuta al limite, tra drink di troppo e incontri con sconosciuti nei bar, ci viene subito sbattuta in faccia. E' una donna chiusa e cinica nei confronti della vita che non si apre con nessuno.

«E cosa vedi?» gli domandò.

«Vedo una donna di trentatré anni che ha paura di stringere legami con chicchessia.»

«Vedo una donna di trentatré anni a cui piace divertirsi, che odia le chiacchiere ma ha una straordinaria capacità di cogliere i dettagli decisivi nel quadro generale, e ricostruire il quadro generale a partire dai dettagli.»

Non sempre sarete pronti a capirla e comprendere le sue azioni, ma è un personaggio che comunque ha spessore, dato dal pesante bagaglio emotivo che porta sulle spalle e che alla fine ve la faranno apprezzare.

L’atmosfera è quella giusta, molto suggestiva e ben descritta che ti fa subito avere la sensazione di essere anche tu lì, in questa piccola cittadina svedese. I personaggi che ruotano attorno a Charlie dal suo collega Anders, agli abitanti del luogo, fino a Betty che non è altro che un ricordo non gradito nella memoria di Charlie, sono uno diverso dall’altro e tutti ben tratteggiati. Nella diversità però possiedono tutti una sofferenza interiore che si amalgama perfettamente con il mood del racconto. Sebbene manchi la suspense tipica dei thriller, in questo libro non manca però l’introspezione sui personaggi, in particolare su quello di Charlie, che rende la narrazione interessante e intimistica. Devo dire che io personalmente ho apprezzato questa scelta dell'autrice.

Man mano che si legge, il quadro generale che viene fuori, è qualcosa di terribile e drammatico ma anche molto reale: giovani che bevono e fumano troppo e adulti che non si comportano tanto meglio. Quella che ci viene descritta è una realtà cruda e reale di una piccola città di periferia, dove le ragazze rimangono incinta troppo giovani, la disoccupazione è galoppante, tutti affogano i dispiaceri nell’alcol e le notizie corrono veloci. Una città dove ognuno ha dei segreti che presto o tardi verranno a galla.

La scomparsa di Annabelle rimane quasi in secondo piano durante la narrazione, lasciando il posto a flashback sul passato che hanno reso la storia decisamente più interessante. Il personaggio di Annabelle viene fuori solo attraverso il ricordo degli altri personaggi, dai genitori, gli amici e gli abitanti del luogo. Quello che viene fuori da questi ricordi è una figura molto enigmatica e spesso ambigua: una ragazza che ama leggere, frequenta la chiesa ma poi al tempo stesso va al vecchio emporio cittadino abbandonato per bere come tutti gli altri, superando così i suoi limiti, sempre vivendo sul filo del rasoio.



La storia si svolge tra presente, un passato più recente e un passato più remoto che danno la sensazione al lettore che si nasconda qualcosa di più in questa storia e che ci sia qualche tipo di collegamento tra tutte queste vicende. All’inizio devo dire che sono rimasta un po' interdetta soprattutto dalla terza vicenda passata di queste due ragazzine, Rosa e Alice, ma bisogna pazientare e tutto assumerà contorni più nitidi.

Nel complesso la lettura non mi è dispiaciuta, anche se l'impressione che dà e di leggere qualcosa di asettico e freddo, ma basta andare oltre per poterlo apprezzare sul serio. Io ho cominciato ad apprezzarlo soprattutto dalla seconda metà, quando molti fatti si concretizzano. Il finale rimane quasi velato e poco interessante dopo tutte le rivelazioni che arrivano poco prima che il racconto termini, e stavolta l'ho trovato quasi superfluo in confronto a tutto quello che ci è stato raccontato. Alla fine di questo libro, a me è rimasta una grande tristezza per la storia personale di Charlie ma anche per le altre vicende che le girano attorno. Non è un thriller dalle grandi emozioni che ti lasciano a bocca aperta, è più da emozioni che ti lasciano un velo di amarezza per come a volte il destino decide di andare per alcune persone. Un consiglio che vi voglio dare se vi appresterete a leggerlo è di non giudicare fino alla fine e di vedere il lato positivo, perché vi assicuro che c’è.






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