Carissimi lettori,
oggi la nostra Noemi ci parla dell'ultimissimo romanzo di Tommaso Fusari, "Quello che non siamo diventati" uscito il 9 luglio per Mondadori. La storia di due fratelli, Michael e Sara, una volta inseparabili e ora lontani più che mai. Ma forse non tutto è perduto. Forse dentro e tra di loro c'è ancora qualcosa da salvare.
Buona lettura!
Titolo: Quello che non siamo diventati
Autore: Tommaso Fusari
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa Contemporanea
Uscita: 9 luglio
Pagine: 264, brossura
Autore: Tommaso Fusari
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa Contemporanea
Uscita: 9 luglio
Pagine: 264, brossura
«Andrà tutto bene, Michael.»
«E come fai a dirlo, Sara? Prevedi il futuro?»
«Non prevedo il futuro, ma siamo insieme, no?»
Mi volto verso il campo di cocomeri e le vigne, che avevamo attraversato per arrivare alla recinzione. Non c'è nessuno all'orizzonte.
«E se andasse tutto male?»
«Be', restiamo insieme.»
«Sempre?»
«Per tutta la vita.»
Una promessa fatta da bambini, calda e rassicurante come una carezza, come un abbraccio quando fuori fa tanto, tanto freddo. Un fratello e una sorella, Michael e Sara, che una volta erano inseparabili e ora sono quasi due estranei, due che, pur abitando sotto lo stesso tetto, si sfiorano appena. E, nel mezzo, la vita, fatta di momenti belli ma anche brutti, momenti in cui tutto può andare avanti, oppure può interrompersi bruscamente. Momenti che arrivano inaspettati per dirti che tutto deve cambiare. Anche se non vuoi, anche se non sei pronto. E a quel punto, poco importa come, tu devi trovare un modo per andare avanti. E questo hanno fatto Sara e Michael. Ognuno per conto proprio, però. Lei attenta a non far trapelare il dolore che le si appiccica alle ossa, agli occhi, ai battiti cardiaci e che le fa mancare l'aria, e a controllare sempre tutto, a non lasciarsi sfuggire niente, in un ingenuo tentativo di tenere ogni cosa in equilibrio. Lui in balia di ciò che accade, senza trovare mai la forza di avere un orientamento, col cuore imbottito di hashish e la testa di sogni infranti. Entrambi sempre più estranei, e lontani l'uno dal cuore dell'altra. Ma a un certo punto però qualcosa, o meglio qualcuno, irrompe nella loro vita facendo vacillare il loro piccolo mondo cristallizzato, fatto di giorni sempre uguali, silenzi, muti rimproveri, possibilità sospese, distanze che diventano siderali e ricordi sbiaditi. Di nuovo, Michael e Sara sono di fronte a qualcosa che potrebbe stravolgere la loro esistenza. E se soltanto smettessero di vivere ogni cambiamento come una crepa dalla quale possono entrare solo cose brutte, forse potrebbero riprendere il cammino interrotto tanti anni prima, trovare il modo di tornare a respirare, a credere nel futuro, e, magari, infine, ritrovarsi.
«E come fai a dirlo, Sara? Prevedi il futuro?»
«Non prevedo il futuro, ma siamo insieme, no?»
Mi volto verso il campo di cocomeri e le vigne, che avevamo attraversato per arrivare alla recinzione. Non c'è nessuno all'orizzonte.
«E se andasse tutto male?»
«Be', restiamo insieme.»
«Sempre?»
«Per tutta la vita.»
Una promessa fatta da bambini, calda e rassicurante come una carezza, come un abbraccio quando fuori fa tanto, tanto freddo. Un fratello e una sorella, Michael e Sara, che una volta erano inseparabili e ora sono quasi due estranei, due che, pur abitando sotto lo stesso tetto, si sfiorano appena. E, nel mezzo, la vita, fatta di momenti belli ma anche brutti, momenti in cui tutto può andare avanti, oppure può interrompersi bruscamente. Momenti che arrivano inaspettati per dirti che tutto deve cambiare. Anche se non vuoi, anche se non sei pronto. E a quel punto, poco importa come, tu devi trovare un modo per andare avanti. E questo hanno fatto Sara e Michael. Ognuno per conto proprio, però. Lei attenta a non far trapelare il dolore che le si appiccica alle ossa, agli occhi, ai battiti cardiaci e che le fa mancare l'aria, e a controllare sempre tutto, a non lasciarsi sfuggire niente, in un ingenuo tentativo di tenere ogni cosa in equilibrio. Lui in balia di ciò che accade, senza trovare mai la forza di avere un orientamento, col cuore imbottito di hashish e la testa di sogni infranti. Entrambi sempre più estranei, e lontani l'uno dal cuore dell'altra. Ma a un certo punto però qualcosa, o meglio qualcuno, irrompe nella loro vita facendo vacillare il loro piccolo mondo cristallizzato, fatto di giorni sempre uguali, silenzi, muti rimproveri, possibilità sospese, distanze che diventano siderali e ricordi sbiaditi. Di nuovo, Michael e Sara sono di fronte a qualcosa che potrebbe stravolgere la loro esistenza. E se soltanto smettessero di vivere ogni cambiamento come una crepa dalla quale possono entrare solo cose brutte, forse potrebbero riprendere il cammino interrotto tanti anni prima, trovare il modo di tornare a respirare, a credere nel futuro, e, magari, infine, ritrovarsi.
Cari lettori,
iniziamo bene con già la prima pagina che ti lascia senza fiato per quanto è vera, sentita, un piccolo incoraggiamento che ti fa sentire più viva.
Il prologo mette tante carte in tavola velate dal solito mistero che ti spinge a continuare a leggere e una promessa di un per sempre, forse mantenuta forse no, di due fratellini, Sarah e Michael.
Sarah e Michael ora sono cresciuti, sono diventati un uomo e una donna, ma del loro rapporto non sembra essere rimasto nulla, rimangono solo i ricordi di un legame ormai lontano.
Per Sarah, immersa nella propria routine, sembra che ormai il dolore sia passato; in realtà si è solo sedimentato dentro di lei, nel più profondo angolo di cuore, quasi come se non volesse dimostrare la propria fragilità.
Michael, l'ho adorato, ha un modo forse contorto di affrontare il dolore, ma nonostante sia un uomo, si dimostra più fragile anche di Sarah.
Michael con i suoi demoni, Michael con Lola, una ragazza di origini tedesche che ha il potere di mettere fine al casino che Michael ha in testa, di spegnergli il cervello e accendergli il cuore.
Michael e Lola al primo incontro, quando i loro sguardi si erano incrociati hanno fatto un casino tremendo, un frontale tra due treni in corsa, uno scontro tra due navi di cui Michael era quella alla deriva. Michael e Lola sono uno l'àncora di salvezza dell'altra, sono uno la droga dell'altra, come quella polvere che arrivano quasi a condividere e che sale su per le narici e entra in circolo nelle vene; come quell'ago che penetra la pelle di Lola e rilascia quel liquido che si mischia col sangue e che ti manda su un altro pianeta. È in quegli attimi di “condivisione”, che per Michael, Lola si trasforma in un coltello capace di farlo a brandelli. Michael e Lola sono come dei funamboli sul filo del rasoio e un viaggio che diventa sempre più imminente nella città di Berlino come promessa di un futuro insieme…Michael è immerso nel tunnel dell’autodistruzione ma non si accorge che il dolore che si infligge, lo infligge anche a chi gli sta accanto e in particolare a Sarah….
Questi ricordi portano noi lettori a conoscere la loro storia, il loro passato, un passato fatto di dolore, quel dolore che ti cambia per sempre, quel dolore che ti porta a diventare un adulto troppo presto, quando tu ancora sei soltanto un bambino. Quel dolore, che in una sera come le altre, mentre una bambina e il suo fratellino sono sul divano, bussa alla tua porta, per dirti che in un attimo hai perso tutto quello che avevi, che è bastato un incidente, uno scontro frontale per portati via i genitori, le tue guide in un mondo che non conosci ancora abbastanza…
Insomma tutto regolare, ero preparata a questo e ad altro visti i traumi scatenati con i romanzi scritti precedentemente dall'autore, tutti caratterizzati da una sensibilità unica… Non aggiungo altro, perché questo romanzo mi ha davvero spiazzata.
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