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giovedì 16 marzo 2023

Recensione "La casa sul mare celeste" di T.J. Klune

 





Lettori,

oggi sul blog facciamo un viaggio su un'isola lontana alla scoperta della bellezza della diversità con una storia che dona ai propri lettori tanta speranza nel prossimo. "La casa sul mare celeste" è un fantasy standalone YA/LGBT di T.J. Klune, uscito nel 2021 per Oscar Mondadori Vault.

Venite a scoprirlo con me...





Titolo: La casa sul mare celeste
Autore: T.J. Klune
Editore: Oscar Mondadori Vault
Genere: Fantasy YA/LGBT
Uscita: 13 luglio 2021
Pagine: 396



Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile. Il compito che esegue con scrupolosa professionalità è assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli “normali”, siano ben accuditi. La vita di Linus è decisamente tranquilla, per non dire monotona: vive in una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile.

Tutto cambia quando, inaspettatamente, viene convocato nell’ufficio della Suprema Dirigenza. È stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un’isola remota, Marsyas, e stabilire se l’orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto.

Appena mette piede sull’isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono molto diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato. Il più enigmatico tra gli abitanti di Marsyas è però Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto.

Un’incantevole storia d’amore ambientata in una realtà fantastica, meravigliosamente narrata, su cosa significhi accorgersi che, a volte, si può scegliere la vita che si vuole. E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta.











Sapete quelle storie che ti scaldano il cuore e ti fanno sentire bene e protetta, come la cosiddetta coperta di Linus? Oggi vi parlo proprio di una di quelle storie, e neanche a farlo apposta il protagonista principale si chiama proprio Linus.


Linus Baker lavora per il DIMAM, il Dipartimento della Magia Minorile. Un assistente sociale molto scrupoloso che ama pensare che non si lascia per niente coinvolgere dai bambini magici che vivono negli orfanotrofi che sono sotto la sua supervisione. In un mondo fantastico dove persone magiche e non, vivono assieme non in completa armonia, il DIMAM gestisce il mondo magico per quanto riguarda i bambini orfani. Il suo compito: assicurarsi che nelle strutture dove questi bambini speciali sono stati accolti, vengano trattati bene.


Linus è proprio una di quelle persone che lavora per il DIMAM e lo fa da ben diciassette anni ed è fiero del suo lavoro e del modo in cui lo fa. Il nostro protagonista conduce una vita molto tranquilla e forse un pochetto solitaria. L’unica compagna è una gatta, Calliope che sembra quasi infastidita dalla presenza del suo padrone. Al numero 86 di Hermes Way, Linus Baker oltre a curarsi di un bel girasole, della sua gatta e dare retta ad una vicina troppo impicciona, vive una vita in bianco e nero. L’unico suono che spezza il silenzio della solitudine è la musica proveniente dal suo giradischi che allieta le sue giornate grigie.


Un po' rotondetto e di indole docile, Linus oramai ha capito che la vita non ha nient’altro da offrirgli oltre a quello che già possiede. L’amore sembra non voler bussare alla sua porta per quanto sia una persona di buon cuore e ricca di affetto da donare al prossimo, sulla sua carta di identità la parola “single” sembra destinata a rimanerci per sempre.






La sua esistenza è completamente votata al suo lavoro che cerca di svolgere nel migliore dei modi. Seduto alla sua scrivania anonima e impersonale, Linus passa quasi sempre inosservato. L’unico tocco personale sulla sua postazione di lavoro è un tappetino del mouse che raffigura un suo sogno irrealizzabile. Un mare cristallino e una spiaggia bianca…






Ed è proprio per il suo essere quasi invisibile agli occhi degli altri e forse anche per i suoi rapporti molto dettagliati e ben scritti che viene inaspettatamente convocato al quinto piano, dove ha sede la Suprema Dirigenza.


Dopo una vita senza scossoni e priva di avventure, forse per Linus Baker qualcosa sta per cambiare. La Suprema Dirigenza ha un compito della massima segretezza da affidargli, dovrà recarsi sull’isola di Marsyas e lì supervisionare l’orfanotrofio diretto dal singolare Arthur Parnassus.


Un compito come un altro per il nostro signor Baker se non fosse che non ha mai sentito parlare di quest’isola e figuriamoci di questo direttore dal nome singolare. Più che profumo di promozione o un punto d’orgoglio per la sua carriera, sembra sentire puzza di bruciato. E poi lui non si è mai allontanato dalla città…



“«In cosa diamine mi sono cacciato questa volta?» sussurrò Linus mentre una folata di vento increspava la lettera che teneva in mano.”


Giunto a destinazione, Linus capisce subito perché il caso abbia un livello di segretezza così alto e la portata del suo compito. I bambini dell’isola di Marsyas non sono come gli altri bambini magici. I sei bambini che vivono in una graziosa casa a strapiombo su di un mare celeste che Linus non ha mai visto, nemmeno nei suoi sogni più vividi, sono super speciali.



"«Questo è un posto molto particolare, pieno di cose che non credo lei abbia mai visto prima. Sarebbe meglio per tutti se si lasciasse i preconcetti alle spalle, signor Baker. La sua permanenza qui risulterebbe molto più piacevole.»"



Arthur Parnassus è il più particolare di tutti. Gentile nei modi e forse solo un po' eccentrico nell’abbigliamento ma Linus sospetta che nasconda qualcosa… Sarà solo un amorevole direttore che si prende cura di bambini veramente fuori dalla consueta definizione di bambini magici o anche lui cela la sua vera natura dietro quel sorriso che sempre spiazza il nostro Linus?






Ho iniziato a leggere questo libro per un gruppo di lettura e sinceramente dopo una prima lettura della trama, non gli avrei dato neanche due centesimi. E invece, questo libro mi ha stupito, non subito ma piano piano ha saputo conquistare il mio cuore.💓


L’inizio è un po' lento e dà giusto le informazioni base al lettore sul protagonista. La narrazione si fa più vivace appena il protagonista mette piede sull’isola di Marsyas. Da quel preciso punto, il racconto ha cominciato a rapirmi e divertirmi.


Dopo un inizio privo di colore narrativo e lo si avverte proprio leggendo, l’arrivo di Linus sull’isola sin dal primo momento si mostra pieno di colori e di tante cose da scoprire. L’accoglienza non sarà delle migliori per Linus che si troverà davanti qualcuno di inaspettato. Sei bambini magici sì, ma decisamente diversi da quelli che finora ha incontrato. Lucy fra tutti è pronto a mettere in discussione tutto ciò che Linus finora ha visto…Ma anche gli altri bambini sono ognuno particolare a modo suo e sembra anche che per quanto così piccoli e reduci da situazioni traumatiche, ci sia in loro tanta maturità e speranza nel futuro.







Il protagonista ci viene presentato quasi come un personaggio di un cartone animato e lo stesso vale per gli altri protagonisti della storia. Se vi chiedete dove sta il fantasy, sono proprio i personaggi della storia ad incarnare il genere stesso del libro. Il racconto è lineare e tutto in salita. Linus si ritrova a mettere in discussione tutto quello che sa, quello che legge di continuo in quel libricino che consulta come una sorta di Bibbia da cui non si separa mai, il Manuale delle Norme e dei Regolamenti.


Ma le persone sono molto di più di quello che c’è scritto su di un pezzo di carta e Linus lo capirà presto…


"Le cose che trova scritte in quei fascicoli, signor Baker, sono soltanto ossa, ma noi siamo più di semplici ossa, o sbaglio?»"



La storia è intrisa di tanti bei spunti di riflessione. Dalla bellezza della diversità che non va temuta ma anzi attraverso la voce di sei piccole menti prive di qualsiasi pregiudizio e soprattutto di chi non si ferma al primo sguardo, capiamo quando il diverso può essere bello e divertente. Colui che è diverso da noi non va temuto e allontanato ma anzi va cercato e gli va data una possibilità come con chiunque altro.


"«Molto spesso le cose che temiamo di più sono quelle che dovremmo temere di meno. È irrazionale, ma è ciò che ci rende umani. E una volta che siamo in grado di combattere quelle paure, non c’è nulla che non possiamo fare»."


Questo libro aiuta il lettore a tenere la mente aperta e a superare l’apparenza e guardare oltre la natura di una persona e il suo aspetto. Un racconto che ci fa fare voli pindarici, quelli che il nostro Linus cerca di non concedersi mai, per paura di rimanere deluso dalla realtà. Una storia d’amore ambientata in un mondo che a tratti assomiglia al nostro, pieno di pregiudizi e votato alla divisione più che all’inclusione, ma l’autore ci mostra come ci vuole poco, un solo passo per dare inizio al cambiamento. E per cambiare bisogna buttarsi nell’ignoto non sapendo cosa succederà…



"«Nella vita ci sono momenti in cui bisogna correre dei rischi. Fa paura perché c’è sempre la possibilità di fallire. Questo lo so. Lo so."


Una lettura pregna di speranza che personalmente penso sia il motore della nostra vita. Senza, niente avrebbe senso. Ua storia che regala al lettore tanta fede nel credere che qualcosa ancora può cambiare e dona fiducia nel prossimo. La speranza per una realtà migliore ha il colore celeste che mi accompagnato durante tutta la lettura. Un colore che sta nel titolo, nel mare da cui è circondata l’isola di Marsyas, nell’ingenuità di sei bambini speciali, in un ondeggiare lento di due persone mentre il sole tramonta.


Un libro profondo da leggere e rileggere quando il mondo ti ha un po' buttato giù e hai bisogno di una carica di ottimismo.











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