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lunedì 21 gennaio 2019

Recensione in Anteprima "Verity" di Colleen Hoover

Ciao a tutti amici,

la nostra Dana ha letto e recensito per noi in anteprima VERITY, il nuovo romanzo di Colleen Hoover, uscito il 7 Dicembre 2018 in edizione inglese e purtroppo ancora inedito in Italia.

In attesa che arrivi presto ad occupare anche le nostre librerie, scopriamo insieme cosa ci riserva questo romantic thriller che sembra aver subito conquistato i lettori d'oltreoceano e che vede l'autrice cimentarsi per la prima volta in un genere a lei del tutto nuovo.

Buona Lettura!


Titolo: Verity
Autrice: Colleen Hoover
Editore: Hoover Ink, Inc.
Data di Pubblicazione: 7 Dicembre 2018
Lingua: Inglese
Genere: Romantic Thriller

*Traduzione trama ed estratti a cura dello staff di TuTTa ColPa dEi LiBrI


Lowen Ashleigh è una scrittrice in lotta sull'orlo della rovina finanziaria quando accetta l'offerta di lavoro della vita. Jeremy Crawford, marito di Verity Crawford autrice di bestseller, ha assunto Lowen per completare i rimanenti libri di una serie di successo che la moglie malata non è in grado di portare a termine.

Lowen arriva a casa Crowford, pronta a smistare anni di note e bozze di Verity, sperando di trovare abbastanza materiale da cui poter dare inizio al suo lavoro. Ciò che Lowen non si aspetta di trovare in mezzo al caos dell' ufficio è un' autobiografia incompiuta che per Verity non avrebbe mai dovuto essere letta da nessuno. Pagine su pagine di confessioni agghiaccianti fino al midollo, compreso il ricordo di Verity della notte in cui la loro famiglia era cambiata per sempre.

Lowen decide di tenere nascosto il manoscritto a Jeremy, consapevole del fatto che i contenuti avrebbero potuto devastare ulteriormente l'uomo già addolorato. Ma con l'intensificarsi dei suoi sentimenti per Jeremy, Lowen si rende conto dei benefici che potrebbe trarne se lui leggesse le parole della moglie. Dopotutto, non importa quanto Jeremy sia devoto alla moglie malata, con una verità così terrificante per lui sarebbe impossibile continuare ad amarla.




Cari lettori, una delle mie ultime letture di cui voglio parlarvi oggi è Verity, di Colleen Hoover.
La Verity che dà il nome al libro è una famosa autrice di una serie di romanzi best sellers. In seguito ad un terribile incidente non è in grado di terminare la saga che stava scrivendo e quindi il marito Jeremy Crawford e la sua casa editrice richiedono la collaborazione di Lowen Ashleigh, un'autrice meno famosa, per continuare a scrivere i restanti tre libri della serie. Lowen è una scrittrice di talento che a causa di problemi personali ha dovuto mettere temporaneamente da parte la sua carriera e quando si vede offrire un contratto estremamente vantaggioso per portare a termine il lavoro di un'altra, si sente davvero combattuta. La sua situazione economica le impone di essere pratica e di accettare l'offerta, ma l'impegno che le viene richiesto va al di là di quello che si aspetta. Per fondere la sua scrittura con quella di Verity Crawford, Lowen dovrà immergersi senza protezione nella palude che è la sua vita e l’immaginazione della sua famosa collega. In questo difficile processo, in pericolo non sarà solo il suo equilibrio mentale, ma anche il suo cuore, perché a dispetto delle tinte fosche del racconto, Verity resta comunque una storia d'amore.




Qualcuno lo ha definito psychological thriller, ma per me è piuttosto un romantic suspense. Non posso svelare altro della trama perché rovinerei il gusto della scoperta. E' meglio entrare in questo libro alla cieca.
Prima di dirvi cosa penso di Verity devo fare una premessa e una confessione. Io non amo molto la Hoover. Lo so che è una delle autrici più quotate nel mondo del romance e so che le sue fans leggendo questa mia ammissione vorranno incenerirmi a distanza con la sola forza del pensiero. Aspettate. Fatemi finire, per favore. Verity è il quarto libro di questa autrice che leggo, ma è il primo che mi ha conquistato. Non c'è dubbio che C.H. sappia il fatto suo quando si tratta di raccontare storie, ma per il mio gusto personale la sua scrittura è un pò troppo sdolcinata. Allora perché mi sono inflitta da sola il compito di leggerla di nuovo? Perché in Verity la Hoover lascia campo libero alla sua metà oscura e io non ho saputo resistere. La trama di per sé mi intrigava già parecchio, la figura del ghostwriter mi ha sempre incuriosito. Il fatto che uno scrittore cambi pelle, rinunci alla propria identità per immergersi nella testa di un altro autore è in qualche modo sinistro e affascinante nello stesso tempo. Mi ha fatto piacere vedere sotto un'altra luce questa autrice che altrimenti avrei messo da parte perché non era congeniale al mio gusto.
Anche se non ha una trama particolarmente originale, il libro funziona davvero bene. I lettori accaniti di thriller non saranno magari spiazzati dalle varie rivelazioni e dai colpi di scena che punteggiano la storia, eppure il racconto è avvincente. Nonostante non riesca mai veramente a coglierti di sorpresa, in qualche modo ti tiene comunque sulle spine per tutto il tempo. O forse è proprio perché te l'aspetti che un pizzico di angoscia ti accompagna per tutta la durata del libro. L'inquietudine ti resta appicciccata addosso grazie al modo efficace in cui la Hoover ti fa entrare nella testa dei protagonisti. La mente umana può essere il più freddo e inospitale dei luoghi e l'autrice ti invita ad entrarci e metterti comodo per assistere alla costruzione di una tragedia. Ancor più degli eventi narrati è l'entrare senza filtri nella testa di Verity che ti mette a disagio. Probabilmente questo vale per ognuno di noi. Nella solitudine dei nostri pensieri siamo tutti più crudi e primitivi un attimo prima di rapportarci agli altri nella vita quotidiana e usare i filtri dettati dal buon senso e dal conformismo. Verity Crawford invece non si nasconde. E' affascinante e crudele e sarà facile odiarla. Troppo facile. E' di certo più facile empatizzare con Lowen, con le sue nevrosi e rassicuranti fragilità. 




Tutti i protagonisti di questa storia, che siano innocenti o colpevoli, sono in qualche modo deformati dal dolore e leggendo i loro pensieri potreste trovarvi a giustificare l'ingiustificabile. Quando penserete di aver capito tutto, vi accorgerete che non sapete ancora abbastanza…

Sebbene non sia l'habitat naturale in cui si muove la Hoover di solito, devo dire che questa sua estemporanea incursione nell'atmosfera dark non è risultata per niente goffa. Qualche ingenuità di troppo qui e là, forse, ma ho visto acclamati autori di thriller fare di peggio. Se devo farle un appunto, è che a mio avviso le è mancato un pò di coraggio per dare l'affondo finale di rito in questo tipo di storia. Ho apprezzato il fatto che in quest'opera la scrittura della Hoover sia più asciutta, non melensa. Non mi dispiacerebbe ritrovare ancora in questa veste C.H. nei suoi futuri libri.

Che posso dire? Welcome to the dark side, Colleen!




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