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venerdì 8 aprile 2016

Recensione "MESS" di Ilaria Soragni

Cari amici lettori,

il libro di cui vi parlo oggi è MESS di Ilaria Soragni, uscito il 31 marzo grazie alla Leggereditore. La storia nasce direttamente dalla piattaforma Wattpad come fan fiction e, questo da subito, mi aveva fatto un po’ dubitare sulla scelta della lettura, ma in qualche modo, questa storia mi stava attirando a sé senza quasi che io me ne accorgessi. Perché? Non lo so ancora di preciso, ma è come se il libro mi chiamasse, reclamasse la mia attenzione. Così ho ceduto a questa forte richiesta ed ora mi ritrovo qui a recensire un new adult dalle tinte molto particolari.





TITOLO:
MESS

AUTRICE: Ilaria Soragni
EDITORE: Leggereditore
USCITA: 31 Marzo
GENERE: New Adult






Maryland, USA. Mavis, diciotto anni, viene rinchiusa in riformatorio, accusata di aggressione. È internata nell’ala Nord della struttura, dove sono reclusi i ragazzi condannati per reati minori. Indossano delle tute verdi, unico colore in un mare di bianco, così monotono da stordirla. Anche a Mavis ne viene fatta indossare una, e le vengono illustrate le regole del luogo. La prima è “non avvicinarsi alla stanza 105”. Diversa dalle altre, in quella cella è rinchiuso un ragazzo di cui nessuno sembra voler parlare. Mavis sa solo che indossa una tuta arancione e che non dovrebbe trovarsi lì, bensì nell’ala Est, riservata a chi ha commesso crimini gravi. Il suo nome non viene mai pronunciato, gli altri ragazzi si limitano a chiamarlo 105, sussurrando piano. Da subito incuriosita, Mavis infrange la prima regola, facendo di tutto per entrare in contatto con lui. Poco alla volta riesce ad avvicinarsi, a scoprire il suo nome, Niall, e a violare il suo silenzio impenetrabile. Fra Mavis e Niall nasce un rapporto sincero, empatico, che se da una parte darà a Mavis la forza di non crollare, dall’altra la travolgerà, preda di sentimenti prima sconosciuti in nome dei quali metterà a rischio la sua stessa vita…









Parto subito dicendo che il libro mi è piaciuto, anche se a mio avviso, a volte è mancato qualcosa, mentre in altre ho trovato troppo. Sicuramente è una storia originale e innovativa, e permettetemi di lodare l’autrice per il suo stile molto particolare e la scrittura bella fluida per la sua giovane età e di questi periodi è una rarità. Non mi sono trovata di fronte alla classica storia d’amore tra ragazzi, e questo mi ha fatto andare avanti con la lettura con molta curiosità, perché mi sono ritrovata a leggere un libro molto forte e crudo, dove le emozioni vengono messe al centro di tutto ed elevate all’ennesima potenza, e che legano in un modo o nell’altro i personaggi portandomi a disintegrarmi insieme a loro. Il romanzo, infatti, non narra solo la storia di Mavis e Niall, ma è la storia corale di ragazzi che, ingiustamente o giustamente, si ritrovano a sopravvivere in un riformatorio. Un bello schiaffo sulla realtà di chi vive all’interno di questi istituti, dove le violenze inaudite e le ripercussioni sono all’ordine del giorno.





Mavis viene rinchiusa in riformatorio perché accusata ingiustamente di aggressione e non sa per quanto tempo ci deve rimanere per scontare la sua pena. Viene accolta da Zayne, un detenuto, che senza tanti giri di parole, le fa capire che, se vuole sopravvivere, deve rispettare le regole, una in primis: “non avvicinarsi alla stanza 105”. Il ragazzo chiuso in quella stanza, è il detenuto più aggressivo, quello temuto da tutti, quello che non parla con nessuno e di certo il meno collaborativo e in realtà dovrebbe trovarsi in carcere a scontare la sua pena. Da tutti gli altri è definito un mostro, ma quando Mavis incrocia i suoi occhi azzurri alla sala mensa, sente qualcosa di strano e nuovo nascere dentro di lei. Anche se gli altri l’avevano avvertita di stare alla larga da lui, Mavis non si fa intimidire per nulla, infatti lo avvicina e inizia a parlare con lui istaurando poco alla volta un rapporto speciale. In poco tempo si ritrova a provare sentimenti molto forti per Niall, che a quanto pare, sono oltremodo corrisposti. Sentimenti che si trasformeranno in amore per quel ragazzo di cui conosce così poco. Mavis non sa perché Niall è lì dentro, ma semplicemente si fida di lui, e quando sono insieme, lo ascolta, lo protegge seguendo solo il suo istinto.





Alla storia di Mavis e Niall, viene intrecciata quella degli altri detenuti che cercano in tutti i modi di sopravvivere in quel posto senza colore, vuoto, che man mano li sta portando alla pazzia. Il dolore e la sofferenza, sono scalfiti nei loro volti, un tempo freschi e spensierati, ora con occhi cerchiati e del colore del nulla, apatici. Un dolore che vivono interiormente, che li sta annientando giorno dopo giorno, ma anche un dolore che vivono sulla propria pelle. Ed è qui che entra in scena Marcus, il direttore dell’istituto, che, a quanto pare, considera le punizioni idonee per coloro che non rispettano le regole: abusi, percosse, botte, vengono usati per rimettere i ragazzi sulla giusta via. Sia Niall che Mavis, proveranno in prima persona cosa significhi trasgredire alle regole e l’atrocità avrà il suo culmine quando Mavis verrà pestata dal direttore proprio davanti agli occhi di Niall e trasferita nell’ala est, dove “alloggiano” i ragazzi più pericolosi. Questo periodo di separazione di Mavis e Niall, non fa che rafforzare i loro sentimenti, e si rendono conto che hanno bisogno l’uno dell’altra, per andare avanti, e la voglia di fuggire da quella prigione è sempre più forte e marcata. Mavis e Niall, si completano a vicenda, sono parte integrante del loro vissuto con la speranza nel cuore di un futuro che sembra impossibile.





Questo a grandi linee è il libro, non voglio entrare molto nei particolari perché la storia deve essere letta e interpretata soggettivamente. Ad alcuni potrebbe non piacere mentre ad altri sì…io mi trovo nel mezzo. Scrivo questo, perché le vicende narrate sono descritte in maniera realistica senza mezzi termini. Nessun contorno addolcito per questi ragazzi nel fiore della loro giovinezza che hanno commesso errori chi più chi meno gravi. Allora si potrebbe pensare che il motivo per cui sono finiti lì dentro se lo meritano!!! Sicuramente, vi dico io. Siamo tutti d’accordo nel pensare che chi commette crimini, debba in qualche modo pagare per le loro azioni e capire che la vita è un’altra. Quello che mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, è il modo di come questi ragazzi vengono trattati. Non ci sono differenze tra femmine e maschi; se uno deve essere punito, la sentenza finale è per tutti uguale. Ora io non sono qui per obiettare ciò che l’autrice ha scritto e non è mia competenza dire se ha fatto le opportune ricerche o meno. Posso dire però, che la vita all’interno di questi istituti non è facile per niente e ci sono tanti ragazzi che si arrendono prima che la loro condanna finisca. Altri lottano, perché trovano chi può dargli supporto e creare insieme un gruppo compatto con cui dare libero sfogo alle proprie emozioni. Questo è quello che succede ai ragazzi che la Soragni ci vuole far conoscere.





Prima di tutto, i veri motivi per cui questi ragazzi si trovano all’interno del riformatorio, vengono centellinati un po’ alla volta con dei flashback che ci danno un quadro reale di ciò che hanno fatto. E l’autrice è stata molto brava a collocarli e incastrarli alla perfezione durante dei momenti particolari che i personaggi stanno vivendo e questo per ogni personaggio. Questa scelta a mio avviso è stata necessaria e giusta per entrare in connessione con loro e capire poi il dramma psicologico ed emotivo che si trovano ad affrontare. Subentra l’incapacità di perdonarsi per gli errori commessi ma allo stesso tempo la voglia di ricominciare e essere delle persone migliori, li rendono audaci per mettere in pratica il loro piano di fuga. E’ l’unico spiraglio di luce che vedono all’interno di quel tunnel e ci si aggrappano tenacemente per sopravvivere e arrivare a quel giorno che li porterà fuori. E quel “fuori” è il loro punto di partenza per una nuova vita, la loro speranza. Mi sono ritrovata a sperare anche io e volevo quasi aiutarli nella loro fuga, perché man mano che sono andata avanti con la lettura, mi è stato impossibile non affezionarmi a loro e vivere la loro solitudine. Questo grazie anche alla caratterizzazione dei personaggi. Anche se la storia è scritta in terza persona, l’autrice ha saputo dar vita a tutti i personaggi, dandogli la giusta sfumatura e il giusto dettaglio per renderli reali: le loro angosce erano le mie angosce, il loro senso di colpa era anche il mio, le loro lacrime le asciugavo io, i loro sguardi e le loro parole, il loro modo di reagire, la forza che si davano l’uno con l’altro potevo toccarli con mano. Tutto contornato dalla descrizione dettagliata dell’ambientazione, così fredda e incolore…





Niall e Mavis, riescono a dar voce e vita ai loro sentimenti che sembrano impossibile nascere in un contesto come quello. Eppure darà loro forza per non perdersi e per non impazzire. Sarà la loro àncora di salvezza, perché basta un attimo per smarrirsi perché non è solo una storia d’amore, ma anche di sopravvivenza e di forza. Mavis darà a Niall quell’amore che lui ha sempre voluto dalle ragazze quasi costringendole con modi poco ortodossi e Niall riuscirà a far ribattere il cuore di Mavis che dopo la morte del padre si era fermato. Si fanno coraggio a vicenda, vivendo la loro sofferenza e annientati dal senso di colpa,       ma che vogliono avere una possibilità per riscattarsi dagli errori commessi. Niall affronterà un percorso molto faticoso e grazie a Mavis, riuscirà a cambiare e a non sprofondare in quell’inferno. Niall la definisce il suo supereroe.





Quello che secondo me non ha molto funzionato, sono alcuni dialoghi: avendo messo dentro tantissimi personaggi, a volte avevo l’impressione di non capire bene chi parlava, dove iniziava uno e finiva l’altro. Questo mi ha un po’ sviato, perché facevo fatica a capire bene il filo logico del discorso. Altra cosa, alcuni passaggi del libro li ho trovati superficiali, lasciando delle situazioni fondamentali un po’ così…veloci…ecco mi sarebbe piaciuto qualche dettaglio in più. Poi, essendo un libro nato come fan fiction sugli One Direction, non mi è piaciuta la scelta di mantenere gli stessi nomi dei cantanti…inizialmente mi ha condizionato e non riuscivo ad immedesimarmi con i personaggi e ho dovuto fare mente locale per azzerare le immagini che mi venivano davanti per creare i miei personali volti.

Questi sono dei piccoli nei che mi sento di sottolineare ma devo anche evidenziare che MESS è una storia davvero straordinaria. Non è mai scontata e pagina dopo pagina, era sempre un divenire di situazioni rendendola sempre avvincente. Io personalmente sono rimasta molto colpita dalla scelta della Soragni perché affrontare un argomento così forte non è facile anche perché è un libro che potrebbe avere dei pareri molto contrastanti. Se lo avete letto o lo dovete leggere, capirete il perché verso la fine. Quello che posso dire ancora è che avevo iniziato la lettura così per curiosità spinta da una forza calamitante che mi ha fatto afferrare senza motivo questo libro e ora, dopo averlo letto, vi dico che ne sono uscita distrutta e rinvigorita allo stesso tempo.




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