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giovedì 28 novembre 2024

Recensione "L'ultimo omicidio alla fine del mondo" di Stuart Turton

 





Cari amici lettori,

oggi è tempo di mettere le lancette dei nostri orologi avanti, perchè facciamo un viaggio nel tempo verso un futuro post apocalittico che apre le porte alla riflessione oltre a farci indossare i panni di investigatori in erba. Il nuovo mondo letterario di Stuart Turton è qui e possiamo addentrarci in esso leggendo "L'ultimo omicidio alla fine del mondo" edito Neri Pozza.




Venite con me in un mondo senza odio e violenza! Forse...





Titolo: L'ultimo omicidio alla fine del mondo
Autore: Stuart Turton
Editore: Neri Pozza
Genere: Mistery Thriller/Distopico
Uscita: 22 ottobre
Pagine: 432




Chi risolve l’omicidio, salva il mondo! Fuori dall’isola non c’è nulla: il mondo è stato distrutto da una fitta nebbia che ha invaso il pianeta, devastando tutto e uccidendo qualunque forma di vita. Sull’isola, invece, ogni cosa è idilliaca: la natura è rigogliosa, l’aria pulita e centoventidue persone vivono in perfetta armonia, sorvegliate da Niema, suo figlio Hephaestus e Thea, tre scienziati che sono stati in grado di proteggere quel luogo paradisiaco dalle insidie esterne. Gli abitanti del villaggio hanno poche pretese, si accontentano di pescare, coltivare i campi e godere dei frutti della terra e se hanno un dubbio possono appellarsi ad Abi, un’entità che ognuno di loro sente nella propria mente. L’importante è che rispettino sempre il coprifuoco e le regole imposte dagli scienziati. Fino al giorno in cui, con orrore degli isolani, Niema, la scienziata più anziana, viene trovata brutalmente uccisa. Oltre ad aver lasciato l’intera isola sotto shock, l’omicidio ha innescato un abbassamento del sistema di sicurezza intorno all’isola, l’unica cosa che teneva a bada la nebbia. Se il caso non verrà risolto entro 107 ore, la nebbia soffocherà l’isola e tutti i suoi abitanti. Ad aggravare la situazione c’è che il guasto nel sistema ha anche cancellato la memoria di tutti gli abitanti: nessuno ricorda più ciò che è accaduto la notte precedente, il che significa che qualcuno sull’isola è un assassino e non sa di essere. Nel frattempo, il tempo stringe.





"“Beati i miti, perché erediteranno la terra”."



Ebbene sì, amici lettori oggi partiamo da un passo della Bibbia per entrare nel nuovo mondo letterario creato da Stuart Turton. Dopo averci intrigato parecchio nel giallo stile giorno della marmotta de Le sette morti di Evelyn Hardcastle per poi trascinarci su una nave infestata per risolvere altri misteri in Il diavolo e l’acqua scura, adesso l’autore ci porta a fare un viaggio avanti nel tempo, in un futuro post apocalittico per risolvere un nuovo omicidio super ingarbugliato. Che ve lo dico a fare, un altro romanzo che vi terrà incollati come cozze ad ogni pagina.



In “L’ultimo omicidio alla fine del mondo” ci ritroviamo su una piccola isola greca, ultimo baluardo di un mondo oramai infestato da una fitta nebbia nera piena di insetti luminosi in grado di distruggere qualsiasi cosa entri in contatto con essa. Novanta anni fa il mondo dove la tecnologia aveva fatto passi da gigante ha smesso tutto ad un tratto di esistere per come era, incamerando dentro questa coltre nera tutte le nefandezze di un’umanità corrotta. L’unica speranza sono stati gli scienziati del Blackheath Institute guidati da Niema Mandripilias. In un laboratorio sotterraneo sono stati in grado di trovare una soluzione per fermare la nebbia. Una barriera per tenerla lontana e continuare a sopravvivere sulla Terra. L’isola diventa il luogo da raggiungere per salvarsi e dopo tutti questi anni gli abitanti sono rimasti come si dice pochi ma buoni sotto la sorveglianza di Niema, suo figlio Hephaestus e Thea. Gli ultimi scienziati al mondo. Centoventidue anime abitano l’isola pacificamente senza porsi nessuna domanda, tranne una. Emory.







Emory è diversa dagli altri abitanti del villaggio. Pone lo sguardo su cose che gli altri ignorano e soprattutto fa domande che nessuno fa e a cui i tre Savi, così vengono chiamati i tre scienziati dell’isola, non amano rispondere. Ogni abitante si pone al servizio della comunità sviluppando un talento in un’arte piuttosto che in un'altra. Emory è ancora alla ricerca del suo ma forse sta per arrivare il suo momento. Anche se per mettere in pratica la sua vocazione dovrà risolvere un omicidio (parola bannata dall’isola) per salvare il mondo. Un solo passo falso e il futuro potrebbe prendere una piega diversa…






Siamo di fronte ad un romanzo fantascientifico a tema Apocalisse. Il mondo che si apre davanti ai nostri occhi pagina dopo pagina è un mondo semplice e complesso allo stesso tempo. Uno scenario futuristico che abbiamo immaginato varie volte e tanti film ce ne hanno proposto varie versioni negli anni. L’autore ci mostra questo mondo nato dalla sua immaginazione a piccole dosi, tessendo nel frattempo le trame di un bel giallo da risolvere. Eh sì, anche qui dovremo indossare i panni di detective per scoprire chi ha deciso di commettere un brutale omicidio dopo novanta anni di pace e armonia mettendo tutti in pericolo. Niema, la Savia più anziana che tutti amano, è morta e dopo i primi attimi di shock, Emory prende le redini della situazione per risolvere questo omicidio alla fine del mondo con la speranza di salvare l’isola dalla nebbia distruttrice in progressivo avvicinamento. Non c’è tempo da perdere. Mancano 107 ore alla fine del mondo.



"«È questo che so fare bene io» la supplica. «Permettimi di dare il mio contributo»."



Fin da subito si ha la sensazione che niente sia casuale, né l’omicidio né tutto quello che ne è conseguito. Ovvero, la perdita di memoria dell’intero villaggio, Savi compresi. Giusto un ostacolo in più per arrivare a scovare la verità. La narrazione è raccontata attraverso la voce narrante di Bia. Una sorta di coscienza collettiva che sussurra nelle menti di ogni isolano. Tutti sono legati ad una rete mitocondriale e inevitabilmente allo stesso destino. Bia è un supervisore programmato, un dio onnisciente che guida le azioni verso l’altruismo e allontanando ogni abitante da ogni possibile pericolo.







Molto interessante e profondo è come questo mondo post apocalittico sia immune ad ogni forma di violenza, cosa che nel vecchio mondo era oramai dilagante. L’autore ha veramente creato una sorta di Panem dove vige la pace e tutte le brutture della società sono scomparse del tutto. Gli abitanti disconoscono la parola omicidio e praticano da sempre la gentilezza. Quando questa bolla di cristallo va in frantumi e la paura e la violenza entra nelle loro vite, Emory e gli altri abitanti del villaggio metteranno tutto in discussione oppure seguiranno ligi come robot quello per cui sembrano stare al mondo?



"Perché una specie che può morire così facilmente dovrebbe inventarsi una cosa terribile come l’omicidio?"



Questo è uno di quei romanzi con morale che apre le porte alla riflessione anche sui tempi che stiamo vivendo, dove la violenza è sempre più dilagante. Dove spesso vige il disordine sociale e si pratica più l’odio che l’amore. E se l’odio non facesse parte delle nostre vite? Se praticare la gentilezza e mettere il bene degli altri prima di sé stessi fosse marchiato a freddo nelle nostre coscienze? Beh, Turton ci mostra l’altra parte della medaglia. Una realtà parallela. Un nuovo bivio esistenziale dove bisogna decidere tra il bene e il male. Cosa è giusto e cosa no. Il mondo descritto tra le pagine di questo romanzo che scorre veloce come un treno a vapore, è un mondo utopico che però non rimane immune ai malanni dell’umanità. L’accento viene posto su l’agire umano. Se tutti saranno in grado di seguire un bene comune, otterranno il lasciapassare verso un mondo migliore senza mai più odio e violenza.

La parte mistery sull’omicidio da risolvere è perfettamente amalgamata al resto della narrazione incentrata appunto su questo mondo distopico dove tutto si muove come un orologio svizzero. Un ingranaggio ben oliato. Scoprire il colpevole è molto laborioso e bisogna saper incastrare bene tutti i pezzi che Emory, a mano a mano sta mettendo insieme. L’amnesia generale non aiuta e fa deviare il percorso verso la verità tanto agognata dalla protagonista.








Ce l’avevo quasi fatta stavolta a scoprire l’assassino per poi cambiare idea all’ultimissimo momento su chi fosse. Diciamo, che tutto è centrato di più sulle motivazioni che hanno spinto l’omicida ad un gesto del genere, piuttosto alla sua identità. Ok, sapere chi è stato è vitale per la sopravvivenza di tutti ma il movente è ciò che conta di più.

Una trama che conserva bene i suoi plot twist che lasceranno a bocca aperta molti d voi, ne sono sicura. A mano a mano che ogni parte dell’isola e dei suoi abitanti ci viene svelata, vengono fuori verità sconcertanti per poi giungere ad un finale non sensazionale ma che lascia il cuore appagato.

Una buonissima lettura che intrattiene benissimo i suoi lettori affamati di storie originali e mai scontate. Se scegliete un romanzo di Turton non rimarrete mai delusi e soprattutto vivrete sempre avventure nuove e imperdibili in nuovi mondi e realtà alternative. Sono già curiosa di sapere cosa inventerà alla prossima…



"«Sei all’inizio di tutto» risponde lei piangendo di gioia. «Sei arrivato giusto in tempo»."

 

 



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