Cari amici lettori,
oggi Stella ci parla di "Spark", secondo attesissimo volume della serie Ink dell'autrice Alice Broadway, uscito lo scorso 26 marzo grazie a Rizzoli.
Titolo: Spark
Autrice: Alice Broadway
Editore: Rizzoli
Genere: Young adult, Distopico
Uscita: 26 marzo
Pagine: 348
Serie: Skin #2
Editore: Rizzoli
Genere: Young adult, Distopico
Uscita: 26 marzo
Pagine: 348
Serie: Skin #2
Immagina di scoprire che tutta la tua vita si basa su una bugia, che non sei la persona che credevi di essere. Immagina di dover ricomincia- re tutto da capo, tra coloro che fino a ieri consideravi diversi e che ora invece sono la tua gente. Leora ha scoperto di essere una mezzosangue, figlia di un Marchiato e di un'Intonsa. La sua accettazione e presa di coscienza di questa verità non piace al leader della comunità, il sindaco Longsight, che le offre un incarico che non può rifiutare: se vuole proteggere le persone che le sono care dovrà unirsi agli Intonsi e scoprirne le debolezze. A malincuore Leora accetta, anche nella speranza di sapere qualcosa di più sulla sua vera madre. Capisce così che le storie della tradizione che conosce fin da bambina lì hanno interpretazioni radicalmente diverse, se non opposte, e deve rimettere tutto in discussione, accettare che non solo la sua educazione sia stata una menzogna, ma che neppure gli Intonsi siano depositari di un'unica verità.
La serie "Skin" è composta da:
1. Ink,12 giugno 2018 (qui recensione)
2. Spark , 26 marzo 2019
3. Scar, 4 aprile 2019 (inedito in Italia)
Datemi tatuaggi, distopia, antiche favole e misteri e mi avete conquistata! Dopo il finale di Ink ero davvero curiosa di capire come sarebbe evoluta la storia di Leora e devo dire che ha preso una piega molto interessante anche se non mi ha proprio convinta del tutto. Avevo aspettative che non sono state soddisfatte, però ammetto che la concatenazione degli eventi mi ha sorpresa in modo molto positivo, in un crescendo di tensione fino a culminare in un cliffhanger che mi ha lasciata stordita!
Dopo la scoperta delle sue vere origini, Leora è divorata dalla paura, dallo sconvolgimento, ma anche dalla curiosità morbosa che la spinge inesorabilmente a voler scoprire la verità sui suoi natali e le ragioni che hanno spinto il suo caro defunto padre ad agire in un determinato modo. E così, su intimidazione dell'altezzoso sindaco di Saintstone, Leora si dirige a Featherstone, la città dei famigerati Intonsi, nemici giurati dei marchiati. Cosa la aspetta realmente in quella città desolata è un'incognita davvero pericolosa che le potrebbe rivoltarsi contro. D'altronde è pur sempre una marchiata e Leora sa benissimo come il suo popolo venga mal visto da queste persone dalla pelle completamente priva di qualsiasi tatuaggio.
A Featherstone però, le cose non vanno esattamente come lei si aspettava… credeva di trovare una popolazione spietata e senza un briciolo di morale, capace solo a covare odio e vendetta, e inaspettatamente invece quado dichiara la sua identità, trova una comunità certo spaventata ma curiosa nei suoi confronti; una comunità fatta di gente buona, accogliente, gentile che si aggrappa alla vita nonostante la povertà e la mancanza di cibo e medicine e va avanti con orgoglio.
La paura, l'insistente certezza che non dovrei trovarmi qui, che sono in pericolo, mi spingono alla fuga; il calore del fuoco, e quello meno tangibile dei presenti, mi trattengono suadenti come carezze. È un valore stranamente familiare, e ho l’impressione che il mio cuore senta aria di casa.
Più Leora passa il tempo con gli Intonsi, più capisce che la visione dei marchiati nei loro confronti è totalmente sbagliata, che chi negli anni ha governato Saintstone ha manipolato la gente per un tornaconto personale utilizzando gli Intonsi come capro espiatorio. Scoprendo la verità sulla sua famiglia di origine, Leora troverà anche nuovi amici che l'aiuteranno a capire fino in fondo chi sono veramente gli Intonsi. Se all'inizio era tremendamente bloccata dalla paura, ora Leora è sempre più determinata ad aiutare e sostenere questi poveri innocenti. Tatuaggi o meno, queste persone non sono poi così diverse da lei, le loro storie e tradizioni hanno un che di familiare con quelle con cui lei è cresciuta, facendole capire così che alla fine, indipendentemente dalla cultura, siamo tutti uguali.
Poter ridere è una sensazione così liberatoria e intensa che mi chiedo come ho fatto a vivere senza. Ho l'impressione che sia la prima volta che respiro dal mio arrivo qui.
Ma tradimenti e malvagità si celano tra le ombre del bosco che circonda Featherstone… Leora dovrà capire di chi fidarsi davvero per poter mettere fine una volta per tutte a questa eterna faida.
Ebbene miei cari lettori, anche se Spark non mi ha entusiasmato come speravo, devo dire che mi ha comunque regalato ore di lettura piacevoli, specialmente dalla metà in poi. All’inizio Leora mi aveva confermato di non essere un personaggio particolarmente carismatico e purtroppo anche stavolta non sono riuscita ad empatizzare molto con lei, ma devo dire che quando le cose cominciano a farsi più intricate ho notato un netto miglioramento. Finalmente tira fuori un po' di carattere e prende posizione, portando a maturazione il suo arco narrativo e dando più sostanza al suo personaggio.
È sempre stata una ragazza con la tendenza a sottovalutarsi e questo l’ha resa spesso e volentieri irritante ai miei occhi, ma il confronto con una realtà che benché faccia parte di lei non ha mai davvero conosciuto, le ha dato lo stimolo giusto per crescere e sviluppare un pensiero tutto suo, non influenzato dalle losche manipolazioni dei potenti di Saintstone. La nascita di una nuova amicizia e l'affetto che riceve dagli Intonsi le danno un coraggio che mai avrei creduto di vedere in lei e di questo sono rimasta piacevolmente colpita.
Per quanto riguarda le ambientazioni, il focus si sposta totalmente su Featherstone, una città desolata e desolante in cui regna una povertà disarmante che però viene ben descritta da Alice Broadway e che ho percepito molto bene. Devo dire però che il paesaggio così scarno e privo di attrattiva ha contribuito a rendere per alcuni aspetti la storia un po' piatta; come nel precedente romanzo anche questo sequel è carente di azione se non per un paio di scene molto interessanti. Lo schema narrativo è esattamente uguale a quello di Ink, un intervallarsi di narrazione dei fatti e di antiche favole (questa volta raccontate dalla prospettiva degli Intonsi) e penso proprio sia stato questo a rendere il racconto abbastanza monotono. La lettura però è assolutamente scorrevole e con un ritmo regolare, punto sicuramente di forza di questo romanzo. Il finale, benché mi abbia letteralmente lasciata a bocca aperta, l'ho trovato un po' confusionario e questo mi ha dato leggermente fastidio, ma nonostante tutto, sono ancora molto curiosa di sapere cosa succederà nel capitolo conclusivo di questa particolare trilogia distopica che spero arrivi da noi entro l'anno prossimo!
Ebbene miei cari lettori, anche se Spark non mi ha entusiasmato come speravo, devo dire che mi ha comunque regalato ore di lettura piacevoli, specialmente dalla metà in poi. All’inizio Leora mi aveva confermato di non essere un personaggio particolarmente carismatico e purtroppo anche stavolta non sono riuscita ad empatizzare molto con lei, ma devo dire che quando le cose cominciano a farsi più intricate ho notato un netto miglioramento. Finalmente tira fuori un po' di carattere e prende posizione, portando a maturazione il suo arco narrativo e dando più sostanza al suo personaggio.
È sempre stata una ragazza con la tendenza a sottovalutarsi e questo l’ha resa spesso e volentieri irritante ai miei occhi, ma il confronto con una realtà che benché faccia parte di lei non ha mai davvero conosciuto, le ha dato lo stimolo giusto per crescere e sviluppare un pensiero tutto suo, non influenzato dalle losche manipolazioni dei potenti di Saintstone. La nascita di una nuova amicizia e l'affetto che riceve dagli Intonsi le danno un coraggio che mai avrei creduto di vedere in lei e di questo sono rimasta piacevolmente colpita.
Voglio essere una benedizione per loro e proteggerli. Voglio trovare la via per una pace duratura, ma perfino questa speranza è accompagnata dalla colpa. È una musica familiare, ormai: tradisco la fiducia di chi amo. Sono io la maledizione. Io.
Per quanto riguarda le ambientazioni, il focus si sposta totalmente su Featherstone, una città desolata e desolante in cui regna una povertà disarmante che però viene ben descritta da Alice Broadway e che ho percepito molto bene. Devo dire però che il paesaggio così scarno e privo di attrattiva ha contribuito a rendere per alcuni aspetti la storia un po' piatta; come nel precedente romanzo anche questo sequel è carente di azione se non per un paio di scene molto interessanti. Lo schema narrativo è esattamente uguale a quello di Ink, un intervallarsi di narrazione dei fatti e di antiche favole (questa volta raccontate dalla prospettiva degli Intonsi) e penso proprio sia stato questo a rendere il racconto abbastanza monotono. La lettura però è assolutamente scorrevole e con un ritmo regolare, punto sicuramente di forza di questo romanzo. Il finale, benché mi abbia letteralmente lasciata a bocca aperta, l'ho trovato un po' confusionario e questo mi ha dato leggermente fastidio, ma nonostante tutto, sono ancora molto curiosa di sapere cosa succederà nel capitolo conclusivo di questa particolare trilogia distopica che spero arrivi da noi entro l'anno prossimo!
Nessun commento:
Posta un commento
Il Blog si nutre dei vostri commenti, quindi se vi fa piacere lasciateci il vostro pensiero riguardante l'articolo. E se avete gradito quello che avete letto, condivideteci 💓