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mercoledì 23 ottobre 2019

Recensione "La memoria di Babel" di Christelle Dabos, #3 L'Attraversaspecchi



Cari lettori,

oggi Stella torna a parlarvi della saga L'attraversaspecchi con il terzo volume "La memoria di Babel" di Christelle Dabos, uscito lo scorso 9 ottobre per edizioni E/O. Siete pronti a tornare nel mondo steampunk e bizzarro di Ofelia e Thorn? Allacciate le cinture, si parte per una nuova avventura ricca di misteri! Buona lettura!





Titolo: La memoria di Babel
Autrice: Christelle Dabos
Editore: E/O
Genere: YA/Fantasy
Uscita: 9 ottobre
Pagine: 560
Serie: #3 L'attraversaspecchi



Dopo due anni e sette mesi passati a mordere il freno su Anima, la sua arca, per Ofelia è finalmente arrivato il momento di agire, sfruttare quanto ha scoperto nel Libro di Faruk e saputo dai frammenti di informazioni divulgate da Dio. Con una falsa identità si reca su Babel, arca cosmopolita e gioiello di modernità. Basterà il suo talento di lettrice a sventare le trappole di avversari sempre più temibili? Ha ancora una minima possibilità di ritrovare le tracce di Thorn?



SAGA L'ATTRAVERSASPECCHI:


1. Fidanzati dell'inverno (qui recensione)
2. Gli scomparsi di Chiardiluna (qui recensione)
3. La memoria di Babel
4. La tempête des échos (a novembre in francese)





Mes chers lecteurs (Miei cari lettori, per chi non conoscesse il francese), inizio con questo saluto per omaggiare la penna francese di Christelle Dabos, autrice che ormai ha totalmente conquistato il mio cuore con le avventure dal sapore steampunk vittoriano dell'Attraversaspecchi. Ofelia e Thorn sono finalmente ritornati in Italia con la loro avventurosa, intrigante e misteriosa storia insieme al loro amore anticonvenzionale che li identifica come coppia più originale ed interessante di sempre.
Con il suo stile narrativo peculiare ed elegante, Christelle Dabos continua a tessere una trama sempre più fitta di antichi segreti e dinamiche che incrociano in modo assolutamente geniale ed inaspettato i destini dei personaggi, sorprendendo il lettore capitolo dopo capitolo. Se Fidanzati dell’inverno vi sembrava un curioso fantasy con una coppia bizzarra e Gli scomparsi di Chiardiluna un avvincente mistery fantasy dalle tinte noir, La Memoria di Babel unisce alla perfezione questi due filoni, aggiungendo un tono più maturo ed audace alla vicenda insieme alla crescita emotiva e caratteriale dei personaggi.


Ma dove eravamo rimasti? Sono passati tre anni ormai da quando le strade di Ofelia e Thorn si sono dovute separare, tre anni che per la nostra sbadata animista sono sembrati secoli di vuoto interiore e di interminabili ricerche per poter ritrovare Thorn e salvarlo da un destino infausto. Con i giusti indizi a portata di mano, Ofelia giunge dunque a Babel, l’arca multietnica che ha fatto della conoscenza e del sapere la sua linfa vitale. Un luogo, Babel, che per Ofelia diventerà una vera e propria sfida e in cui dovrà imparare a destreggiarsi in fretta per portare avanti il suo piano per riavere Thorn di nuovo al suo fianco.





Nel corso della sua missione, l'attraversaspecchi compirà un vero e proprio viaggio nel passato del mondo prima della Lacerazione, in contemporanea con l'esplorazione di se stessa, della sua anima e della sua identità. Due percorsi che ben presto di riveleranno strettamente collegati e che metteranno sotto una nuova luce la sua presenza su questa arca tanto singolare quanto fondamentale per il suo destino, quello di Thorn e dell'intero mondo. Tra misteriose aggressioni, atti di ribellione e ambiziosi personaggi, il delicato rapporto tra i nostri due protagonisti verrà messo alla prova. Saranno in grado di riunire una volta per tutte le loro anime e i loro cuori contro un nemico spietato e assetato di potere?


Quello spazio era il riflesso del suo stato interiore. Né bambina né adulta, né ragazza né donna, era rimasta incastrata nella cerniera della propria vita. Aveva aspettato da Thorn parole e gesti che lei non aveva mai avuto per lui. In nessun momento aveva detto “noi”.

Dopo Fidanzati dell'inverno, la serie dell'Attraversaspecchi è diventata una delle mie serie fantasy preferite di sempre ed io che praticamente vivo di questo genere letterario ne ho letti di tutti i colori e combinazioni. Questa serie ha qualcosa di particolare, qualcosa di speciale che in punta di piedi ha messo radici nel mio cuore piazzandosi ben saldamente. La scelta stilistica della Dabos è nettamente differente dallo stile degli scrittori del fantasy d'oltreoceano (che comunque adoro alla follia); questa serie ha quel fascino di favola antica che ha quell'atmosfera onirica e bizzarra che sin da bambina ho sempre trovato di estremo fascino. La storia di Ofelia e Thorn mi ha attirato come il Pifferaio magico attirava i topolini fuori dalla città. Ha una trama, una sviluppo e una morale che vedrei perfetta per un film dello Studio Ghibli (se avete amato come me "Il castello errante di Howl" capirete perfettamente cosa intendo).



Quando si rese conto che stava schiacciando Thorn provò a spostarsi senza riuscirci. Era imprigionata fra le sue braccia con tale fermezza che non distingueva più i battiti dei loro cuori.


La Memoria di Babel ci porta a conoscere un mondo tutto nuovo, con differenti regole e bislacche tradizioni. Di base, Babel richiama precisamente la famosa e confusionaria città biblica dove razze e culture differenti si incontrano e Christelle Dabos ha fatto suo questo mito, rendendolo intrigante ed ingegnoso oltre ogni immaginazione, ricco di sfaccettature e peculiari aspetti che in alcuni momenti mi hanno ricordato Alice nel paese delle Meraviglie, mettendo ancora più in risalto il sistema magico della saga che qui trova ampio respiro.
Se Babel è il palcoscenico, l’evoluzione dei personaggi è la star dello spettacolo. Il percorso evolutivo di Ofelia continua ad essere un grande crescendo verso qualcosa di nuovo, mano a mano che scopre un nuovo lato di sé. Io adoro immensamente questa ragazza in apparenza così fragile, ma che dentro di sé custodisce una forza d’animo ed un coraggio meritevole tanto quanto quello delle eroine e guerriere di altri romanzi. La sua arma più potente non è una spada, un arco o un pugnale, ma bensì la determinazione, una ferma determinazione a fare luce su di un oscuro passato che ha corrotto il mondo in cui è nata e cresciuta, una decisa volontà nel portare in superficie la verità sul burattinaio che tutto manovra. Anche nelle situazioni di estremo svantaggio, Ofelia è pronta a correre qualsiasi rischio, anche quando tutto ciò fa insorgere in lei mille domande sulla sua stessa essenza ed identità. Questo ci fa capire che non sempre gli eroi o le eroine indossano scintillanti armature e sfoggiano poderose armi; Ofelia ne è l'esatto esempio e con lei la Dabos stravolge completamente il concetto di eroe, dandone una nuova e più introspettiva connotazione.





Stesso discorso vale per Thorn, che ci appare sempre con quest’aura fredda e distaccata dalle emozioni, quando invece a spingerlo più di tutto è il bisogno di proteggere a qualunque costo coloro che ama, come Ofelia. Il loro ritrovarsi in questo romanzo non è certo tutto rose e fiori, perché le circostanze non lo permettono, ma ciò che li lega va ben oltre i gesti affettuosi e le romanticherie; è qualcosa che trascende il concetto di amore romantico per dargli una nuova prospettiva fatta di intensità, tormento e unione di anime ferite ed incomprese dal mondo che insieme possono guarire. 



Le traversie che aveva subìto Thorn l’avevano messo a dura prova, e i danni erano maggiori all’interno che all’esterno. Si ripromise di proteggerlo da tutti coloro che avrebbero potuto infierire ancora su di lui, a cominciare da lei stessa.


Il loro indimenticabile amore che va contro qualsiasi stereotipo romantico e che permette loro di crescere prima come singoli individui e poi come coppia è uno degli aspetti che più ho apprezzato, assieme alle scelte narrative dell'autrice che non ha mai indugiato nel cosiddetto “fan service”, ovvero il compiacere i fans. Le scelte di trama della Dabos nascono per sorprendere e non per accontentare ed è proprio questo che amo in una storia e che la rende memorabile.
E dopo questo terzo romanzo da pelle d'oca, chi ce la fa ad aspettare l'uscita del quarto volume?! 






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