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giovedì 2 maggio 2024

Recensione "Un animale selvaggio" di Joël Dicker

 





Cari amici lettori,

fan di Joël Dicker a rapporto! Oggi vi parlo dell'ultima fatica librosa da divorare in poche ore: "Un animale selvaggio" è uscito lo scorso 25 marzo grazie a La Nave di Teseo. Cambio di scenario per una storia che si muove nella vita di coppia tra presente e passato e con un finale adrenalinico fino all'ultimo istante.

Venite con me...





Titolo: Un animale selvaggio
Autore: Joël Dicker
Editore: La Nave di Teseo
Genere: Thriller
Uscita: 25 marzo
Pagine416


2 luglio 2022, due ladri stanno per rapinare una importante gioielleria di Ginevra. Ma questo non sarà un colpo come tutti gli altri. Venti giorni prima, in un elegante sobborgo sulle rive del lago, Sophie Braun sta per festeggiare il suo quarantesimo compleanno. La vita le sorride, abita con il marito Arpad e i due figli in una magnifica villa al limitare del bosco. Sono entrambi ricchi, belli, felici. Ma il loro mondo idilliaco all’improvviso s’incrina. I segreti che Arpad custodisce cominciano a essere troppi perché possano restare nascosti per sempre. Il loro vicino, un poliziotto sposato dalla reputazione impeccabile, è ossessionato da quella coppia perfetta e da quella donna conturbante. La osserva, la ammira, la spia in ogni momento dell’intimità. Nel giorno del compleanno di Sophie, un uomo misterioso si presenta con un regalo che sconvolgerà la sua vita dorata. I fili che intrappolano queste vite portano lontano nel tempo, lontano da Ginevra e dalla villa elegante dei Braun, in un passato che insegue il presente e che Sophie e Arpad dovranno affrontare per risolvere un intrigo diabolico, dal quale nessuno uscirà indenne. Nemmeno il lettore.














Eccomi di nuovo qui lettori, oggi ci tuffiamo nel nuovo universo narrativo creato da Joël Dicker. Ogni volta che esce un nuovo romanzo di Dicker non resisto e devo leggerlo immediatamente. Un autore che è diventata una certezza per le mie letture thriller o comunque ricche di azione e che sa scavare nei meandri dei rapporti umani. Stavolta si vola a Ginevra, città natale dell’autore, per una storia dove protagoniste sono due coppie, una diversa dall’altra. I Braun e i Liégean.

I Braun sono la coppia ideale. Perfetti descrive alla perfezione Arpad e Sophie. Belli, ricchi, innamorati. Abitano in un piccolo sobborgo della capitale svizzera, in una lussuosa casa di vetro in mezzo al bosco. Una casa da sogno per persone da sogno come loro.

Una coppia da ammirare e detestare allo stesso tempo. Per cui diventare verdi d’invidia.


"Rappresentavano tutto ciò che loro non erano più: innamorati, sorridenti, allegri, a braccetto. Un duo. Alleati."

La stella scintillante della coppia è lei. Sophie. Una mamma amorevole. Una moglie affettuosa. Una donna bellissima. Una donna in carriera. Una per cui è facile perdere la testa. La bellezza ferina di Sophie attira l’attenzione di un uomo all’apparenza integerrimo e sicuro di sé come Greg Liégean. Caposquadra del Gruppo d'intervento speciale della polizia ginevrina, Greg è un uomo rispettato e ben voluto da tutti, ma dietro quella scorza dura da poliziotto ligio al dovere si nasconde un ingordo voyeur. Colpa il fascino irresistibile di quella donna con il tatuaggio di una pantera sulla coscia.






L’altra coppia è composta da Greg e Karine. Una coppia medio borghese, lei commessa e lui poliziotto che risiedono poco vicino ai Braun nel ricco sobborgo di Cologny, in un complesso di villette a schiera denominate dagli abitanti del luogo in senso denigratorio, l’Obbrobrio.

Grazie alla stessa squadra di calcio dei figli le due coppie fanno subito conoscenza per poi diventare amici. Due coppie agli antipodi. I Braun, l’apparente coppia felice e i Liégean che invece sembrano già scricchiolare con l'antica sintonia lontana anni luce da quando si sono trasferiti nell’Obbrobrio.



"Ma quell'incontro, in realtà, era stato una collisione. Uno scontro frontale. Un incidente di cui nessuno aveva colto la portata."



Fulcro centrale per quasi tutta la narrazione è Sophie Braun. È lei che viene venerata dal marito, lei che viene invidiata da Karine, è lei che viene spiata in maniera ossessiva da Greg. Una donna con cui è facile sentirsi eclissati, soggiogati e per cui fare follie. Il compleanno di questa donna così affascinante da tenere tutti intrappolati nella sua aurea magnetica sarà il segnale che darà inizio ad una adrenalinica battuta di caccia.







Segreti e antiche ossessioni che sembravano dimenticate, lontane nel tempo, tornano prepotentemente nella vita di questa coppia che crede di essere immune ad ogni sorta di infelicità e problema coniugale o finanziario. Ma i Braun sono veramente la coppia perfetta che appare all’esterno o anche la loro unione nasconde delle increspature in grado di mandare in frantumi tutto e travolgere chiunque a loro collegato? 
Venti giorni dopo il castello crollerà e il passato tornerà nella vita dei Braun sconvolgendola. Venti giorni dopo, precisamente il 2 luglio, due rapinatori svaligeranno la gioielleria Cartier in pieno centro a Ginevra. Questa rapina come si collega alla doppia coppia protagonista del romanzo? Tocca al lettore scoprirlo, in un alternarsi continuo di passato e presente, una corsa adrenalinica fino all’ultimo istante.






Se avete amato alla follia Dicker per la sua trilogia con protagonista Marcus Goldman ed Harry Quebert, dimenticate quell’ambientazione e quelle atmosfere. Un animale selvaggio è un universo con vibes decisamente lontane da quel mondo ma non per questo meno intrigante.

Tutta la storia gira attorno ai quattro protagonisti cui ad un certo punto se ne aggiungerà un quinto, che da perfetto Deus ex machina manderà in collisione l’apparente tranquillità di queste due famiglie. È un romanzo che si focalizza sul rapporto di coppia. Sulla futile apparenza di una famiglia del Mulino Bianco.

In un viaggio frenetico di prima e dopo, passato e presente, comincia a venire a galla che la vita da sogno dei Braun non è così impeccabile ma una traballante costruzione di vetro molto fragile e facile da mandare in pezzi. Una gabbia di vetro fatta di segreti inconfessabili e pericolosi. Segreti frutto di impulsi e bisogni che tutti custodiamo dentro ognuno di noi.

In fondo, tutti noi possediamo quella parte più oscura e selvaggia che se assecondata ci fa fare cose che riterremo impensabili. Siamo tutti animali selvaggi che siamo stati ammansiti e abbiamo assunto una nuova forma, bella e conforme al vivere quotidiano, ma in fondo la nostra vera natura nessuno potrà cambiarla e sopprimerla ed è pronta sempre ad azzannare e ad uscire allo scoperto.






La pantera sarà l’enigma da risolvere di questo romanzo. La belva che descrive perfettamente il personaggio di Sophie che sembra a tratti essere la preda ma anche una cacciatrice. Il suo passato e quello del marito sono una miccia pronta ad esplodere e aiuteranno a svelare una natura completamente diversa di Sophie che stupirà e non poco non solo Arpad ma anche il lettore.



"Detestava quell'oleografia su carta patinata. Voleva essere libera. Voleva essere selvaggia. Non voleva più essere Sophie Braun. Fauve glielo aveva sempre detto: era una Pantera."



In contrapposizione ai Braun, c’è l’altra coppia che in qualche modo viene assorbita dalla prima. Dal primo incontro, Greg e Karine rimangono così ammaliati dai Braun da cominciare a fare paragoni con la propria relazione. Tutti i malumori e le incomprensioni già presenti cominciano a subire una lenta e inesorabile accelerazione. Si assiste ad un match con due fazioni contrapposte. Due realtà relazionali differenti. Da un lato del ring c’è la Casa di vetro e dall’altro l’Obbrobrio. Le case in qualche modo descrivono alla perfezione l'abisso tra queste due realtà familiari.

Anche i Liégean mostrano un’apparenza di felicità solo che al contrario dei Braun che saranno vittime del loro oscuro passato, in loro è il presente a dominare sempre in un mix di segreti e bugie.



"Avrebbe abbracciato quel piccolo mondo imperfetto, perché era meglio essere felici all'Obbrobrio che infelici nella Casa di vetro."



Non era sicuramente il romanzo che mi aspettavo ma la storia non mi è dispiaciuta e ho apprezzato il cambio di scenario e anche il plot che l’autore ha deciso di intessere.

Il punto di forza come di tutti i romanzi di Dicker è che per quanto la trama sia ingarbugliata, la narrazione scorre velocissima e in un attimo hai divorato quattrocento pagine.

Più critico, personalmente è stato avere a che fare con i continui flashback e il countdown ripetuto ad ogni inizio capitolo. Profondamente disturbante e destabilizzante, questo aspetto non mi ha fatto godere al meglio la lettura.

Posso comprendere che questo espediente ha donato molta dinamicità al racconto e forse Dicker aveva propria voglia di irritare o comunque confondere il lettore. A me non ha fatto impazzire. Per niente.

La terza parte del libro è quella che mi ha coinvolto di più in quanto più adrenalinica, ricca di suspense e colpi di scena.

Un animale selvaggio è un romanzo difficile da definire. Non è un thriller nel senso classico del termine o comunque simile a quelli che a cui Dicker ci ha abituato negli ultimi anni. Trovo che la storia sia perfetta come script per un film. Come romanzo perde un po’ di allure che invece sullo schermo e con una buona regia, mostrerebbe la sua unicità e bellezza.






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