Cari amici lettori,
vi presentiamo in anteprima "Storia dell'uomo che smise di amare i gatti" di Isabelle Aupy, in uscita per Casa Editrice Nord. Una storia delicata e profonda, che ci ricorda il potere che hanno le parole nel forgiare la nostra realtà. Una favola moderna che, con acume e ironia, invita a riflettere sui rischi del conformismo. Un inno alla tolleranza e alla libertà, soprattutto di pensiero.
Titolo: Storia dell'uomo che smise di amare i gatti
Autrice: Isabelle Aupy
Editore: Casa Editrice Nord
Genere: Narrativa contemporanea
Uscita: 14 maggio
Pagine: 128
Un’isola tranquilla.
Una comunità amante del mare e dei gatti.
Poi un giorno i gatti scompaiono
e tutto s’ingarbuglia…
Su un’isola spazzata dal vento e dalle onde, vive una piccola comunità che ha scelto di ritirarsi dalla frenesia delle città e abbracciare i ritmi del mare. Suoi compagni d’elezione sono i gatti che, di tutti e di nessuno, scorrazzano per i tetti o si acciambellano al calduccio nelle case. I pescatori di aragoste e le merlettaie, il prete filosofo e la comare impicciona, i bambini che rincorrono pecore paffute, il poeta che suona il violino e il vecchio guardiano del faro: in quell’oasi remota, dove hanno scelto di vivere, tutti sono liberi e nessuno si sente abbandonato. Un giorno, però, gli abitanti si svegliano e i gatti non ci sono più. Disperati, chiedono allora aiuto alle autorità del continente, che mandano sull’isola nuovi gatti, molto più mansueti e controllabili. Uno per abitante e dotato di guinzaglio, in modo che non si perda. Solo che non sono affatto gatti. Sono cani. Da portare a spasso tre volte al giorno alla stessa ora, per le medesime vie. Come a creare un’abitudine che distolga dal pensare. Un ordine che favorisca l’obbedienza. Perché basta chiamare «gatto» un cane affinché tutti dimentichino il passato e si adeguino alla nuova realtà, senza farsi troppe domande. Tutti tranne il vecchio guardiano del faro, che lotta per riportare sull’isola i veri gatti, e con loro la capacità di ribellarsi e sognare.
Una comunità amante del mare e dei gatti.
Poi un giorno i gatti scompaiono
e tutto s’ingarbuglia…
Su un’isola spazzata dal vento e dalle onde, vive una piccola comunità che ha scelto di ritirarsi dalla frenesia delle città e abbracciare i ritmi del mare. Suoi compagni d’elezione sono i gatti che, di tutti e di nessuno, scorrazzano per i tetti o si acciambellano al calduccio nelle case. I pescatori di aragoste e le merlettaie, il prete filosofo e la comare impicciona, i bambini che rincorrono pecore paffute, il poeta che suona il violino e il vecchio guardiano del faro: in quell’oasi remota, dove hanno scelto di vivere, tutti sono liberi e nessuno si sente abbandonato. Un giorno, però, gli abitanti si svegliano e i gatti non ci sono più. Disperati, chiedono allora aiuto alle autorità del continente, che mandano sull’isola nuovi gatti, molto più mansueti e controllabili. Uno per abitante e dotato di guinzaglio, in modo che non si perda. Solo che non sono affatto gatti. Sono cani. Da portare a spasso tre volte al giorno alla stessa ora, per le medesime vie. Come a creare un’abitudine che distolga dal pensare. Un ordine che favorisca l’obbedienza. Perché basta chiamare «gatto» un cane affinché tutti dimentichino il passato e si adeguino alla nuova realtà, senza farsi troppe domande. Tutti tranne il vecchio guardiano del faro, che lotta per riportare sull’isola i veri gatti, e con loro la capacità di ribellarsi e sognare.
l'autrice
Isabelle Aupy è nata nel 1983 a Bordeaux, dove lavora come fisioterapista. Storia dell’uomo che smise di amare i gatti è il suo primo romanzo.
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