Cari amici lettori,
per la categoria "grandi recuperi" della mia TBR, oggi vi parlo del romanzo "La vita invisibile di Addie La Rue" dell'autrice V. E. Schwab, edito Oscar Mondadori Vault. La storia di una vita immortale. Un racconto affascinante e triste di un'anima che sogna di essere ricordata. Un libro unico che ci fa viaggiare tra tempo e spazio con una domanda in testa: "Vorresti vivere per sempre?"
Venite con me, sognatori...
Genere: Fantasy/Historical romance
Uscita: 24 novembre 2020
Pagine: 608
Uscita: 24 novembre 2020
Pagine: 608
“Non pregare mai gli dèi che sono in ascolto dopo il tramonto.” E se potessi vivere per sempre, ma della tua vita non rimanesse traccia perché nessuna delle persone che incontri può ricordarsi di te?
Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l’immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna.
Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli.
Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima. Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome.
Amici lettori, oggi ci immergiamo insieme in un viaggio attraverso il tempo. Vivendo una capitale parigina in piena insurrezione e poi all’inizio del secolo. E poi Londra e New Orleans per approdare nella New York del XXI secolo. Come dei viaggiatori nel tempo vivremo secolo dopo secolo, anno dopo anno le esperienze di vita di un’anima ribelle ed eterna. Questa è la storia di una vita. La vita invisibile di Addie La Rue. Seguendo le orme del dramma di Goethe, Faust, vedremo in che modo si può vivere in eterno. Un racconto che si divide a metà. Tra incredibile dono e terribile maledizione. Tra la bellezza dell’arte e del mondo che cambia e l’infinita e incurabile solitudine.
Certe date rimangono impresse per sempre nella nostra memoria. Come il 29 luglio del 1714. Ci troviamo a Villon-sur-Sarthe, un piccolo villaggio della Loira dove ventitré anni prima è nata Adeline La Rue. Figlia di Jean e Marthe, Adeline vive in una casa di pietra a due passi da un vecchio albero di tasso. Una vita scandita dal ritmo delle stagioni, dal lavoro di gente semplice e devota a Dio o dèi profani. Adeline è diversa dagli altri. Lei è una sognatrice. Lo è sempre stata. Ha sempre fantastico su cosa si nasconde dietro l’angolo di casa. Oltre i confini di Villon. I suoi desideri e sogni di giovane ragazza ribelle si scontrano però con la realtà. Per la sua famiglia e per la società dell’epoca Adeline è destinata a prendere marito e fare figli per poi morire sepolta nello stesso fazzoletto di terra dove vanno a finire tutti. La ragazza ribelle del villaggio che ascolta i consigli di Estele, una sorta di strega, sull’invocare gli dèi sbagliati e che ha sette lentiggini sul viso, non ci sta. “Sei piena di stelle” le dirà trecento anni dopo una ragazza su un tetto di New York. Ed è questo il mood della storia invisibile di Adeline LaRue.
Un bosco al crepuscolo e una ragazza che fugge via in abito da sposa per pregare/supplicare qualcuno in ascolto. Adeline sogna di essere un albero. Libera sotto un cielo trapuntato di stelle. I suoi desideri verranno ascoltati. Gli dèi sono in ascolto e uno, quello SBAGLIATO, è pronto a darle quello che desidera. Ma per tutto c’è un prezzo, solo che Adeline non sa ancora che la libertà costi così cara. Un bacio ad uno sconosciuto ed è fatta. Adeline è libera di VIVERE come meglio crede, dove vuole e soprattutto per quanto tempo vuole. Adeline La Rue è immortale.
Esseri liberi da tutto e tutti vale un’anima? Una condanna eterna ad un’esistenza solitaria, vedendo morire chi ami e in più, nel caso di Adeline, venire dimenticata con un semplice battito di ciglia. Vivere come uno spettro non potendo lasciare una traccia del suo passaggio. Forse Addie ha commesso un terribile errore trecento anni prima. Oramai è troppo tardi per rimediare, non le resta che vivere anno dopo anno cercando di tenersi stretta la sua anima. Bottino prezioso per l’oscuro. Per Luc.
"«Guarirò i tuoi mali. Ti lascerò riposare. Farò sì che un albero dia riparo alle tue ossa. A te non resta che…» La voce si diffonde attraverso l’oscurità. «… arrenderti.»"
Pregare così tanto non ha mai portato nulla ad Adeline ma è bastata una volta sola per cambiare le carte in tavola. Lui si è presentato avvolto dalle tenebre, un sussurro tra gli alberi e uno sguardo magnetico verde foresta ed era tutto ciò che Adeline avesse mai desiderato. Proibito e impossibile. Peccato che l’impossibile è diventato possibile. Addie è sulla terra da secoli oramai. Un’anima vagabonda che viaggia da oceano a oceano, meravigliandosi ogni giorno e ogni istante della bellezza del mondo. Ma non è di questo che si nutre un’anima che non riesce a farsi ricordare. E allora ci sono i libri, nostri amati amici sin dall’alba della loro invenzione e l’arte e le STORIE che come Adeline sono in grado di attraversare tempo e spazio senza venire mai scalfite.
"È di storie che ha bisogno.
Le storie sono un modo di preservare se stessi. Di essere ricordati. E di dimenticare.
Le storie si trasmettono in una miriade di forme: nel carboncino e in una canzone, in quadri, poesie, film. E nei libri.
I libri, ha scoperto, sono un mezzo per vivere infinite vite o per trovare la forza di affrontarne una bella lunga."
Trecento anni sono un lungo lasso di tempo per cercare una soluzione alla sua situazione. Se c’è. Un modo per far sparire quel ghigno compiaciuto sul viso dell’oscuro. Un essere che le mostra le sembianze di qualcuno nato dalla sua immaginazione. Un essere senza consistenza e senza tempo come Adeline. Un amico/nemico che diventa l’unica e sola costante della sua vita. Una presenza da tenersi stretta e a cui indorare la pillola perché chissà cosa è in grado di fare oltre a collezionare anime per passatempo e allo stesso tempo un avversario di una partita a scacchi che lei ha tutta l’intenzione di vincere.
E poi dopo tanto tempo, arriva la risposta alle sue preghiere. Una risposta del destino o una trappola dell’oscuro per portarla alla resa? Adeline non lo sa ma il fatto innegabile è che dopo mille giri sulle ali del tempo, qualcuno si RICORDA di lei. Bastano veramente tre parole e tutto può prendere una piega diversa. Perché quando non vieni ricordata, ti viene il dubbio se esisti veramente, ma ora Adeline ha un responso alle sue innumerevoli domande.
Colui che ricorda è Henry Strauss, il libraio del The Last Word, una libreria dell’usato nella Grande Mela. Un ragazzo alla ricerca del suo posto nel mondo ma che è ben lontano dal riuscirci. Ma più di tutto Henry vuole essere amato. Dai suoi genitori, dai suoi amici, da qualcuno che lo possa ritenere abbastanza. Henry è un bambino nato con il cuore spezzato che non aspetta che compaia un raggio di sole tra le nuvole che illumina una giornata uggiosa, piuttosto uno che vive con una nuvola carica di pioggia sopra la testa. Henry vive costantemente con la tempesta che minacciosa e oscura è pronta a travolgerlo, pronta a portare a galla le tanto sgradite tristezza, solitudine e smarrimento.
Sarà arrivato un lieto fine anche per la nostra eterna girovaga o c’è qualcosa sotto quello che sembra essere un tassello fuori posto nel complicato rompicapo che è la sua esistenza? Adeline ed Henry dovranno capirlo assieme, giorno dopo giorno, in questa eterna lotta contro il tempo che è la VITA.
"«Sai come si fa a vivere per trecento anni?» gli domanda.
Quando lui le chiede in che modo, lei sorride. «Come si vive per uno soltanto. Un secondo alla volta.»"
È difficile per me stare qui a raccontarvi di questo romanzo semplice ma complesso allo stesso tempo. Sicuramente molto fascinoso e intrigante. Dopo un po’ che si legge, sorge spontaneo nel lettore la domanda: “Cosa avrei fatto io, al posto di Adeline?”. Il vivere per sempre porta con sé tanti risvolti, non tutti negativi se vedi i fatti e gli eventi accadere essendone partecipe e contemplandoli a posteriori. Nel caso della nostra protagonista ha risvolti che tendono al negativo per il fatto della dimenticanza. È interessante comprendere che con l’immortalità in tasca hai un ventaglio di possibilità, ma tutte vane se non puoi instaurare un legame con il prossimo. La voglia di rendere partecipe di questa bellezza qualcun altro, sperimentarla assieme. In questo romanzo viviamo con Adeline questa ambivalenza. La meraviglia di cogliere ogni attimo della vita e il non poterlo prolungare. L’esistenza di Adeline è sfuggevole e priva di contorni come quella di un fantasma. E noi, viviamo con lei tutto il caleidoscopio di emozioni da lei provate. Sconforto, rabbia e paura. Impossibile non empatizzare con lei.
"Il solo metodo che Addie conosce per tirare avanti è continuare ad andare dritta. Se gli altri sono Orfeo, allora lei è Euridice, condannata alla rovina ogni volta che qualcuno le gira le spalle."
E poi abbiamo l’oscuro. Il diavolo in persona che sembra vivere al margine della storia ma è l’antagonista e allo stesso tempo alleato di Adeline. Ad ogni nuovo anniversario siamo impazienti come la protagonista di vederlo spuntare da dietro l’angolo, sbucando fuori dall’oscurità. Questa sorta di odio/amore tra loro è una costante narrativa che tiene il racconto sempre vivo. Che regala anche delle svolte inattese.
"«Se anche tutti si ricordassero di te» dice, «nessuno ti conoscerebbe bene quanto me.»"
E dopo tante pagine lette, arriva il protagonista Deus ex machina di questo romanzo. Henry. Lui stoppa questo eterno loop narrativo che vede la protagonista alla ricerca di attimi fuggenti e crea una realtà nuova in questo infinito déjà-vu. Lui dà vita ad una routine. E lì, non puoi che iniziare a divorare ogni capitolo, alla scoperta di questo personaggio che pare vivere ai piedi di un precipizio e che desidera essere abbastanza per qualcuno. Soprattutto per capire perché è l’unico a ricordarsi di Adeline.
La scrittura è intelligente e grintosa. Semplice da trapassare la carta e raggiungere il cuore del lettore ma anche molto descrittiva e variegata per farci assaggiare tanti momenti della vita della protagonista del libro. Condita di molti fatti storici realmente accaduti ma vissuti dal POV di Adeline. Descrittiva senza mai annoiare, giusto per rimanere intrappolati e affascinati da ogni epoca e ogni luogo del mondo che fa da palcoscenico a questa storia senza tempo. Alla continua meraviglia senza mai stancarsi di fronte anche a piccolezze della vita.
Il finale è spiazzante e in qualche modo ci lascia quella speranza che ci possa essere un altro epilogo. D’altronde la protagonista è immortale e potrebbe raccontarci all’infinito di sé. Personalmente credo che il finale sia molto romantico ma velato leggermente di tristezza. Un punto fermo in ininterrotte virgole e infiniti puntini di sospensione. Una certezza per la protagonista e anche per noi lettori.
"Solleva la copertina, sfoglia la pagina con il titolo e va dritta alla dedica.
“Io mi ricordo.”"
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