la nostra Concetta ha letto e recensito per noi il nuovo romanzo Elisa Gioia, in uscita il 20 Marzo edito Self Publishing. Non fa più rumore, con una cover a dir poco coloratissima e molto bella. Ecco la recensione in anteprima e alcuni teaser.
Buona lettura!
Autrice: Elisa Gioia
Titolo: Non fa più rumore
Casa editrice: Self Publishing
Genere: Contemporary romance
Data di pubblicazione: 20 Marzo 2017
Quand'è che una storia ti prende veramente tanto al punto che non riesci a staccare gli occhi da ogni singola pagina finché non arrivi alla fine? Quando riesci effettivamente a sentire ciò che sente la protagonista, le sue paure, il suo dolore nascosti da una maschera di cinismo che la portano ad essere vista da un occhio poco attento come la classica ragazza facile priva di spessore.
Con il suo “NON FA PIÙ’ RUMORE”, Elisa Gioia, ci presenta la storia di Beatrice, una ragazza spezzata, rovinata psicologicamente dall'abbandono del padre a soli 7 anni.
Il romanzo si apre con uno scorcio sul passato e uno sul futuro: vediamo nel passato una piccola Beatrice che, rannicchiata in un angolo dell’armadio, tenendo stretto tra le braccia il suo orsacchiotto Sorriso, cerca di ripararsi dalle urla dei genitori e che poi da un giorno all'altro si ritrova senza un padre. Un padre che ha deciso di abbandonare moglie e figlia con un semplice biglietto d’addio lasciato lì sul tavolo della cucina.
Data di pubblicazione: 20 Marzo 2017
Ogni favola nasconde dei fantasmi.
Riuscirò a lasciare andare il passato?
Riuscirò a lasciare andare il passato?
A volte la vita è scandita da alcune scelte.
Io ho passato la mia a pagarne le spese per l’abbandono di mio padre. Se n’è andato che avevo solo sette anni, mandando tutto in frantumi e lasciando dietro di sé strascichi e tante domande senza risposta.
Mi sono ripromessa di non permettere più a nessun uomo di interferire con la mia vita.
Sono diventata la cattiva ragazza, non sono una principessa da salvare e tantomeno ho voglia e tempo da perdere in relazioni serie. Le mie regole sono semplici: una notte, nessuna replica, nessun coinvolgimento.
Fino a quando non ho incontrato Filippo e le ho infrante tutte.
Io ho passato la mia a pagarne le spese per l’abbandono di mio padre. Se n’è andato che avevo solo sette anni, mandando tutto in frantumi e lasciando dietro di sé strascichi e tante domande senza risposta.
Mi sono ripromessa di non permettere più a nessun uomo di interferire con la mia vita.
Sono diventata la cattiva ragazza, non sono una principessa da salvare e tantomeno ho voglia e tempo da perdere in relazioni serie. Le mie regole sono semplici: una notte, nessuna replica, nessun coinvolgimento.
Fino a quando non ho incontrato Filippo e le ho infrante tutte.
Ognuno ha una storia da raccontare, questa è la mia.
Quand'è che una storia ti prende veramente tanto al punto che non riesci a staccare gli occhi da ogni singola pagina finché non arrivi alla fine? Quando riesci effettivamente a sentire ciò che sente la protagonista, le sue paure, il suo dolore nascosti da una maschera di cinismo che la portano ad essere vista da un occhio poco attento come la classica ragazza facile priva di spessore.
Con il suo “NON FA PIÙ’ RUMORE”, Elisa Gioia, ci presenta la storia di Beatrice, una ragazza spezzata, rovinata psicologicamente dall'abbandono del padre a soli 7 anni.
Il romanzo si apre con uno scorcio sul passato e uno sul futuro: vediamo nel passato una piccola Beatrice che, rannicchiata in un angolo dell’armadio, tenendo stretto tra le braccia il suo orsacchiotto Sorriso, cerca di ripararsi dalle urla dei genitori e che poi da un giorno all'altro si ritrova senza un padre. Un padre che ha deciso di abbandonare moglie e figlia con un semplice biglietto d’addio lasciato lì sul tavolo della cucina.
“È strano come un piccolo pezzo di carta possa cambiarti l’esistenza”
Nel futuro vediamo una Beatrice adulta in preda ad un incubo notturno, ma che trova pace tra le braccia e le parole amorevoli di Filippo, l’unico uomo di cui si fida e a cui ha donato sé stessa, almeno fino a quando lui ha rovinato tutto col suo silenzio.
Nel presente, se tuo padre ti ha abbandonata e poi il tuo fidanzato ti ha lasciata per ritornare insieme alla sua ex e per giunta sposarla, invitandoti pure al loro matrimonio, direi che possiamo capire (ma non accettare!) il non sentirsi degna di essere felice di Beatrice, che oltre a tutto ciò, ora deve affrontare anche la malattia che ha colpito la madre, ossia la Sclerosi Laterale Amiotrofica, più comunemente detta SLA.
“La vita sa essere una vera stronza, perché dopo essere stata prigioniera di un uomo violento, ubriaco e di un amore marcio, ora mia madre sta diventando prigioniera del suo stesso corpo”
Bea è una ragazza schietta, senza peli sulla lingua, cinica, e la sua unica filosofia di vita in merito ai rapporti con l’altro sesso consiste nell'entrare in un bar, abbordare un bel ragazzo, passare la notte con lui e nient’altro.
“Le mie regole sono semplici: una notte, nessuna replica, nessun coinvolgimento”
Nonostante i vari rapporti occasionali, Bea non riesce più a raggiungere il suo O (non serve che vi dica cosa sia!), per cui opta per un periodo di astinenza lasciando di stucco i suoi amici Gioia e Marco. Dopo due settimane, Marco la porta in un locale per uno speed date, perché secondo lui, Beatrice per poter conoscere un uomo ci deve anche “parlare”. Qui, incontra Shake, il barista. Inutile dirvi com'è! Ok, ve lo dico: pettorali, addominali, bicipiti, e chi più ne ha più ne metta, e una bella Fenice tatuata sul fianco destro. Eh…vabbè…
Mister Voce Sexy, così ribattezzato da Beatrice, avendo ascoltato la conversazione tra lei e Marco, si offre volontario per farle provare l’O perduto e tra una battuta e l’altra, Bea si ritrova ad essere parecchio intrigata da questo Apollo (e come darle torto!), per cui a fine serata, si ferma ad aspettarlo fuori dal locale e a trascorrere la notte con lui. Ok, la parola notte è un eufemismo, perché una volta arrivati a casa, fatti volare i vestiti e raggiunto l’agognato O, Bea raccoglie le sue cose e va via lasciando Shake confuso sul perché di questa fuga e amareggiato per il fatto di non conoscere neanche il nome della ragazza con cui è appena stato.
Ma, a volte, il destino, intreccia trame tanto sottili, per cui Bea ritrova Shake nello studio dello psicologo a cui ha deciso di rivolgersi per farsi aiutare, e la cosa fantastica è che tale psicologo è proprio lui. In realtà Shake è Filippo, l’uomo meraviglioso che proverà ad aiutarla ad abbattere tutti i muri che ha eretto intorno a sé per non permettere a nessun uomo di avvicinarsi più del semplice rapporto fisico.
“Chi l’avrebbe mai detto che dietro la sua corazza sexy e sfacciata si nasconde in realtà una ragazza ferita, dal cuore danneggiato. E che io sia dannato, ma voglio cercare di rammendarlo”
Ma, essendo fortemente attratti l’uno dall'altra, riusciranno a mantenere il loro rapporto esclusivamente sul piano etico?
L’autrice ci offre inizialmente di Bea l’immagine della ragazza facile a cui non importa niente del suo stile libertino, ma in realtà, grazie ai capitoli che seguono il suo POV, ci rendiamo conto di come sia solo una ragazza spezzata, convinta di non avere bisogno di nessuno e costretta a indossare ogni giorno una maschera per evitare di andare incontro ad altre perdite.
“Sono abituata a combattere da sola le mie battaglie da tanto tempo ormai, che non mi ricordo nemmeno più com'è avere qualcuno che si prenda cura di me.”
Continua ripetutamente a scappare da Filippo perché si impone di non dover creare alcun legame con lui, ma puntualmente torna indietro perché quando è il cuore a chiamare a gran voce, non si può non rispondere al suo appello. Del resto è impossibile non innamorarsi di Filippo, arrogante, presuntuoso ma dotato anche e soprattutto di una grande tenerezza.
È la mia ancora, la mia boccata d’aria dopo essere rimasta intrappolata sott'acqua per troppo tempo”
Vi invito caldamente alla lettura di questo romanzo dallo stile narrativo semplice e scorrevole che, come ho già detto all'inizio, mi ha tenuta incollata alle sue pagine, ridendo e soffrendo insieme ai protagonisti e volendo, in alcuni momenti, poter essere fisicamente lì con loro per dire due paroline ad ognuno all'occorrenza!
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