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sabato 16 maggio 2015

Recensione "Il perdono" di Sara Bilotti, Trilogia di Bruges Vol.3


Cari lettori,

oggi vi parlo del terzo volume della trilogia di Bruges dell'autrice Sara Bilotti, ovvero "Il perdono" uscito lo scorso 12 maggio grazie ad Einaudi. Sienti pronti al captolo finale di questa serie di romanzi erotici? Venite con noi! ;-)







Titolo:
Il perdono

Autore: Sara Bilotti
Editore: Einaudi
Genere: Erotic Romance


Le mattine di sole nell'accogliente campagna toscana hanno reso più dolce la vita di Eleonora. Da quando si è trasferita nell'agriturismo di Emanuele, ha per la prima volta sentito di appartenere a un luogo, e a un uomo. Lui sa far vibrare ogni corda del suo desiderio, anche la più inconfessabile, e le ha offerto un nido dove trovare pace. Ma Eleonora non può trovare pace, perché nel suo cuore c'è anche un altro uomo, Alessandro,che per giunta è il fratello minore del suo compagno. Il fragile equilibrio si rompe quando Emanuele tradisce la FIDUCIA di Eleonora. Lei reagisce scappando, come fa da sempre. Per troppi anni è fuggita da sé stessa, dall'offesa imperdonabile della mancanza d'amore. Ora però è arrivato il momento di fare i conti con il passato, per quanto doloroso. È arrivato il momento di capire, di scegliere. Forse il suo corpo sa già la verità, perché il corpo sa tutto.



La trilogia di "Bruges" è composta da:

1. L’oltraggio, 27 gennaio 2015 QUI RECENSIONE


2. La colpa, 10 marzo 2015 QUI RECENSIONE


3. Il perdono 12 maggio 2015










Cala il sipario su villa Bruges, gli attori sono usciti di scena e io sono sopravvissuta all’uragano che mi ha travolto e coinvolto in ogni singolo istante. Dopo due anni (arco temporale in cui si svolge la storia) di menzogne, ricatti, rancori, rabbia, amori impossibili, l’ultimo tassello del puzzle viene messo al suo posto …il collante che rende tutto chiaro e perfetto. Ogni domanda ha la sua risposta, ogni gesto il suo perché, tutto si incastra perché si sa che prima o poi tutti i nodi vengono al pettine.








Finalmente Eleonora trasferitasi nell’agriturismo di Emanuele, sembra aver trovato un luogo dove mettere radici dopo le sue continue fughe vagando da un posto a un altro. Si sente di essere parte integrante di un uomo che la ama e la fa impazzire di desiderio, con ogni suo tocco e ogni suo sguardo. “Un’ usurpatore che alleggerisce il cuore nonostante tutti, nonostante tutto.” Lui le ha donato se stesso e un posto in cui stare e dove sentirsi libera di ritrovarsi. Ma ad Eleonora tutto questo non basta perché il suo cuore non è ancora del tutto libero. Una parte di esso infatti appartiene ancora ad Alessandro, l’illusionista, il Santo, l’irraggiungibile, l’evanescente. Eleonora cammina ancora su un filo molto sottile e alla prima occasione, quando il suo rapporto con Emanuele vacilla per mancanza di fiducia, scappa e corre a Roma dove adesso Alessandro lavora. Basta uno sguardo un suo tocco e lei si sente ammaliata da lui, dai suoi gesti, dalle sue parole. E’ facile fidarsi di lui, un uomo tutto d’un pezzo, sempre premuroso e inattaccabile.




Ma chi è veramente Alessandro Vannini? Quest’uomo così perfetto e enigmatico che sembra far breccia nel cuore di Eleonora? E dopo l’ennesima fuga, che porterà Eleonora lontano fino in Calabria per staccarsi da tutti e da tutto, cosa accadrà? Chi e che cosa farà sgretolare le mura impervie di villa Bruges e le maschere che portano i suoi abitanti?

A differenza dei primi due libri, in questo terzo volume ho avuto il magone per tutto il tempo perché quando tutto sembrava risolversi per scoprire la verità, quando finalmente ero ad un passo dall’atto ultimo di questa febbrile storia, ecco che c’era sempre da fare un passo indietro perché la strada non era ancora stata liberata da tutti gli ostacoli.




Ma tutto è stato assolutamente perfetto: personaggi, ambientazioni e la storia stessa. E’ come se ero stata avvolta da grandi braccia che mi tenevano stretta non permettendomi di respirare, mi tenevano prigioniera in una morsa altalenante di sensazioni contraddittorie a cui non riuscivo a farne a meno. Masochista? Beh può anche darsi. Sì, perché volevo di più, dovevo avere di più. Ed è proprio questo che ho trovato ne IL PERDONO: un continuo crescendo di rivelazioni e emozioni che mi hanno incollato lì fino all’ultima parola dove finalmente, abbandonata dalla stretta vigorosa di quelle braccia, sono tornata a respirare, quel respiro che avevo trattenuto per tutta la lettura. Allora ho visto tutto più chiaro: tutto quello che avevo intuito è venuto fuori: i protagonisti hanno tolto la maschera davanti a qualcosa che andava oltre le menzogne e ai tradimenti e si sono sgretolati davanti ai miei occhi mettendo a nudo i loro pregi e difetti, il loro passato oscuro e la loro espiazione per le colpe passate. Quella verità che ho sempre saputo ma che doveva per forza fare un percorso obbligato per far crollare tutto, per far togliere a tutti gli abiti di scena e scendere dal palcoscenico.

Ho capito di più su Eleonora, che per me è sempre stata molto ambigua, che ho molto criticato e anche infierito contro di lei perché aveva tutto lì davanti ai suoi occhi e dicevo sempre che era cieca o che non VOLEVA vedere perché qualcosa la frenava e la riportava indietro. Un personaggio all’apparenza anche odioso per queste sue continue insicurezze e per il fatto di non prendere mai una sua decisione e lasciare sempre tutti i bilico. Non sapeva ascoltare quello che il suo corpo le diceva con prepotenza e il suo cuore con un sussurro. Una donna bella e insicura che nascondeva tutto dietro una maschera forte e aggressiva.




Alessandro, un uomo che a primo impatto ti lascia senza parole, bello, gentile, accorto, fa e dice tutto nel modo giusto ma che fino alla fine rimane sempre un personaggio molto enigmatico.

Emanuele (e qui scusate se mi sfogo) è il vero protagonista assoluto della storia. Lui è ironico, affascinante, irriverente, rude, passionale, protettivo; sin dalle prime battute ti cattura e ti trascina con sé e arrivi a non farne più a meno. Ogni sua parola un brivido, ogni suo gesto un tuffo al cuore, ogni suo sguardo una calamita, ogni suo respiro o sussurro farfalle allo stomaco. Vi chiederete: “Ma sei impazzita?” Ebbene sì…lo ammetto …completamente partita con un biglietto di solo andata. Lui, che si butta nell’amore per Eleonora senza riserve, in modo dolce e selvaggio e allo stesso tempo protegge gli altri con la stessa violenta passione. Un uomo con pregi e molto difetti che lo rendono reale e vivo, autentico, attaccato ai valori della famiglia, dell’amicizia e al lavoro. Niente è scontato per lui. Emanuele è un combattivo e protettivo ma anche vulnerabile.





“ Sussultò, al suono della voce di Emanuele. Non poteva vederlo, ma era quasi certa che fosse anche lui con le spalle al pilastro, un’immagine speculare di sé stessa, rivolta verso Bruges. – Da quando in qua citi Shakespeare? – chiese, sorpresa dalla propria voce ferma, acuta.











- Ho amato una Giulietta. “



Una trilogia che mi è entrata sotto pelle che mi ha infiammata e marchiata. Sono stata come ipnotizzata dalla raffinatezza delicata di tutte le vicende narrate, incorniciate in modo impeccabile dallo stile geniale e sublime di Sara Bilotti. Ed ora dopo che il sipario è calato la nostalgia mi assale e l’unica cosa che mi sento di fare è gridare a gran voce un BIS per rivivere di nuovo la magia intrigante di villa Bruges.








Quindi il mio voto è 4 manette su 5 ASSOLUTAMENTE COLPEVOLE per questo terzo libro



SENTENZA FINALE:il giudice ha stabilito che, visto le prove non confutabili di cui si è macchiata questa trilogia, e visti i precedenti, valuta con 5 cuori su 5 Condannato a vita la trilogia di Sara Bilotti.




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