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giovedì 9 novembre 2023

Recensione "I demoni di Wakenhyrst" di Michelle Paver

 




Ehilà amici lettori,

oggi vi parlo di un'altra super lettura che mi ha fatto compagnia lo scorso mese e che insegue le vibes dei romanzi gotici alla Bram Stoker con il mistero e la suspense insite nei thriller. Si tratta de "I demoni di Wakenhyrst" di Michelle Paver, edito Neri Pozza.




Titolo: I demoni di Wakenhyrst
Autrice: Michelle Paver
Editore: Neri Pozza
Genere: Gotich romance/Mistery Thriller/Suspense/Horror
Uscita: 29 ottobre
Pagine: 320


A Wakenhyrst, un minuscolo borgo del Suffolk, sorge Wake’s End, un maniero dai tetti dissestati spruzzati di licheni arancioni e dalle finestre che si fanno a stento largo tra l’edera. Un posto fuori dal tempo, reso ancora più tale dalla Palude di Guthlaf, la landa selvaggia e intrisa d’acqua che circonda la tenuta.

A Wake’s End, un tempo, vivevano Edmund Stearne, ricco proprietario terriero e stimato storico, e sua figlia Maude. Ma nel 1913 la sedicenne Maude Stearne vide il padre scendere i gradini con un punteruolo da ghiaccio e un martello da geologo e massacrare la prima persona che gli capitò a tiro nel modo più assurdo e raccapricciante.

Internato in un manicomio, Edmund Stearne dedicò il resto della sua vita alla realizzazione di tre sbalorditivi dipinti. Opere che paiono uscite da un incubo: grottesche, macabre, malvagie… Opere che celano la chiave dell’omicidio? Nel 1965, per rispondere a questa domanda, la storica dell’arte Robin Hunter decide di contattare e interrogare l’ormai anziana Maude. La ricerca della risposta, tuttavia, trascina con sé altre domande. I fatti del 1913 hanno forse a che fare con il rinvenimento di uno spaventoso dipinto medievale chiamato l’Apocalisse, scoperto da Edmund nel camposanto di Wakenhyrst? E i diavoli raffigurati nella pala… sono loro la causa dell’inspiegabile e improvvisa perdita di senno dell’irreprensibile e stimato storico? O a farlo precipitare nel baratro della follia sono stati invece i demoni del suo passato?






Amici lettori, ottobre è stato proprio un mese prolifico per me, a livello di letture. Mi sono completamente buttata nel mood autunnale che ci porta verso libri dalle atmosfere più cupe e raccolte in netto contrasto con il tempo atmosferico dalle mie parti che voleva invece regalarci un’infinita estate. I demoni di Wakenhyrst è la seconda lettura più bella e interessante che ho fatto lo scorso mese.

Negli ultimi tempi sto sviluppando la passione per letture più complesse a livello di trama che spaziano su altre tematiche e con un’ambientazione storica che ho sempre considerato difficile da approcciare. E invece, chi lo avrebbe detto? Devo questo switch ai gruppi di lettura. La lettura condivisa mi ha dato molto coraggio per riprendere generi che avevo un po' tralasciato e altri a cui non mi ero mai avvicinata, per timore.


Ma andiamo al sodo e vi parlo subito del libro protagonista della recensione di oggi. A livello temporale, il libro si snoda tra il 1900 e anni Sessanta del ‘900, ma la storia in sé è tutta ambientata nei primo decennio del Novecento.

Ci troviamo in Inghilterra, nella contea del Suffolk, nel piccolo borgo di Wakenhyrst. Circondata dalla Palude di Guthlaf, un immenso Acquitrino di natura selvaggia e incontaminata, la tenuta di Wake’s End è la dimora della famiglia Stearne: Edmund, il capofamiglia, proprietario terriero e affermato storico assieme alla devota moglie Dorothy e ai figli Richard e Maud.

Vivere a Wake’s End sembra come vivere fuori dal tempo. Un mondo scandito solo dalle regole imposte dal padre di Maud, che le ha vietato tassativamente di attraversare il ponticello pedonale che immette direttamente in quello che una ragazzina di dieci anni vede come “un regno proibito di creature magiche”, dove vorrebbe disperatamente andare. La palude. Fin da subito, Maud impara che quello che il padre dice è legge. Edmund Stearne odia la palude e non sopporta l’odore forte di olmaria che impregna l’aria in estate, vuole il silenzio assoluto tra le mura di casa propria e quindi non viene mai disturbato, soprattutto quando è rinchiuso dietro le doppie porte del suo studio. Per Maud la vita è divisa tra la madre, un essere umano gentile e mai fuori posto che svolge il compito principale di ogni donna con massimo dovere, le regole ferree del padre, un genitore che raramente le mostra attenzione e poi ci sono i principi della servitù. Regole che implicano vecchie credenze intrise di superstizione, altra cosa che il padre detesta. Un mondo molto organizzato e pregno di religione e credenze popolari, circonda la giovane Maud che non sempre comprende il significato di tutto ciò, finendo spesso punita dal padre.



“Maude immaginava queste due serie di regole come enormi pareti spinose che la sovrastavano. Capiva esattamente che cosa intendesse san Matteo quando diceva: «Quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!»”



Fin da bambina, Maud dimostra un’indole in apparenza docile e remissiva almeno davanti al padre, ma di nascosto da lui, Maude è una bambina sveglia e curiosa che vorrebbe infrangere tutte le regole del padre e fare di testa sua. A Maud basterebbe almeno infrangerne una di quelle regole, quella di avventurarsi nella palude. Quel luogo sconosciuto che rappresenta uno scrigno pieno di segreti e magia. La palude, con i suoi odori e la sua folta vegetazione non è un luogo pauroso infestato da “spiritelli o fuochi fatui” come ama predicarle la Tata, ma un luogo amico dove fare nuove conoscenze e trovare finalmente la giusta via di mezzo tra i precetti della Bibbia che segue in maniera diligente e tutte quelle credenze popolane. Un luogo dove finalmente conoscere il significato di una parola che a lei sembrava negata, libertà.






Poi improvvisamente nella sua vita monotona e austera, arriva Chiaccherino, una gazza ladra che come l’avesse chiamata lei dal profondo della palude, fa la sua comparsa in un tiepido pomeriggio di ottobre, donando colore alle giornate in bianco e nero di una bambina di dieci anni. Maud sa che le è proibito possedere animali e tantomeno provenienti dal luogo tanto odiato dal padre, ma l’incontro con quella gazza cambierà qualcosa in lei, addolcendo il suo cuore e facendole provare il primo vero sentimento verso un altro essere umano.






Come il cambio repentino delle stagioni, anche l’umore del padre cambia di pari passo e Maud ha sempre provato un certo timore reverenziale verso questo genitore che ha sempre mostrato fermezza e che credeva fosse sempre nel giusto. L’incantesimo sta per spezzarsi e Maud scoprirà che suo padre, l’uomo più retto e incrollabile per tutta la comunità di Wakenhyrst, in realtà non è come lei credeva.

Una giovane ragazza ancora bambina troverà il coraggio di imporsi seppur in silenzio e con ogni mezzo e possibilità che le viene concessa per crescere, conservando la sua curiosità verso la natura che la circonda e la magia nascosta nelle piccole cose.



“Non riporre fiducia negli uomini, pensò. L’unica cosa di cui ti puoi fidare è ciò che vedi fuori: la siepe e l’erba umida. Gli alberi gocciolanti.”



Che dire, ci troviamo di fronte ad un racconto ricco di elementi e tematiche interessanti che hanno reso la mia lettura parecchio coinvolgente. Cosa che mi ha stupito. I demoni di Wakenhyrst è una storia complessa ma scritta in maniera semplice e chiara. Capiamoci, non troverete termini obsoleti e la narrazione è abbastanza scorrevole.

Il contesto storico è importante perché porta con sé tutta una serie di caratteristiche centrali del tempo. Prendiamo il padre di Maud che come ogni uomo del suo tempo, crede nella debolezza della mente della donna e per questo solo buona per procreare e servire il marito in tutto. Edmund Stearne è il perfetto protagonista del tempo che abita. Un uomo di Chiesa che rifiuta ogni sorta di superstizione o credenza che lo circonda. Un autoritario pater familias che però sotto gli occhi della figlioletta e comprovato da chiare e spesso brutali annotazioni sul suo taccuino, subirà un lento declino verso la pazzia, che lo porterà ad un gesto scellerato come quello di macchiarsi di un efferato omicidio.

Unica testimone, la sua figlioletta Maud che sarà per tutto il racconto la nostra attenta e fidata narratrice di una storia abbellita di misticismo, religione e un pizzico di stregoneria, tutto permeato da un velo di profonda tristezza.



"«Edera, edera, ti coglierò e nel mio cuore ti metterò»"



La parte più interessante e che ho atteso con più impazienza durante la lettura, sono state le parti del diario di Edmund Stearne. Sarà tramite quelle annotazioni precise e costanti che Maud conoscerà meglio il padre e la sua vera natura. Egoista e misogino. Un racconto che va raggiungendo, pagina dopo pagina, il suo climax dove l’affermato storico diventa preda di quello che ha sempre rifiutato nella sua vita, l’irrazionale.







Altra parte super intrigante e che darà man forte nella caduta verso la follia più assoluta di Stearne, è l’Apocalisse, un quadro di epoca medievale e ancor prima Il libro di Alice Pyett, una mistica vissuta nel quindicesimo secolo che diventa la sua ossessione. Una testimonianza da tradurre e divulgare. I due manufatti storici diventano il tormento per Stearne ma a noi lettori aprono il mondo del paranormale. Un mondo che attraverso le paure più nascoste di quest’uomo, vediamo popolato da diavoli e che immancabilmente lo riportano alla Palude da lui sempre detestata che gli ricorda un antico peccato.

Assistiamo proprio a come un uomo si lascia sopraffare dalle sue paure più nascoste e la sua mente una volta lucidissima, diventa instabile riportando a galla tutti i suoi errori commessi in vita. O forse qualcuno sta ordendo un tranello nei suoi confronti? Forse la stessa Maud, prigioniera delle regole insulse del padre e pronta a liberarsi di queste catene. Oppure chissà se tutto ciò che immagina corrisponde alla realtà.

A dimostrazione di quel suo momento di completa follia, tornano a galla adesso dopo anni, delle tele grottesche dipinte dallo stesso Stearne in manicomio che in qualche modo rimangono un grande enigma di questo libro. Cosa raffigurano queste tele? Al lettore l’ardua sentenza.



"Il demonio va e viene come vuole. Quando cala il silenzio striscia fuori da dietro la sua prigione di un tempo, l’Apocalisse, e si infila sotto la porta."



Anche il finale non lascia niente di troppo concreto nelle nostre mani. Una oramai anziana Maude decide di raccontare la sua storia-verità ad una storica, tale Robin Hunter ma come sempre anche sulle ultime battute, viaggiamo sempre sulla linea sottile di cosa è vero e cosa no…

Gli ultimi capitoli li ho letti in maniera frenetica nella volontà di scoprire subito cosa realmente ci stava dietro a questa inspiegabile pazzia di Stearne ma anche del ruolo di sua figlia in tutto questo…Beh, sappiate che rimarrete con un bel pugno di mosche in mano o comunque per non deludere le vostre aspettative, dovrete mettere in moto la vostra immaginazione di lettore per dare una vostra personale spiegazione alla storia.

Non mi fraintendete, la storia mi è piaciuta un sacco e tutto ciò di cui è composta, mi ha affascinato oltremodo. Ho divorato i capitoli dopo un iniziale titubanza e fino alla fine sono stata intrattenuta come si deve. Proprio per questo, questo gothic romance si merita 4 stelline e mezzo.




















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