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venerdì 12 ottobre 2018

Recensione "La collezionista di meraviglie" di Valentina Cebeni

Cari amici lettori,

oggi vi parlo de LA COLLEZIONISTA DI MERAVIGLIE di Valentina Cebeni, uscito il 20 settembre grazie alla Garzanti. Un romanzo meraviglioso che vede protagonista una donna determinata che impara a guardare oltre le apparenze e riscopre nelle piccole cose di ogni giorno, splendidi tesori, attraverso il passato che irrompe nella vita di ognuno di noi… 



Titolo: La collezionista di meraviglie
Autrice: Valentina Cebeni
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa contemporanea
Uscita: 20 settembre
Pagine: 444, cartonato


Dafne è solo una bambina quando, in un vecchio baule di casa, trova una spazzola d’argento. È così brillante che non riesce a distogliere lo sguardo. Quando la prende in mano le appare una donna che, seduta davanti a uno specchio, si spazzola la lunga chioma bruna. È così che scopre di avere un dono straordinario: le basta sfiorare oggetti antichi per vedere la storia dei loro proprietari. Da allora sono passati anni, in cui ha cercato di ignorare questa capacità, che le parla di un passato che ha fatto di tutto per dimenticare. Ma ora che la sua vita non la soddisfa più, non può fare finta di niente: deve tornare a Torralta, dove tutto è cominciato. Solo lì potrà sperare in un nuovo inizio. Ad aspettarla c’è la bottega antiquaria di nonno Levante. Appena vi mette piede, si rivede bambina mentre corre tra gli scatoloni ingombri di chincaglierie di ogni genere. E soprattutto ritrova il familiare odore di polvere e vernice. Troppo familiare per non farle venir voglia di riaprire il negozio e riportarlo all’antico splendore. Con l’aiuto dell’amorevole nonna Clelia e di Milan, un insolito collaboratore che ha trovato rifugio proprio nel negozio vuoto, Dafne trasforma la bottega in un ospedale per oggetti dimenticati, dando loro nuova vita. Ma un giorno, tra gli scaffali polverosi, si imbatte in un vecchio orologio da taschino che le parla di una coppia e del loro amore contrastato. Dafne non sa a chi sia appartenuto, né per quale motivo sua nonna ne conservi uno identico. Sente però che, in qualche modo, quell’orologio ha a che fare con la sua famiglia e con il dono che è tornato a farle visita. Per questo, è pronta a scoprire la verità sul mistero che lo avvolge. Perché solo così, ascoltando ciò che il passato ha da dirle, potrà ritrovare sé stessa.



Prima esperienza per me con Valentina Cebeni, e devo dire che le mie aspettative sono andate oltre a ciò che mi aspettavo. In particolare, questo libro mi aveva attirato prima dalla copertina e poi dalla trama, e sin da subito ho percepito una buona alchimia. Il tutto confermato durante la lettura della storia, assolutamente perfetta e indimenticabile. Ho adorato tutto di questo romanzo, pura magia, che fa rivivere un passato tutto da scoprire e la poesia che divampa dalle pagine e che ti avvolge in una spirale incantata. Io ho sognato durante tutta la lettura che mi ha trasportato in un altro luogo, fatto di ricordi e di legami, entrando in pieno con i protagonisti.

«I sentimenti sono quanto di più prezioso abbiamo, e spesso li affidiamo a degli oggetti; che si tratti di una lettera, di una poesia o di un fiore appassito, poco importa: non è il valore economico dell’oggetto a renderlo prezioso, quanto i sentimenti che esso rappresenta, che custodisce. È così che l’oggetto stesso smette di essere tale e diventa una particella d’amore, di magia. Il mio compito è raccogliere tutto questo amore e ridistribuirlo»

Dafne, rimasta sola dopo la scomparsa della madre, viene affidata ai nonni Clelia e Levante, il quale le trasmette la grande passione per gli oggetti antichi e usati. Proprio nel negozio del nonno, Dafne scopre per caso il suo dono: toccando un antica spazzola d’argento, come per magia, appare davanti a lei una donna davanti ad uno specchio, intenta a spazzolarsi i capelli. Da quel momento quando tocca un oggetto, Dafne può vederne la storia; con il passare degli anni però, questa sua grande dote viene messa da parte e dimenticata. Dafne, diventata ormai adulta, viene messa a dura prova dalla vita, mettendole sulla strada un ostacolo difficile da superare. Scopre di avere un cancro che decide di affrontare da sola per non far preoccupare sua nonna Clelia e il suo pseudo compagno, che sembra davvero troppo occupato per poterla aiutare e andare in ospedale. Dafne, alla fine, decide di farlo sapere a sua nonna dopo l’ultimo intervento, perché non riesce più a tenersi quel peso. Ben presto, finisce anche la sua storia con Ettore, che dopo una serie di scuse e bugie, preferisce non abbandonare sua moglie in quanto incinta. 



Dafne capisce che è arrivato il momento per lei di riprendere in mano la sua vita e decide di tornare a Torralta, alle sue radici, a casa della nonna, rimasta sola dopo la morte di nonno Levante. Una volta lì, Dafne ha un solo obiettivo: riportare alla luce la bottega di antiquariato di suo nonno, portando avanti una tradizione fatta di ricordi e sogni. Ad aiutarla in questo, nonna Clelia e Milan, un uomo senza dimora che aveva trovato rifugio nel negozio abbandonato e che Dafne ha conosciuto per puro caso; capisce però che anche lui, come lei e come tutti gli oggetti, ha bisogno di una seconda possibilità. Milan diventa così il suo collaboratore, ha un grande talento nel creare con il ferro vere e proprie opere d’arte, e Dafne lo vuole con lei per far rivivere gli oggetti ormai dimenticati e abbandonati, diventando ben presto buoni amici. Le sorprese per Dafne però non sono finite, perché tra gli scaffali coperti di polvere, trova un antico orologio da taschino, fermo alle cinque e trenta, che le parla di un coppia e di un amore impossibile ai tempi della Prima Guerra Mondiale. Capisce anche che questo orologio, insieme al suo gemello, ha a che fare con la storia della sua famiglia e di quella bambina con il basco rosso e dai capelli oro che da tempo occupa i suoi sogni. 
Dafne ha tutta l’intenzione di scoprire e far parlare questa storia,  soprattutto perché sente che può ritrovare se stessa. 



Questo libro mi ha davvero incantato come sotto l’effetto di un sortilegio… Mi è arrivato dritto al cuore e mi ha emozionata, perché mi ha fatto davvero capire l’importanza di piccoli oggetti dal grande valore sentimentale a cui si può essere legati. È una storia che tocca il profondo dell’anima del lettore, perché tutti noi abbiamo un oggetto dal valore inestimabile e non mi riferisco per il costo in sé, ma proprio per l’importanza, per il legame, per i ricordi che quell’oggetto ci ha suscitato. Ed ogni volta che lo guardiamo o che lo tocchiamo, inevitabilmente la nostra mente vola altrove, come se noi stessi stessimo ridando a quell’oggetto vita e movimento. Ed è un po’ il messaggio che l’autrice vuole trasmettere attraverso i protagonisti di questa storia, ovvero riuscire a guardare oltre l’apparenza delle cose, oltre il tempo in cui siamo e oltre tutto quello che ci circonda. E con un pizzico di magia, Dafne ci porta con lei in questo viaggio e ci fa scoprire le storie che si celano dietro le cose, soprattutto per una storia in particolare. 

"Le persone sono legate agli oggetti per il loro significato intrinseco, per le emozioni che hanno regalato loro. Per i ricordi che sono in grado di evocare."

Dafne eredita, come tutte le donne della sua famiglia, questo dono di vedere flash del passato soltanto toccando un oggetto. Anche se molti la guardano come una medium, in realtà lei ha la possibilità di ascoltare le storie di queste meraviglie abbandonate e dare loro una seconda opportunità. Quella seconda opportunità che anche lei sta cercando nella vita, che l’ha messa sin da piccola a dura prova. Cresciuta dall’amore incondizionato dei suoi nonni e dopo essersi allontanata per trovare la sua strada che però è stata faticosa e irta, e aver accantonato quel dono quasi fosse una maledizione, torna a Torralta con il cuore chiuso a lucchetto con l’obiettivo di ritrovare se stessa. L’incontro con Milan le porterà nuove prospettive, perché Dafne scopre di essere collegata a lui e vuole sapere la verità. Milan e Dafne hanno molto in comune: un passato, segreti da proteggere e un cuore ormai chiuso che entrambi non vogliono più aprire all’amore, entrambi marchiati da cicatrici indelebili sia fisiche che nell’anima.



«Le persone non attraversano la vita altrui senza una ragione» 

Tutto si lega a quella coppia di orologi che nascondono un segreto preservato negli anni da nonna Clelia e che in qualche modo si unisce con un filo invisibile a Milan, un uomo se vogliamo impenetrabile, che pian piano si è fatto strada nella vita e nel cuore di Dafne, che non è in grado fino in fondo di far crollare i muri di Milan… Tutto è lì, nel loro vissuto, nel passato che ritorna… 


E’ una storia di scoperte, una sorta di caccia al tesoro delle verità, dei sentimenti, delle emozioni. Una storia che si intreccia tra presente e passato in grado di unire o dividere le persone. Un libro che racconta dell’amore, di paure, ripicche, di guerra e di anni sbagliati. Ma è anche una storia
 di speranza, di comprensione, di perdono e di rinascita, di riscatto. E tutto questo è stato modellato sapientemente da Valentina Cebeni, dando vita a un qualcosa di potente e unico, che mira dritto al cuore. 

Per me questo libro è pura poesia, entra diretto nel lettore, senza filtri. Ci fa assaporare e respirare quel profumo mischiato di polvere e antico che penetra le radici di ognuno di noi, legandoci a doppio nodo con il nostro passato e facendoci riscoprire noi stessi attraverso esso. Per cui vi consiglio assolutamente questa lettura, un vero viaggio nella magia di un tempo… 






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